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Il Governo taglia i fondi, a rischio 27 strade nell’isola: le risorse vanno a Genova e per il Ponte sullo stretto di Messina


Sassari Come nei tre atti del perfetto numero di magia. C’è la “promessa”, in questo caso quella del piano di finanziamenti da 51 milioni di euro nel triennio 2025-2028 e destinato alla manutenzione delle strade provinciali. Poi la “svolta”, con il governo Meloni, e il ministro Salvini, che cambia programma e taglia quasi il 50 per cento dei fondi destinati alla Sardegna, che quindi dai 51 attesi diventano 27, per dirottarne 23 verso altri impegni di spesa. E, infine, il “prestigio”: i denari che un tempo dovevano cancellare le buche sulle strade di tutta Italia, serviranno invece alla costruzione dello stratosferico ponte sullo stretto di Messina. Anche se poi Salvini ha detto che in realtà verranno destinati alla ferrovia che collegherà Genova a Tortona. A questo punto, ritornando al numero di magia, sarebbero dovuti arrivare gli applausi del pubblico. Invece per ora sono arrivate solo le critiche di chi pensa che la ferrovia tra la Liguria e la Pianura Padana o il megaponte tra Calabria e Sicilia sarebbe meglio mettere a posto le strade e magari anche sistemare le ferrovie, un altro tema in cui la Sardegna ha parecchia strada da recuperare.

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L’accusa «Mi auguro che Salvini ci ripensi, che cambi idea e mi appello ai parlamentari sardi, che conoscono la situazione delle nostre strade – dice l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Antonio Piu –. Noi abbiamo stanziato 110 milioni per la sistemazioni della strade, 60 di fondi regionali e 50 che arrivando dai fondi di Sviluppo e coesione. Ora, venendo meno il contributo del Governo, è chiaro che dovremo rallentare nella manutenzione delle strade provinciali e rischiamo anche di vanificare i nostri sforzi». L’antefatto Prima che il governo decidesse di concentrarsi sul ponte sullo Stretto, invece di destinare i fondi alla sistemazione delle scassatissime strade provinciali dell’isola, la Regione lo scorso settembre aveva provato l’azzardo davanti alla Commissione Parlamentare per il contrasto degli svantaggi dell’insularità giocando la carta della “ limitata dotazione infrastrutturale che genera un fenomeno che possiamo chiamare “insularità interna”. In sostanza, l’isola nell’isola. L’isolamento al quadrato, l’impossibilità di connessione tra i territori della stessa regione, in questo caso causata da una rete stradale insufficiente e pericolosa. «Avevo chiesto che venisse erogato un plafond extra che sfiorava i 400 milioni, cioè l’optimum, le migliori condizioni possibili per mettere in ordine tutta la rete viaria che fa capo alle Province – ricorda l’assessore Piu –. Chiaramente non mi sarei mai aspettato di ritornare a casa con un parere positivo, ma speravo che la richiesta potesse tradursi perlomeno nell’inizio di un cronoprogramma d’intervento che ci avrebbe permesso di progettare la sistemazione delle strade». Una richiesta corredata dai dati che, di fatto, raccontano l’esperienza di guida di chi, suo malgrado, è costretto ad affrontare le strade dell’isola. Per prima cosa: “l’analisi dei dati sullo sviluppo e la distribuzione territoriale delle strade”, un’indagine che spiega come “il valore del rapporto tra lo sviluppo della rete provinciale e la superficie da servire, pari a 24,6%, è nettamente inferiore alla media nazionale, che è 43,91%”. Da qui, aggiungendo le buche e i disastri vari che si incontrano sull’asfalto sardo, si aggiunge un’indagine della Banca d’Italia sui tempi di percorrenza e quindi “l’indicatore calcolato per la rete stradale della Sardegna, pari a 63,5, è abbondantemente inferiore alla media nazionale, pari a 100, risultando ampiamente il più basso rispetto a tutte le regioni italiane”. In altre parole, le strade sono pericolose, quindi si deve andare molto piano e i tempi di accesso a porti e aeroporti, e ai servizi concentrati nelle principali aree urbane, sono i più alti d’Italia.

Le strade a rischio In alcuni casi sono manutenzioni, in altri collegamenti, in altri ancora realizzazioni ex novo. In totale, gli interventi segnalati dalla Regione sono 27. L’elenco delle strade a rischio “definanziamento” comprende arterie provinciali in tutta l’isola. Ad esempio, sono in sospeso i lavori di collegamento stradale tra la provinciale 60, la Buddi Buddi, e l’ex 131(per un totale di un milione e mezzo). Poi c’è la manutenzione straordinaria della Provinciale tra Sassari e Ittiri (5.800.00), i lavori per la costruzione di uno svincolo tra la Provinciale 15 e Tissi (3.700.000) e, tra gli interventi più “pesanti “la sistemazione della Castelsardo-Santa Teresa, più di 14 milioni. Ci sono anche i quasi 9 milioni per la Aggius-Viddalba, quasi 10 per la provinciale 10 per Luras, 5 per la Aglientu-Vignola. Potrebbe rimanere in cantiere la realizzazione di una nuova strada di collegamento tra la provinciale 27 e l’asse industriale dell’Ogliastra, la sistemazione della Provinciale 3 nel tratto tra Siniscola e La Caletta, anche se in questo caso si tratta dell’integrazione di un finanziamento. Poi c’è il completamento e la messa in sicurezza della Baunei-Triei, l’adeguamento della 56 nel tratto Oristano-Santa Giusta, la “riqualificazione dell’itinerario Tempio-Olbia nel tratto tra Tempio e Calangianus”, gli interventi di recupero delle opere a scavalco sulla statale 672 (Sassari-Tempio), l’adeguamento e la messa in sicurezza della provinciale tra Magomadas e Bosa e un lungo elenco di strade provinciali in cui sono previsti interventi di manutenzione.



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