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Imprese e terzo settore, a Monza via al dialogo sulla vera sostenibilità!


Monza. La diversità può essere un ostacolo all’apparenza insuperabile, ma può anche diventare un fattore di crescita e di creazione di valore condiviso. Tutto dipende dall’approccio con il quale ci si conosce e si costruisce la voglia di lavorare insieme intorno ad un progetto o un’idea. È questa la base concettuale sulla quale si possono sviluppare le premesse lanciate nel convegno “IMPRESE CORAGGIOSE – L’impatto della responsabilità sociale sulle strategie aziendali”.

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L’appuntamento, organizzato presso il Centro San Pietro dalla storica Cooperativa sociale monzese “La Meridiana”con il patrocinio di Assolombarda, è stata l’occasione, grazie agli interventi e alle testimonianze di interpreti importanti del mondo business e di quello del terzo settore, per raccogliere spunti su come evolve il ruolo e l’impegno delle imprese a favore delle persone e dei territori. E ha permesso di costruire la cornice nella quale a Monza e in Brianza è possibile inserire, come in parte è già stato fatto, contenuti comuni di welfare e benessere sociale.

La responsabilità sociale delle imprese non è tanto o soltanto questione di soldi investiti nelle attività dei numerosi enti e associazioni del terzo settore. Si tratta di un tema che abbraccia fortemente il concetto di sostenibilità. Un termine ormai forse fin troppo di moda, in alcuni casi abusato, che al convegno organizzato dalla Meridiana, realtà in grado di offrire un’ampia gamma di servizi rivolti agli anziani con quasi 50 anni di storia, 72 soci, 107 volontari e 331 fra dipendenti, professionisti e consulenti, è stato approfondito nelle sue diverse sfaccettature.

“La sostenibilità ambientale e sociale è oggi diventata una bagarre – afferma Francesco Ferrara, Partner PwC Italia – stiamo vivendo, infatti, un contesto caratterizzato da norme complicate in cui l’Europa ha messo in campo una serie di iniziative su cui poi ha fatto indietro creando incertezza per le imprese e il sistema finanziario“. Nonostante le difficoltà attuali, però, la sostenibilità, “quella vera è ambientale, sociale ed economica” specifica Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, ha potenzialità grandi e in gran parte ancora da scoprire.

MeridianaFrancesco Ferrara (a destra) e Fabrizio Annaro

“La sostenibilità per un’impresa è anche un indubbio fattore competitivo, come ad esempio per i risparmi energetici del fotovoltaico, ma soprattutto ha un valore etico che ha aspetti molto pratici nel nostro territorio – spiega Giuseppe Fontana, CEO di Fontana Gruppo e presidente della Fondazione della Comunità Monza e Brianza – basti pensare alla vicinanza e alla condivisione tra imprenditore e dipendenti che si crea nelle numerose piccole e medie imprese brianzole, dove il welfare diviene spesso lo strumento concreto per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori”.

Un concetto che al convegno organizzato da Meridiana e moderato dal giornalista Fabrizio Annaro è stato ribadito anche da Lucio Rovati, Direttore scientifico Rottapharm Biotech e Presidente onorario Fondazione Luigi Rovati e da Giuseppe Maino, Presidente Bcc Milano. “Noi siamo nati sostenibili già 140 anni fa perché banca da una parte e cooperativa dall’altra – afferma Maino – oggi cerchiamo tutti i giorni di portare avanti sul territorio il nostro ruolo di attori sociali attraverso un’accentuata mutualità, la nascita di una Fondazione in cui concentrare le attività sociali e la nostra presenza in gruppi cooperativi“.

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Uno degli ostacoli principali allo sviluppo di una sostenibilità vera che consenta alle imprese e al terzo settore di condividere non solo investimenti, ma competenze ed esperienze per creare partnership costruttive, è l’eccessiva burocrazia. “Le imprese italiane hanno fatto investimenti importanti nella sostenibilità, come dimostra il fatto che siamo ai vertici delle classifiche, nel riciclo degli imballaggi e nell’acciaio pulito, ma non è possibile che in Europa la burocrazia incide per il 45% sui beni e per il 100% sui servizi” sostiene Spada.

