Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

«A Taranto si cambi passo. Regione? Prima dei nomi, i temi e la discontinuità»


Microcredito

per le aziende

 

Presidente Giuseppe Conte, chiuderà la campagna elettorale a Taranto, e la scelta non è certo casuale: per il M5s è una terra simbolo di tante battaglie. Quale destino immaginate per questa città?

«Quando siamo stati al governo abbiamo destinato ingenti risorse alla riconversione economica, sociale e culturale della città, per superare la monocoltura dell’acciaio. Insieme all’allora sottosegretario Mario Turco abbiamo disposto investimenti per oltre 1,2 miliardi con il “Cantiere Taranto”, abbiamo intercettato per lo sviluppo economico del territorio oltre 800 milioni dai fondi del Just transition fund e portato a Taranto i Giochi del Mediterraneo. Purtroppo gran parte delle risorse sono ancora bloccate a causa dell’incapacità del governo Meloni e della classe dirigente locale. Serve un cambio di passo per costruire un futuro in cui le priorità siano la tutela ambientale, sanitaria e la riconversione della città».

Perché alle Comunali di Taranto avete scelto di correre da soli? Grosso modo un replay di quanto accaduto un anno fa a Bari.

Microcredito

per le aziende

 

«Purtroppo le altre coalizioni, sia di centrosinistra che di centrodestra, non hanno presentato un programma politico per cambiare Taranto, la sensazione è che si siano concentrati più sui nomi che sui temi. A noi, invece, interessa portare avanti il lavoro iniziato quando eravamo al governo, i cittadini ci hanno chiesto discontinuità e di essere intransigenti su temi come l’ambiente e lo sviluppo economico. Lo faremo con la nostra ottima candidata Annagrazia Angolano e con vari esponenti della società civile. Siamo convinti di poter cambiare Taranto».

Capitolo Ilva: nuova fase convulsa e di crisi, peraltro con ulteriore scontro governo-magistratura. La cessione degli asset a Baku Steel e il percorso di decarbonizzazione, da voi più volte auspicato, rappresentano la via d’uscita?

«Quando eravamo al governo ci siamo ritrovati con un contratto già stipulato e con coraggio siamo riusciti a eliminare lo scudo penale, oggi ripristinato da Meloni, e iniziare un processo di nazionalizzazione con l’ingresso di Invitalia. Aggiungo che abbiamo anche destinato 1 miliardo di euro nel Pnrr per chiudere progressivamente gli altiforni e attivare un processo di riconversione verde dell’impianto. Oggi il disastro finanziario e industriale firmato Meloni-Urso è sotto gli occhi di tutti: sono stati buttati già 1,5 miliardi di soldi pubblici per la ripresa produttiva degli altiforni, peraltro quasi ferma, e sottratto 400 milioni dalle bonifiche che non si faranno più a Taranto. Ricordo infine che nella scorsa legge di Bilancio è stato approvato un emendamento del nostro coordinatore regionale Leonardo Donno per la creazione di un fondo di ristoro per le imprese dell’indotto con una dotazione di 3 milioni. Chiediamo ora al Governo di impegnare ulteriori risorse».

La nazionalizzazione però rischia d’essere un’illusione, con costi enormi.

«Se il settore siderurgico per il nostro Paese si ritiene strategico, qualunque governo, a prescindere dal colore, deve investire risorse per la produzione realmente green senza compromettere la salute delle persone e l’ambiente».

Michele Emiliano sostiene che voi vogliate «la chiusura dell’Ilva» e che questa posizione sia «una follia». Potremmo dire: “C’eravamo (vi eravate) tanto amati”…

«Non abbiamo mai parlato di chiusura della fabbrica, ma delle fonti inquinanti. Siamo l’unica forza politica che vuole la chiusura delle fonti inquinanti, l’avvio delle bonifiche, la ripresa produttiva con forni elettrici a idrogeno verde, la riconversione del territorio tramite la nazionalizzazione della fabbrica e un accordo di programma per tutelare lavoratori e imprese. Tutto il resto serve solo a confondere le acque».

