Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

5 miliardi da Stato e banche


Il Mimit ha preso in mano la trattativa con il consorzio di Baku Steel Company (BSC) e Azerbaijan Business Development Fund (ABDF) che, a fine marzo, si è aggiudicato la corsia preferenziale (non l’esclusiva) per l’acquisizione dell’Ilva. Ma le condizioni al tavolo sono cambiate rispetto alla proposta originaria, dove la cordata del Caucaso era disponibile a mettere contanti, sia pura condizione di riaverlo indietro.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Le trattative «continuano», ha confermato ieri il ministro Adolfo Urso, a margine del tavolo su Taranto. «Dobbiamo adattare il piano industriale a quello che è accaduto, soprattutto nella fase di transizione verso la realizzazione dei forni elettrici e dei relativi Dri che realizzeranno il preridotto per i forni elettrici che devono essere alimentati necessariamente a gas», ha aggiunto il Ministro, «si parte dal gas e quindi dalla nave rigassificatrice che deve essere ancorata al porto di Taranto. Perché i Dri che vogliamo realizzare per il preridotto per i forni elettrici, sono alimentati a gas. Poi si potrà giungere all’obiettivo di impianti siderurgici pienamente green a Taranto».

La trattativa fra il capo di gabinetto di via Veneto Federico Eichberg e il vice ministro azero all’economia Vali Yusif Oghlu Akhundov, punta a sventare una nazionalizzazione tout court, come ha proposto il leader della Cgil Maurizio Landini, trovando l’ostilità della segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola. Ma la strada è impervia perché gli azeri hanno cambiato le carte in tavola, alla luce degli ultimi eventi riguardanti il ​​sequestro di Afo1 da parte della Procura di Taranto rispetto a 1,1 miliardi circa proposti all’inizio tra cash e valorizzazione del magazzino, corredati da aiuti pubblici e prestiti. Il sequestro del 7 maggio a Taranto, come è noto ha scatenato una contrapposizione fra Urso e la Procura che ha puntualizzato le esternazioni del titolare del Mimit.

SERVE NORMA PER L’ENERGIA
Da quanto filtra si sta trattando la vendita con decarbonizzazione sulla base di aiuti pubblici e prestiti garantiti, il tutto per un controvalore di circa 5 miliardi, di cui due miliardi di prestiti bancari garantiti dalla Sace e 3 miliardi di contributi pubblici. Nella proposta di partenza da Baku era prevista la presenza di Invitalia con una quota del 10-20%. L’Agenzia del Mef per la promozione, oltre una piccola equità potrebbe dare contributi per contratti di sviluppo. Tra le richieste che stanno pervenendo tramite il viceministro azero ci sono contributi per l’energia, gli investimenti, Co2, cig e aiuti dal Mase per quanto riguarda la decarbonizzazione. A proposito di ammortizzatori sociali giorni fa da Acciaieria d’Italia è stata richiesta la cassa integrazione per 3.926 dipendenti, 3.538 dei quali provengono solo dallo stabilimento dell’Ex Ilva di Taranto.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Sul pacchetto di richieste sono in corso valutazioni di governo in quanto per l’energia non ci sono strumenti di sgravio, pertanto si dovrà mettere a punto qualche norma che preveda agevolazioni di questo tipo. Urso ha anche annunciato l’apertura dei tavoli con le imprese dell’indotto e con i sindacati per fronteggiare la nuova situazione e il calo di produzione. «Dobbiamo partire dal presupposto che con metà produzione c’è metà occupazione per un lungo periodo transitorio». Domani intanto il governo incontra i sindacati per fare il punto sulla situazione.

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