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(Ri)Generiamo: fare impresa privilegiando la cura per le persone


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L’Impresa benefit (Ri)Generiamo racconta come ha scelto di fare impresa privilegiando la cura per le persone.

Cucire opportunità. A cura di Roberta Nutricati in collaborazione con BuoneNotizie.it

(Ri)Generiamo nasce con l’ambizione di coniugare alle logiche di impresa i princìpi dell’inclusione lavorativa e della sostenibilità ambientale, così da avere un impatto sociale significativo sulla comunità e sui territori. Non si tratta di un’utopia a mero appannaggio di realtà volontarie e/o no profit ma di un modello possibile di fare e soprattutto di essere impresa, in qualità di agenti di cambiamento. Ne abbiamo parlato con Luca Pereno, cofondatore e amministratore di questa impresa benefit nata a Torino nel 2020 e che, nonostante il coefficiente di difficoltà massima della pandemia, ha creato e portato avanti iniziative e progetti virtuosi che le sono valsi la certificazione B Corp a marzo 2022.

Dalla teoria alla pratica il passo non è breve, eppure per (Ri)Generiamo lo è stato un po’ di più. In quest’ottica, l’aspetto più calzante è senz’altro la guida condivisa da una pluralità di realtà che si sono unite sotto l’obiettivo di: «generare nuove economie per rigenerare persone, prodotti e perimetri» da cui il loro claim. Al suo interno infatti, spiega Pereno «convive la cooperativa sociale Agricoltura Capodarco, l’Associazione Bricolage del Cuore, l’impresa sociale ConVoi Lavoro, e le cooperative Liberitutti e La Paranza, e infine l’ingresso di Leroy Merlin Italia, che ha portato una visione di respiro internazionale all’ecosistema».

Nonostante abbiano quote diverse nell’impresa, tutte le parti hanno pari potere decisionale: «La proprietà deve essere della comunità, per assicurare una gestione trasparente e collettiva in cui le persone coinvolte percepiscono il proprio lavoro come realmente parte di un obiettivo comune in cui tutti valgono uno. Questo principio – prosegue il cofounder – sposa anche quello che ci piace definire di lavoratore civile di cui vogliamo farci ambasciatori perché, sottolinea che ogni individuo, dall’addetto al socio, non solo svolge una funzione, ma si prende cura del proprio mestiere e, soprattutto, delle persone e del territorio che lo circondano».

L’esito di queste premesse si ritrova nei progetti nati grazie agli expertise riuniti da (Ri)Generiamo, che si rivolgono a quella parte di cittadinanza che vive situazioni di fragilità, come donne uscite dalla tratta di esseri umani, persone disabili o detenuti.

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Tra questi, GenerAtelier è la costola tessile dell’impresa, frutto della volontà di investire in una filiera sociale e locale che offra opportunità di formazione sartoriale e impieghi qualificati per chi si trova ai margini del mercato del lavoro. Il progetto è partito nel 2020 con la produzione di mascherine e copri mascherine ma una volta terminata l’emergenza pandemica si è estesa a grembiuli, presine, shopper fino ad arrivare alla realizzazione di due diverse linee di cuscini, commercializzate nei negozi Leroy Merlin. La prima, grazie al contributo di Tommy, un ragazzo autistico non verbale della Fondazione Cervelli Ribelli e la seconda, con il supporto operativo delle sartorie sociali Nidò e Kore, rispettivamente a Torino e Roma.

Questo perché (Ri)Generiamo, coerentemente alla mission dichiarata di essere un “acceleratore di impatto”, con il progetto GenerAtelier ha dato vita a una rete di sartorie sociali su tutto il territorio nazionale che è in costante espansione. «Ci permette di assicurare esperienza e continuità lavorativa alle persone coinvolte – racconta Pereno – offrendo alla clientela dei punti vendita Leroy Merlin il servizio di “Riparazioni Solidali“ per i prodotti acquistati, che consente di diversificare l’offerta e aiutare i lavoratori ad affinare le proprie competenze tecniche oltre che ad acquisire le competenze trasversali richieste dal mondo del lavoro, come il rispetto dei tempi di lavorazione e degli obiettivi, insieme alla capacità di organizzare il lavoro in funzione di precise scadenze».

I riscontri ricevuti dagli step “pilota” a Milano, Roma e Palermo hanno confermato che esiste una domanda per prodotti simili, espressione di artigianato di qualità che porta con sé un impatto positivo e risponde alle esigenze di un mercato sempre più attento ai temi della sostenibilità e della responsabilità sociale. In quest’ottica, le collaborazioni con realtà locali come l’impresa sociale Prisma, e la possibilità di contare su partner come Leroy Merlin, hanno fornito al progetto di GenerAtelier la visibilità necessaria per ampliare il proprio raggio d’azione.

Ma non è tutto. Nel tempo il progetto si è evoluto anche sul piano del design, da cui è nata Punti di Vista, presentata a Milano a marzo scorso alla fiera “Fa’ la cosa giusta”. «Come creazione ci ha permesso di realizzare dei cataloghi specifici per gadget da distribuire a porti, rifugi, parchi e musei. Sono prodotti che abbiamo realizzato all’interno della cooperativa, sia nel design sia nella produzione, perché l’intento è rimarcare come prima dei princìpi economici ci sia la persona; è questo il significato di “Punti di vista”Continua a leggere gratis l’articolo su L’ECOFUTURO MAGAZINE

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