Fontana Gruppo VeduggioLo stabilimento di Fontana Group a Veduggio

“Quindi sulla sostenibilità non si devono fare passi indietro, ma deve essere concepito come un percorso a tappe – continua il presidente di Assolombarda – ecco perché nell’automotive incentrare immediatamente tutto sulle batterie elettriche significa favorire la Cina e impoverire il nostro tessuto economico, mentre si dovrebbe dare spazio anche a motori endotermici ormai sempre meno inquinanti e ad altre forme di energia”.

L’invito, quindi, in particolare alle istituzioni, è quello di “semplificare, anche a livello normativo, per recuperare efficienza” afferma Marcello Giustiniani, Senior Partner BonelliErede e Presidente di ITA2030, un progetto che sostiene iniziative di valore del terzo settore per favorirne diffusione e replicabilità. “C’è bisogno di imprese sostenibili, ma anche di Stati consapevoli e, soprattutto, di una popolazione informata” aggiunge Rovati.

Al netto dei passi in avanti da fare, che determineranno i risultati dei prossimi anni e decenni, però, ad “IMPRESE CORAGGIOSE – L’impatto della responsabilità sociale sulle strategie aziendali” sono state messe in evidenza azioni concrete in grado di dare già frutti visibili sul fronte della sostenibilità, soprattutto sociale.

agenda assolombardaAlessandro Spada, Presidente Assolombarda

“Tra i tanti possibili esempi mi piace citare i palazzi che mio padre fece costruire per aiutare chi era stato danneggiato dal crollo della diga del Vajont e ancora oggi sono appartamenti destinati a prezzi calmierati ai nostri dipendenti – spiega Fontana – in generale, comunque, come uomo prima che imprenditore, sono coinvolto nella diffusione della cultura del dono per essere vicini a quelli che hanno bisogno”.

“Ai nostri 7200 associati offriamo servizi per permettere alle imprese di sostenere i loro sforzi sulla sostenibilità – aggiunge Spada – inoltre da meno di un anno abbiamo inaugurato un nostro asilo nido aziendale, il primo all’interno di Confindustria, per consentire di conciliare famiglia e lavoro e dare un contributo al contrasto dell’inverno demografico”.

biblioteca paese ritrovatoIl Paese Ritrovato

L’intervento dell’impresa nel sociale, secondo Rovati, “deve essere orientato al fare la differenza attraverso un’attenta scelta dei progetti in cui impegnarsi o ai quali contribuire. “Noi di Rottapharm Biotech, ad esempio, sosteniamo il Villaggio Alzheimer Paese Ritrovato ideato da Meridiana – spiega – durante il Covid ci siamo dedicati alla creazione di un vaccino, ma siamo consapevoli anche dell’importanza della cultura e, per questo, abbiamo inaugurato a Milano un museo che coniuga archeologia e arte contemporanea”.

Al convegno “IMPRESE CORAGGIOSE – L’impatto della responsabilità sociale sulle strategie aziendali” c’è stato anche spazio per una testimonianza particolare. Quella di Enzo Manes, imprenditore e filantropo, che è allo stesso tempo azionista e vicepresidente esecutivo di Kme, società leader in Europa nella produzione di semilavorati in rame, e creatore di Fondazione Dynamo, un progetto che fino ad oggi con i suoi camp sparsi in Italia ha ospitato 80mila persone fra ragazzi malati di patologie croniche e gravi e i loro familiari per programmi di terapia ricreativa.

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MeridianaEnzo Manes seduto al centro

Una storia esemplare che Manes racconta nel libro “Nessuno basta a se stesso-perché abbiamo bisogno del bene comune”, un titolo che è già un manifesto di quale sia la base della sostenibilità sociale per un imprenditore. “Il mio punto di partenza è che la meritocrazia è un falso mito e, per questo, il mio percorso è animato dal principio americano del giving back, la restituzione alla propria comunità della fortuna che la vita ha offerto” spiega.

Il bene comune, insomma, come linea guida ed orizzonte principale da realizzare secondo i principi di generosità, concretezza, bellezza e autenticità e senza dimenticare un approccio imprenditoriale nel management. “Il mio sogno è che ciascuno faccia la propria parte per cambiare il mondo – conclude – in Italia, ad esempio, stiamo lavorando ad una proposta politica, la good tax, ovvero un prelievo dell’uno per mille sulla ricchezza finanziaria dei patrimoni superiori a 500mila euro e ad una modifica della tassa di successione. Questo darebbe ogni anno miliardi di euro da destinare ad organizzazioni no profit”.



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