Di sicuro si è rotto qualcosa in Puglia: da laboratorio e primo avamposto di un asse centrosinistra-M5s, a contesto di contesa perenne. È tutto legato solo al nodo della legalità, o in Regione c’è dell’altro, nel merito delle singole questioni? Emiliano vi accusa d’essere troppo ondivaghi, e spesso siete lì a metà tra maggioranza e opposizione.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

«L’anno scorso sono stato in Puglia per chiedere il Patto per la legalità. Il M5S ha dimostrato, a differenza di altre forze politiche, di non avere a cuore le poltrone, che ha lasciato per chiedere un cambio di passo su un tema imprescindibile. In un periodo di eclatanti casi giudiziari che hanno coinvolto la politica regionale ci siamo schierati dalla parte giusta. Invece di puntare il dito contro di noi, Emiliano dovrebbe dire cosa pensa di un sistema clientelare che ha riguardato anche alcune persone da lui nominate, e che sono finite al centro di scandali anche con risvolti giudiziari».

Cosa farete alle Regionali? Convergerete su Antonio Decaro, o c’è l’ipotesi di un’alleanza autonoma “modello Bari” con parte delle civiche di sinistra?

«Prima dei nomi è prioritaria la convergenza sui temi e lavorare per la discontinuità. A oggi non ci sono candidati sul tavolo, quando sarà il momento ci confronteremo eventualmente con le altre forze progressiste. Il M5s in Puglia dispone di una classe dirigente composta da persone qualificate e di valore, che possono dare un grande contributo per far crescere non solo sul piano economico ma anche sociale questa Regione».

Di sicuro il “caso Puglia” non è slegato dalle mosse nazionali, dal dialogo con Elly Schlein e da quanto accadrà nelle altre regioni: qual è la strategia?

«Questo dialogo con il Pd c’è, in Parlamento e fuori. In Parlamento abbiamo presentato varie proposte anche insieme ad Avs. Fuori ci vede governare insieme laddove c’è un programma condiviso. Il M5s è fermamente impegnato nel costruire un’alternativa a questo disastroso governo, ma non saremo mai disponibili a compromessi al ribasso o ad accordi con una coalizione che miri a conquistare Palazzo Chigi senza un reale progetto di cambiamento del Paese».

Fronte referendario ampio: è l’occasione di una “spallata” al governo? Il M5s ha una posizione diversa dalle altre forze di opposizione rispetto al quesito sulla cittadinanza: per quale motivo?

«Su questo quesito noi siamo per la libertà di coscienza, pensiamo che la via migliore per creare un’integrazione sociale e culturale profonda sia lo Ius Scholae, con l’acquisizione della cittadinanza dopo uno o più cicli di studio per almeno cinque anni. L’importante è che i cittadini vadano a votare per tutti i cinque referendum».

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

Ritorna alla ribalta il dossier dell’Autonomia differenziata: varati i Lep, il governo va avanti. Un rischio per il Sud? Quali le contromosse ora? E quali risposte, più in generale, vanno date al Mezzogiorno?

«Parliamo di una Legge delega al Governo, approvare i Livelli essenziali delle prestazioni, peraltro parzialmente e senza risorse, significa fare finta di approvarli e prendere in giro il cittadino del Sud che attende le mense a scuola o trasporti efficienti. Per dare un aiuto concreto al Sud oggi basterebbe saper spendere le risorse del Pnrr, che come minimo dovrebbero riguardare il Mezzogiorno per il 40% dei 209 miliardi che noi abbiamo portato in dote al Paese. Ma oggi scontiamo enormi ritardi da parte del governo, che sulla gestione del Pnrr ha di fatto alzato bandiera bianca. Per il Sud sarebbe anche importante costituire una Banca pubblica per gli investimenti, che guardi non solo al ritorno agli azionisti ma soprattutto all’economia reale, e il recupero del nostro Piano Transizione 4.0 per le imprese».





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Source link

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento