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Ecco le proposte e l’appello di Confindustria


Il presidente degli industriali Orsini chiama un patto nuovo tra politica, sindacati e imprese

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“È il tempo della responsabilità, del coraggio, della determinazione.” Con queste parole il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha acceso i riflettori sull’assemblea annuale degli industriali. Davanti alla premier Giorgia Meloni e alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, ha lanciato un appello trasversale: servono strumenti nuovi e un patto nuovo tra politica, sindacati e imprese. Perché “un’Italia ancora più grande” può nascere solo da un’azione corale.

PIANO INDUSTRIALE STRAORDINARIO: LA PROPOSTA CENTRALE

L’Italia ha bisogno di una scossa. Non assistenzialismo, ma investimenti mirati: 8 miliardi l’anno per tre o cinque anni, con l’obiettivo di spingere il Pil ad almeno il +2% nel prossimo triennio. Orsini parla chiaro: “Lavoriamo tutti insieme – industria e servizi, istituzioni e partiti – per un piano industriale straordinario”. Il motore dell’economia non può girare a vuoto, serve benzina sotto forma di incentivi e semplificazioni.

EMERGENZA COSTO DELL’ENERGIA

Il costo dell’energia? “Un dramma che si compie ogni giorno”. Confindustria chiede il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas e la riduzione degli oneri di sistema, che pesano circa 40 euro per MWh. E spinge per il ritorno al nucleare con piccoli reattori modulari. “È una situazione insostenibile. Occorre agire con urgenza” ha ribadito Orsini.

BASTA BUROCRAZIA, SPAZIO ALLA PRODUTTIVITA’. SALARI PIU’ ALTI, MA LEGATI ALLA PRODUTTIVITA’

L’industria soffoca tra normative, regolamenti e tempi biblici. “Serve una drastica semplificazione della burocrazia europea e nazionale. Le regole devono mettere al centro la competitività” ha detto il presidente di Confindustria. L’obiettivo? Sviluppare una sostenibilità integrata: economica, sociale e ambientale. E abbattere la speculazione finanziaria su meccanismi come l’Ets e il Cbam.

Orsini tende poi la mano ai sindacati: “Lavoriamo insieme per alzare le retribuzioni attraverso i contratti di produttività aziendali”. Basta contratti pirata, è il mood, avanti con un sistema che premi la crescita congiunta di imprese e lavoratori. Confindustria vuole regole chiare sulla rappresentanza e su chi può firmare i contratti collettivi.

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INDUSTRIA 5.0, FISCO AMICO E CAPITALE DA RAFFORZARE

L’Ires premiale va potenziata. Industria 5.0 deve diventare realtà. I contratti di sviluppo vanno semplificati. “Abbiamo strumenti validi, ma devono diventare più accessibili e rapidi” dice Orsini, consapevole delle difficoltà del momento. Le imprese devono essere incentivate a investire, rafforzarsi, aggregarsi. Serve un fisco che premi chi ci crede.

E ancora. L’Europa deve cambiare passo. “Il Patto di Stabilità e Crescita non può essere un patto per il declino”, avverte. Servono un mercato unico degli investimenti e dei risparmi e una Bce più coraggiosa su tassi e regole bancarie. Per Confindustria, ogni Paese europeo deve poter sostenere le proprie industrie, senza lacci imposti da Bruxelles. “Siamo convinti che sia più un problema di metodo che di risorse” afferma. Delle 80 proposte avanzate da Confindustria a costo zero, solo 14 sono state accolte finora. Eppure, il potenziale è enorme. “Superiamo insieme gli ostacoli, possiamo fare molto di più”, è l’invito finale rivolto alla politica.



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