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Scudo obbligatorio contro la natura: assicurazione anticalamità per tutte le imprese italiane


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Una svolta epocale: le imprese italiane dovranno proteggersi dai disastri naturali.

È ufficiale: l’Italia diventa il primo Paese europeo a rendere obbligatoria l’assicurazione contro i danni da calamità naturali per tutte le imprese, grandi o piccole. Dopo il via libera definitivo del Senato, con 78 voti favorevoli e 53 astensioni, il decreto è legge. L’obiettivo è quello di rafforzare la resilienza del sistema economico di fronte a eventi climatici sempre più estremi.

Chi deve assicurarsi e quando: scadenze scaglionate per dimensione aziendale

Non tutte le imprese dovranno mettersi in regola allo stesso tempo. Il calendario tiene conto delle dimensioni aziendali:

  • Grandi imprese: termine invariato al 31 marzo 2025;
  • Medie imprese: proroga concessa fino al 1° ottobre 2025;
  • Piccole e micro imprese: scadenza fissata al 31 dicembre 2025.

Nel frattempo, per chi è già soggetto all’obbligo ma non ancora in regola, è prevista una moratoria di 90 giorni sulle sanzioni, per permettere l’adeguamento senza pressioni immediate.

Cosa copre la polizza obbligatoria: immobili, macchinari e perfino terreni

L’assicurazione anticalamità è pensata per offrire una protezione completa:

  • Immobili: copertura sul valore di ricostruzione a nuovo;
  • Beni mobili (macchinari, attrezzature, arredi): assicurati secondo il valore di rimpiazzo;
  • Terreni: viene coperto il costo di ripristino.

Anche immobili sanati o condonati rientrano nell’obbligo. Se un fabbricato affittato subisce danni, l’indennizzo va al proprietario, che è tenuto per legge a reinvestire l’importo nella ricostruzione.

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Quali eventi naturali sono effettivamente coperti

Non ogni disastro è incluso. La legge indica con precisione le calamità coperte:

  • Terremoti: con danni strutturali a edifici e impianti;
  • Alluvioni: esondazioni che invadono e danneggiano immobili e arredi;
  • Frane e smottamenti: con impatti su strutture, macchinari e terreni.

Alcune polizze estese prevedono anche rimborsi per perdita di ricavi dovuta all’interruzione dell’attività. Esclusi invece i danni da incendi non direttamente legati a una calamità e quelli provocati da eventi non inclusi nella lista ufficiale.

Incentivi e vigilanza: meno costi per le grandi, più controlli per tutti. Una nuova era per l’impresa italiana

Per le grandi imprese, è prevista la possibilità di una copertura unica per tutto il gruppo societario, con l’ulteriore vantaggio di esenzioni da scoperti o franchigie fino al 15% del danno.

Per evitare speculazioni sul costo delle polizze, il decreto affida a Ivass (l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) e al Garante prezzi il compito di monitorare il mercato assicurativo. L’obiettivo sarà quindi quello di prevenire rincari ingiustificati e garantire accessibilità economica per tutte le imprese, dalle multinazionali al piccolo laboratorio artigiano.

La legge segna un cambiamento radicale nel rapporto tra impresa e rischio ambientale. Con l’obbligo assicurativo, lo Stato spinge verso una cultura della prevenzione che fino a oggi era affidata alla sensibilità individuale o alla fortuna. Ora, prepararsi ai disastri naturali non è più una scelta, ma una condizione strutturale per fare impresa in Italia.

Una svolta che potrebbe ispirare anche altri Paesi europei, ma che intanto obbliga le aziende italiane a una riflessione: essere pronti al peggio non è un lusso, è una necessità.



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