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Formaggi confermato presidente della CNA Montebelluna | Oggi Treviso | News


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MONTEBELLUNA Andrea Formaggi è stato riconfermato presidente del mandamento CNA di Montebelluna nel corso dell’assemblea congressuale tenutasi giovedì sera. Imprenditore di Volpago del Montello, 52 anni, titolare della Mould Design – azienda specializzata nella produzione di stampi per materie plastiche – Formaggi guida il mandamento dal 2023 ed è figura di lunga esperienza all’interno dell’associazione. Con la sua riconferma, valida per i prossimi quattro anni, è stato rinnovato anche il direttivo mandamentale. Ne fanno parte: Romina Certali, Andrea Formaggi (presidente), Sonia Mazzoccato, Alessandro Moro, Diego Pozzobon (vicepresidente), Francesco Visintin e Cristina Zanellato. Durante l’assemblea, il presidente ha illustrato la situazione del tessuto produttivo locale, rilevando segnali di criticità. Nell’area montebellunese sono attive 12.240 imprese con 50.553 addetti. Di queste, 3.659 sono artigiane (10.711 addetti), 2.484 a prevalente guida femminile (7.312 addetti), 1.022 sono giovani imprese (2.233 addetti), e 1.445 sono imprese a conduzione straniera (4.352 addetti). Il manifatturiero resta il comparto principale, con il 41,9% degli addetti, seguito dai servizi alle imprese (16,8%), commercio (12,6%) e agricoltura (6,6%).

 

Tuttavia, il 2024 ha segnato un saldo negativo: 84 imprese in meno rispetto all’anno precedente. Su base decennale (2014-2024), la perdita è di circa 400 imprese, con contrazioni significative nel commercio (-449), manifatturiero (-195, di cui -105 nella moda) e costruzioni (-110). In controtendenza, crescono i servizi alle imprese (+259), servizi alla persona (+67) e agricoltura (+40). “In 10 anni il montebellunese ha perso 400 imprese. Servono azioni rapide per il rilancio del territorio: politiche sociali per il rilancio dei consumi, incentivi per la digitalizzazione, supporto all’internazionalizzazione e per il ricambio generazionale”, ha dichiarato Formaggi. Analizzando il quadro economico, il presidente ha aggiunto: “Vedendo il contesto economico attuale, va detto che dopo anni di impennata, l’inflazione si è stabilizzata intorno al 2% nel 2025. Un dato fisiologico ma comunque critico per il potere d’acquisto. Servono politiche che favoriscano la crescita dei salari in linea con i prezzi. Servono più tutele per i redditi più bassi e investimenti strutturali per aumentare la produttività, con un focus su energia e innovazione. Considerata sia una sfida che un’opportunità, la transizione verde richiede sostegno per le PMI, con incentivi concreti per l’autoproduzione energetica con impianti fotovoltaici e mini-eolico. L’obiettivo è ridurre il gap energetico con l’Europa: oggi le imprese italiane pagano l’energia fino al 40% in più rispetto ai competitor europei”.

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Sul fronte credito, Formaggi ha espresso preoccupazione per la stretta in atto: “Altro tema centrale è quello dell’accesso al credito, in forte calo per le imprese artigiane: -40% in dieci anni. Serve un rilancio dei consorzi fidi, penalizzati dall’eccessivo ricorso alle garanzie pubbliche. Abbiamo bisogno di un ecosistema del credito orientato al sostegno reale delle PMI, evitando che le banche usino gli strumenti pubblici solo per coprire i crediti esistenti”. Infine, ha richiamato l’attenzione su export, digitale e ricambio generazionale: “Il Made in Italy ha ancora un grande valore sul piano internazionale, ma molte micro-imprese restano escluse dai mercati internazionali. Serve un supporto strutturato per l’internazionalizzazione: formazione, missioni commerciali, reti d’impresa, consulenze sul commercio elettronico e strumenti digitali per vendere all’estero. Digitalizzazione e piattaforme di e-commerce sono centrali per far crescere l’export anche da territori come Montebelluna”. “Infine, non dimentichiamo un aspetto fondamentale. L’invecchiamento e il calo delle nascite mettono a rischio il ricambio generazionale e la continuità delle attività artigiane – ha concluso – per questo abbiamo bisogno di politiche di sostegno delle famiglie, incentivi per facilitare il ricambio generazionale subentro nelle imprese, e percorsi per attrarre lavoratori giovani e qualificati nei settori dove mancano competenze, anche stranieri. Questo per ringiovanire il tessuto produttivo e salvaguardare il patrimonio di saperi artigiani”.

 


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