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Smart City Index 2025: il report EY


Lo Smart City Index 2025 di EY premia Bologna, Milano e Torino come le città più smart d’Italia. Cresce l’impegno urbano su digitalizzazione, mobilità green e inclusione.

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L’Italia sta cambiando volto, e lo fa attraverso le sue città. Cresce, infatti, l’attenzione verso modelli urbani capaci di coniugare innovazione, qualità della vita e sostenibilità. A fotografare questa evoluzione è l’EY Smart City Index 2025, che ha analizzato 109 capoluoghi italiani utilizzando 323 indicatori suddivisi in due grandi ambiti: da un lato l’infrastruttura pubblica, i servizi digitali, la mobilità e gli investimenti; dall’altro, i comportamenti e la partecipazione dei cittadini alla trasformazione in chiave smart.

Le città più smart d’Italia: il podio e la top 10

L’edizione 2025 dello Smart City Index conferma una leadership già consolidata: Bologna, Milano e Torino si piazzano ancora una volta ai vertici della classifica generale, rispettivamente con punteggi di 89,37, 79,15 e 75,41. Bologna torna così al primo posto che deteneva fino al 2016, grazie soprattutto alla sua eccellenza nell’inclusione sociale. Milano, ex leader dal 2018, mantiene il primato nella transizione digitale, mentre Torino si distingue per le sue performance ambientali.

Completano la top 10: Venezia, Roma, Trento, Cagliari, Modena, Reggio Emilia e Firenze. Significativo il balzo in avanti di Venezia (dal 9° al 4° posto) e l’ingresso di Roma nella top 5 dopo aver recuperato 7 posizioni rispetto al 2022. Cagliari, dal canto suo, avanza di ben 12 posti grazie a forti investimenti nella digitalizzazione. Trento si conferma come città media altamente performante, mentre Modena, Reggio Emilia e Firenze si distinguono per l’elevata qualità dei servizi e per l’adozione di modelli urbani intelligenti.

Anche realtà più piccole si fanno notare: Pavia, Pordenone, Matera, Oristano e Belluno emergono per capacità di innovazione, efficienza dei servizi e attenzione all’ambiente. Tra le città del Sud, Bari e Palermo ottengono una menzione speciale per i progressi compiuti in digitalizzazione e accessibilità.

Le tre transizioni: digitale, ecologica e sociale

Il cuore dello studio EY ruota attorno a tre assi fondamentali: digitale, ecologico e sociale.

Transizione digitale

Milano, Bologna e Roma guidano la classifica delle città più “digitali” d’Italia. Le città metropolitane hanno aumentato la readiness digitale del 22,7% rispetto al 2022, soprattutto grazie al potenziamento dei servizi pubblici online, dei portali di open data e all’adozione del fascicolo digitale del cittadino. Milano è anche la prima per Digital Entrepreneurship, ovvero per numero e diffusione di start-up, economia digitale e imprese innovative. Bologna è invece la città con i cittadini più digitali (Digital Citizenship), seguita da Pavia e Pescara.

Transizione ecologica

Per la transizione ecologica, le città più virtuose sono Bergamo, Venezia e Brescia, seguite da Torino, Bologna, Cagliari, Bolzano, Mantova, Udine e Trento. Bergamo, in particolare, si distingue per l’attenzione al verde pubblico, la promozione della mobilità elettrica e la gestione efficiente delle risorse, elementi che le sono valsi anche il titolo di città con la miglior qualità della vita nel 2024.

Quello della mobilità elettrica è un settore dinamico, che continua a registrare forti incrementi: le colonnine di ricarica elettrica sono quasi raddoppiate dal 2020, dopo una fase di raddoppio biennale iniziata nel 2016. Anche il parco circolante di veicoli elettrici, ibridi e bifuel è in netta espansione, avendo quasi raddoppiato la propria consistenza negli ultimi quattro anni. Sempre più Comuni adottano incentivi mirati come l’accesso gratuito alle ZTL o la sosta gratuita nelle strisce blu per le auto elettriche.

A crescere è anche la cosiddetta mobilità dolce: dal 2016 le piste ciclabili sono aumentate del 32%, mentre si diffondono le zone 30, con 24 Comuni che hanno esteso queste aree a traffico calmierato rispetto alla precedente rilevazione. Bologna e Torino completano la top 5 della transizione ecologica, seguite da Cagliari e Bolzano. Le città piccole e medie si distinguono per comportamenti virtuosi, con un forte incremento di piste ciclabili, trasporto pubblico rinnovato e spazi verdi diffusi.

