Il credito d’imposta dedicato agli investimenti nelle Zone Logistiche Semplificate è ora disponibile per le domande, con una finestra temporale limitata che si estende dal 23 maggio al 23 giugno 2025. Questa agevolazione fiscale, aggiornata dal recente decreto Milleproroghe, mira a incentivare gli acquisti di beni strumentali per imprese operanti in specifiche aree geografiche sensibili a livello economico. La gestione delle richieste segue precise procedure telematiche stabilite dall’Agenzia delle Entrate, per le quali è indispensabile preparare e inviare correttamente tutta la documentazione prevista.
Aggiornamenti normativi e scadenze per gli investimenti nelle zone logistiche semplificate
Il credito d’imposta ha subito modifiche nelle tempistiche di validità grazie al decreto Milleproroghe approvato nel 2025. Mentre prima l’agevolazione riguardava gli investimenti realizzati fino al 31 dicembre 2024, ora si estende agli acquisti di beni strumentali effettuati tra il primo gennaio e il 15 novembre 2025. È requisito necessario che tali investimenti siano destinati all’utilizzo in zone riconosciute come ZLS o in unità produttive già operative all’interno di queste aree.
Questa proroga amplia la platea dei beneficiari, includendo chi ha programmato investimenti durante il primo semestre dell’anno in corso e richiede attenzione ai termini precisi per la presentazione delle domande. La scadenza del 23 giugno 2025 segna il termine ultimo per inoltrare le richieste tramite il canale telematico messo a disposizione. Le aziende devono quindi muoversi con tempismo per non perdere l’opportunità.
Come presentare correttamente la domanda per il credito d’imposta nelle ZLS
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato dettagliate istruzioni e uno specifico software per l’invio telematico delle richieste di credito d’imposta relative agli investimenti nelle ZLS. L’iter da seguire prevede il download del programma dedicato, la compilazione precisa dei moduli, e la trasmissione tramite il portale del fisco. Questo sistema è stato pensato per prevenire errori formali o omissioni che potrebbero causare un respingimento automatico dell’istanza.
In caso di invii effettuati tra il 19 e il 23 giugno, la procedura automatica potrebbe rifiutare le domande a causa di problemi legati alla tempistica o alla corretta compilazione. Se la richiesta viene rigettata, il contribuente ha la possibilità di ripresentarla entro il 28 giugno, adottando le correzioni indicate. L’attenzione alla correttezza nelle prime fasi riduce i tempi e i rischi di esclusione dal beneficio fiscale.
Controllo e verifica dello stato della domanda: cosa fare prima dell’invio definitivo
Il sistema telematico consente a chi ha inoltrato la domanda di controllarne lo stato cinque giorni prima della scadenza definitiva. Il controllo avviene tramite accesso autenticato alla propria area personale sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Qualora la pratica fosse respinta, verranno comunicate le motivazioni specifiche che hanno portato al rigetto.
Mantenere monitorata la richiesta è fondamentale per intervenire prontamente e presentare eventuali integrazioni o correzioni. Questo passaggio aiuta a evitare perdite di tempo che potrebbero compromettere l’accesso al credito d’imposta. L’ultimo invio, previsto per fine giugno, deve includere anche la documentazione che attesti i costi sostenuti, in modo da definire in modo chiaro i valori riconducibili all’incentivo fiscale.
Tempistiche e documentazione necessaria per beneficiare del credito d’imposta nelle ZLS nel 2025
La conferma definitiva dell’ammissibilità al credito avverrà tra il 20 novembre e il 2 dicembre 2025. In questa finestra temporale le imprese dovranno inviare la documentazione completa che certifichi gli investimenti nei beni strumentali effettuati e l’effettivo utilizzo nelle zone logistiche semplificate. Si tratta di un’operazione indispensabile perché l’Agenzia delle Entrate possa erogare il beneficio in base ai costi ammissibili presenti.
La preparazione accurata di tutta la documentazione e la puntualità negli invii sono fondamentali per evitare problemi burocratici o l’esclusione dal medesimo incentivo. Le aziende devono raccogliere fatture, contratti e ogni prova necessaria a dimostrare il rispetto delle condizioni richieste, concentrandosi sulle date di acquisto e sull’ubicazione degli investimenti svolti. Questo passaggio sancirà l’effettiva disponibilità del credito d’imposta per chi ha seguito attentamente tutte le procedure dal 2022, anno di partenza regolamentare del beneficio fino al 2027.
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