Confronto serrato tra la premier e il nuovo leader degli industriali: rilancio economico, caro energia e politiche europee al centro dell’agenda comune
All’assemblea straordinaria di Confindustria a Bologna, l’Italia si è mostrata come un Paese che vuole tornare protagonista, ma anche consapevole delle sfide strutturali ancora aperte. Sul palco, da un lato la premier Giorgia Meloni, che rivendica i risultati economici e la ritrovata credibilità internazionale; dall’altro Emanuele Orsini, neoeletto presidente di Confindustria, che pone sul tavolo proposte ambiziose e richieste urgenti, a partire dal drammatico nodo del costo dell’energia.
Meloni ha scelto di aprire il suo intervento con toni di fiducia e orgoglio. “L’Italia è credibile”, ha detto, indicando lo spread dimezzato, la vitalità della Borsa e il rinnovato interesse degli investitori internazionali come segnali di un sistema che sta ritrovando equilibrio e attrattività. Anche Moody’s, storicamente severa con il nostro Paese, ha rivisto al rialzo il rating dell’Italia dopo venticinque anni. Un cambio di passo che, per la presidente del Consiglio, testimonia la solidità delle scelte di governo.
Ma la consapevolezza dei problemi non manca. Il più pressante, indicato da Orsini e raccolto subito da Meloni, è il caro energia. “Speculazioni inaccettabili”, ha dichiarato la premier, aprendo al disaccoppiamento del prezzo dell’energia rinnovabile da quello del gas, una proposta da tempo cara a Confindustria. “È una battaglia che dobbiamo affrontare con serietà, senza timori ideologici”, ha aggiunto, offrendo la disponibilità del governo anche a valutare contratti pluriennali a prezzo fisso tra produttori e imprese.
Il presidente Orsini ha voluto imprimere una svolta netta nel suo esordio da leader degli industriali. La proposta chiave è un piano straordinario da 8 miliardi l’anno per tre anni (meglio se cinque), per rilanciare la manifattura italiana. I fondi? Dal PNRR e dai fondi di coesione europei. Ma Orsini ha guardato anche a Bruxelles: serve una deroga al Patto di stabilità che vada oltre la difesa, e serve rivedere alcune politiche che rischiano di danneggiare la competitività industriale, come lo stop al motore endotermico entro il 2035 e le nuove regole su packaging e brevetti.
Nel suo intervento, il presidente di Confindustria ha anche ricordato che le imprese italiane pagano l’energia fino all’80% in più rispetto ai loro concorrenti europei. “Una situazione insostenibile”, ha detto, che colpisce un settore che da solo rappresenta il 42% del fabbisogno elettrico nazionale. Da qui, la necessità urgente di riformare la struttura dei prezzi e puntare sul disaccoppiamento come leva di competitività.
Se sul fronte energia si intravede un allineamento tra governo e imprese, Orsini non ha mancato di segnalare criticità. Ha evitato però uno scontro frontale, preferendo concentrarsi sulle proposte: potenziamento dell’Ires premiale, ripristino dell’Ace, rilancio di Industria 4.0, semplificazioni burocratiche. Meloni ha risposto garantendo il proprio impegno diretto e annunciando che 15 miliardi del PNRR verranno rimodulati per finanziare misure di crescita e produttività.
Infine, un passaggio non scontato è arrivato sul fronte europeo. Se Orsini ha lanciato frecciate alla Commissione e alla BCE, accusata di rigidità sui tassi e sui requisiti patrimoniali, Meloni ha scelto un registro più diplomatico ma comunque incisivo. Ha ringraziato Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo presente in sala, per il sostegno politico, e ha chiesto all’Europa “coraggio” per rimuovere i “dazi interni” autoimposti, che rallentano l’economia continentale.
In platea, ministri, leader sindacali e big dell’industria italiana. Segno che il dialogo sociale, pur tra tensioni e divergenze, è vivo. Meloni ha chiuso l’intervento con un’esortazione: “Pensate in grande. Io farò lo stesso”. Una promessa che ora dovrà misurarsi con le scadenze e le risorse, con i vincoli europei e le attese degli imprenditori. E con l’energia – letteralmente e simbolicamente – che serve per far ripartire davvero il Paese.
Qui puoi leggere l’intervento del presidente Orsini
Qui puoi leggere l’intervento della premier Meloni
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