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Transizione sociale

Sul fronte dell’inclusione sociale, Bologna guida la classifica nazionale grazie all’elevata spesa in servizi sociali, all’uso del digitale per l’interazione civica (Digital Engagement) e alla capacità di attrarre studenti, giovani e imprese. Seguono Trieste e Pordenone, che dimostrano come anche le città di dimensioni ridotte possano eccellere nell’attenzione agli aspetti umani dell’innovazione. Milano, Trento e Cagliari si trovano nelle prime dieci posizioni, affermando la centralità della coesione e della partecipazione.

Il riscatto del Sud

Una delle novità più rilevanti dell’edizione 2025 è l’avanzamento delle città del Mezzogiorno. Le metropoli di Cagliari, Bari e Palermo hanno compiuto salti significativi in classifica, guadagnando rispettivamente 12, 17 e 19 posizioni. Merito soprattutto degli investimenti in digitalizzazione, della creazione di servizi pubblici digitali efficienti e delle Case delle Tecnologie Emergenti, veri hub locali per l’innovazione, sostenuti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Città medie e borghi interconnessi

Le città medie, come Trento, Modena e Reggio Emilia, si collocano stabilmente nella top 10 generale, a dimostrazione che la smartness non è esclusiva delle grandi città. Trento eccelle nella transizione ecologica, Modena e Reggio Emilia nell’inclusione e nei servizi digitali. Tra le piccole città (sotto gli 80 mila abitanti), si distinguono Pavia, Pordenone e Matera, quest’ultima in fortissima ascesa (+27 posizioni). I loro punti di forza sono la sostenibilità ambientale, l’efficienza dei servizi e una crescente digitalizzazione, supportata dalla diffusione di infrastrutture leggere e da comportamenti virtuosi dei cittadini.

Accanto alla centralità urbana, si va delineando una nuova visione del rapporto tra città e territorio. I Comuni capoluogo, infatti, iniziano ad assumere un ruolo di baricentro territoriale, promuovendo la gestione associata dei servizi con i centri limitrofi e coordinando progetti intelligenti su scala sovralocale, come reti sensoriali e piattaforme condivise per la mobilità.

Allo stesso tempo, si afferma un nuovo equilibrio tra città e borghi. Le grandi città cercano qualità tipiche dei piccoli centri – senso di comunità, rapporto con la natura, relazioni umane – mentre i borghi si organizzano in reti interconnesse per restare attrattivi e accessibili. Il concetto di “borgo digitale” non implica un isolamento dall’hi-tech, ma piuttosto una connessione intelligente con il territorio, sostenuta da infrastrutture e servizi digitali condivisi. Milano, con l’iniziativa Forestami e il modello del Bosco Verticale, rappresenta un esempio concreto di questa fusione tra natura, innovazione e partecipazione civica.

Verso una smartness umana, verde e partecipata

Oltre ai dati e alle classifiche, l’EY Smart City Index 2025 propone una riflessione culturale sul modello di sviluppo urbano. Il concetto di smart city si allontana da una visione puramente tecno-centrica per abbracciare un approccio human-centric, dove il cittadino è protagonista attivo della trasformazione urbana. L’indice considera infatti il livello di ascolto digitale (eParticipation), l’interazione sui social network e l’efficacia delle piattaforme civiche di partecipazione.

Il report cita inoltre il New European Bauhaus, iniziativa europea che ispira le città a rigenerarsi in chiave sostenibile, bella e inclusiva. Un altro tema affrontato è l’overtourism nelle città italiane come Venezia, Firenze e Roma. Per contrastarne gli effetti negativi, EY segnala l’importanza di sviluppare un turismo di qualità, incentivando itinerari alternativi e comportamenti sostenibili da parte dei visitatori.

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Come sottolinea Dario Bergamo, Italy Government & Infrastructure Market Leader di EY, il progresso registrato negli ultimi tre anni non è casuale: è il frutto di una strategia condivisa, di politiche mirate e di una visione del futuro che mette al centro la vivibilità urbana. Le città che riusciranno a integrare digitalizzazione, sostenibilità e inclusione in una governance partecipata saranno quelle più capaci di affrontare – e guidare – le trasformazioni del domani.

Articolo Modificato Il:20 Maggio 2025



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