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Terzo mandato, Governo diviso tra autonomia regionale e regole nazionali


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Dal confronto acceso nel Governo all’impugnazione formale della legge trentina, il tema del terzo mandato per i governatori regionali torna al centro del dibattito politico. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di rivolgersi alla Corte costituzionale, sollevando fratture tra i partiti della maggioranza e riaccendendo le ambizioni di figure come Luca Zaia e Vincenzo De Luca. Intanto, anche il Movimento 5 Stelle rivede le proprie regole interne sui limiti ai mandati.

Un tema tecnico ma fortemente simbolico, che mette alla prova alleanze, coerenze e strategie di lungo termine.

Il Governo impugna la legge sul terzo mandato della Provincia di Trento

Il Consiglio dei Ministri del 19 maggio 2025 ha deliberato di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che estende a tre il numero di mandati consecutivi per il presidente. Il ddl, presentato dalla Lega, era stato approvato un mese fa dal Consiglio provinciale trentino con 19 voti favorevoli e 16 contrari.

Il provvedimento si inserisce in un ampio dibattito istituzionale: la Consulta aveva già bocciato a fine 2024 una legge analoga della Campania (statuto ordinario) per consentire a Vincenzo De Luca un terzo mandato, ribadendo che il limite di due mandati garantisce l’equilibrio democratico. Quel precedente, però, riguardava una Regione ordinaria, lasciando margini di interpretazione per le autonomie speciali come Trento.

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Scontro nel centrodestra: Lega contraria, Forza Italia dice no

La decisione del Governo ha subito acceso tensioni interne. In particolare, i ministri leghisti hanno fatto valere la propria contrarietà: il vicepremier Matteo Salvini ha affermato che “i cittadini devono poter scegliere” i propri governatori. Anche il presidente del Veneto Luca Zaia (Lega) ha criticato duramente l’impugnativa, definendola “temeraria” e difendendo l’autonomia trentina nel decidere il numero dei mandati. A seguito di ciò, il ministero dell’Interno Matteo Piantedosi (FdI) ha invitato a un confronto sereno e annunciato che la questione verrà “riconsiderata” a livello politico.

Le fratture nel centrodestra proseguono: Fratelli d’Italia, pur senza formulare un no netto, ha presentato aperture alla discussione. Il ministro Antonio Tajani e il capogruppo FdI a Montecitorio Giovanni Donzelli hanno riconosciuto l’esigenza di un’unica regola nazionale, ma si sono detti pronti a valutare una legge quadro se arriverà una sollecitazione dalle Regioni. Di segno opposto è la linea di Forza Italia: il portavoce Raffaele Nevi ha ribadito che, per il partito di Berlusconi, “il discorso è chiuso” e il limite di due mandati va confermato per tutte le regioni, statuto speciale incluso.

Sullo sfondo, i capigruppo di opposizione commentano la vicenda come un segnale di crisi della maggioranza: il senatore dem Francesco Boccia ha osservato che “il Cdm ha sancito la crisi di questa maggioranza”, mentre il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova ha addirittura parlato di un governo “andato in pezzi”.

Zaia e De Luca, i governatori che puntano al terzo mandato

Il dibattito sul terzo mandato guarda intanto ai principali casi in campo. Il presidente del Veneto Luca Zaia (Lega) può contare su un ampio consenso locale: ha dichiarato che i ministri leghisti hanno fatto bene a opporsi all’impugnazione, ribadendo che “la Provincia autonoma di Trento ha stabilito il suo numero di mandati e quindi è una prerogativa” riconosciuta anche dalla sentenza costituzionale sul caso Campania. In caso di elezione anticipata in autunno, Zaia sarebbe candidato naturale per un terzo mandato in Veneto.

Analogamente, il presidente della Campania Vincenzo De Luca (Pd) punta a un terzo mandato. La legge campana che azzera il conteggio dei mandati è stata discussa dalla Corte Costituzionale: l’udienza si è tenuta all’inizio di aprile e la sentenza è attesa per i prossimi mesi.

Il Movimento 5 Stelle cambia linea sui mandati politici

Negli ultimi giorni il Movimento 5 Stelle ha rispolverato il proprio codice interno, limandolo laddove fino a ieri vigeva un rigorismo da manuale. Il Consiglio nazionale, guidato da Giuseppe Conte, ha rivisto la storica regola dei due mandati, aprendo alla possibilità di nuove candidature per chi ha già fatto il bis.

Un’aggiustatina pragmatica, utile anche a tenere in campo nomi pesanti come quello di Roberto Fico, che guarda alla Campania. Come riportato dall’Ansa, il nuovo codice etico consente ai veterani di tentare la sorte a livello locale o nelle amministrative, previa benedizione degli iscritti.

Si potrà anche scegliere una pausa strategica o un cambio di ruolo, ma resta formalmente intatto il tetto dei tre mandati parlamentari: una barriera più simbolica che effettiva, giusto per non dare l’idea di essersi messi a fare politica a tempo indeterminato.

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