Negli scenari futuri tracciati da ASviS, solo politiche innovative e coordinate possono evitare una crisi climatica ed economica entro il 2050
di Alessandro Petrone
Durante l’evento conclusivo del 9° Festival dello Sviluppo Sostenibile, ASviS ha presentato alla Camera dei Deputati una fotografia aggiornata sugli scenari futuri dell’Italia in relazione agli obiettivi dell’Agenda 2030. Il quadro emerso è chiaro: senza politiche incisive e una governance proiettata sul lungo termine, il Paese rischia un drastico calo economico e un ritardo strutturale nella transizione ecologica.
Scenari futuri e traiettorie economiche al 2050
Sulla base dei modelli elaborati da ASviS in collaborazione con Oxford Economics, lo scenario “Net Zero Transformation”, fondato su una strategia di decarbonizzazione e innovazione, porterebbe a una crescita del PIL dell’8,4% entro il 2050 e dell’1,1% già nel 2035. In assenza di misure concrete (“Catastrofe climatica”), le stime parlano di un crollo del PIL del 3,5% nel 2035 e del 23,8% al 2050. Lo scenario intermedio di “Transizione tardiva” segnerebbe invece solo un modesto +1% al 2050.
Indicatori, trend e scenari futuri: l’Italia non è su un sentiero sostenibile
Secondo l’analisi ASviS, su 37 obiettivi quantitativi definiti da strategie nazionali ed europee, solo 8 appaiono raggiungibili o vicini al target entro il 2030, mentre 22 risultano fuori traiettoria. Gli indicatori compositi mostrano un peggioramento rispetto al 2010 per sei Goal dell’Agenda 2030, tra cui povertà (Goal 1), acqua (6), disuguaglianze (10), ecosistemi terrestri (15), governance (16) e partnership (17). L’unico obiettivo con un miglioramento costante oltre un punto all’anno è il Goal 12, legato all’economia circolare.
Le imprese guadagnano con la sostenibilità
Il rapporto sottolinea che il 73,8% delle grandi imprese italiane ha investito in sostenibilità ambientale. Le aziende con un profilo “alto” hanno registrato una crescita del valore aggiunto del 16,7%, mentre quelle con profilo “medio” del 5,2%. Il 92% delle imprese familiari e l’89% delle non familiari riconoscono benefici concreti. Solo il 21% delle aziende percepisce l’inasprimento normativo come un rischio, contro una media UE del 36%. Più del 50% delle imprese manifatturiere ha già investito in efficienza energetica.
Politiche pubbliche disallineate e rischi di frammentazione
Nonostante la continuità con il PNRR, il Piano Strutturale di Bilancio 2024-2029 e la Legge di Bilancio 2025 sono considerati dall’ASviS inadeguati a rispondere alle sfide ambientali e sociali. Mancano misure per l’attuazione della Nature Restoration Law, il rafforzamento della fiscalità ambientale e la coerenza delle politiche intersettoriali. La sentenza del TAR del Lazio sul decreto aree idonee per le rinnovabili impone al Governo di riformulare criteri tecnici oggettivi, accelerando la pianificazione energetica.
Governance anticipante, VIG e Ecosistema Futuro
ASviS propone un nuovo modello decisionale ispirato al concetto di governance anticipante, in linea con la riforma costituzionale del 2022. Il disegno di legge 1192, approvato al Senato, introduce la Valutazione d’Impatto Generazionale (VIG), rendendola obbligatoria per tutte le norme con effetti ambientali e sociali sui giovani. Il progetto “Ecosistema Futuro”, lanciato il 14 maggio, coinvolge università, centri di ricerca e imprese per mettere il pensiero a lungo termine al centro della riflessione politica.
Una strategia sistemica: il Piano di Accelerazione Trasformativa
ASviS delinea la necessità di un Piano di Accelerazione Trasformativa (PAT) da adottare entro il 2026, per aggiornare la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), il Piano di Bilancio e rendere operativi strumenti come il Programma Nazionale per la Coerenza delle Politiche. L’obiettivo: colmare il ritardo accumulato rispetto all’impegno ONU a favore dell’Agenda 2030 e prevenire crisi future attraverso una pianificazione integrata.
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