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Le sfide globali della cooperazione. Per un’economia più equa e partecipata


Fare cooperazione non significa fare volontariato, ma, al contrario, attuare un modello economico alternativo che oggi conta 3 milioni di imprese in tutto il mondo. Il mondo cooperativo deve cominciare a guardare ai giovani. Parliamo spesso di loro, ma senza lasciargli davvero dello spazio e senza formarli. Per essere in grado di affrontare una transizione generazionale che, prima o poi, si paleserà, dobbiamo responsabilizzarli, coinvolgerli in modo tale che si innamorino del mondo cooperativo, ne facciano realmente parte e lo difendano. Inoltre, non è possi bile pensare a uno sviluppo duraturo, senza tenere in considerazione la Fare cooperazione non significa fare volontariato, ma, al contrario, attuare un modello economico alternativo che oggi conta 3 milioni di imprese in tutto il mondo.

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Il mondo cooperativo deve cominciare a guardare ai giovani. Parliamo spesso di loro, ma senza lasciargli davvero dello spazio e senza formarli. Per essere in grado di affrontare una transizione generazionale che, prima o poi, si paleserà, dobbiamo responsabilizzarli, coinvolgerli in modo tale che si innamorino del mondo cooperativo, ne facciano realmente parte e lo difendano. Inoltre, non è possi bile pensare a uno sviluppo duraturo, senza tenere in considerazione la portante occasione di confronto tra esponenti del movimento cooperativo globale, con uno sguardo rivolto agli obiettivi di sviluppo sostenibile del l’Agenda 2030.

“Dedichiamo questo momento di confronto ai movimenti cooperativi internazionali e siamo grati che siano qui oggi per aprire una finestra sul futuro della cooperazione” – ha affermato Attilio Dadda, Presidente di Legacoop Lombardia e membro del Board ICA. “Vogliamo essere un movimento globale che costruisce alleanze, rafforza le relazioni internazionali e valorizza le buone pratiche cooperative per stimolare progettualità comuni che possano avere un impatto positivo a livello globale”. Un’economia cooperativa che, a livello mondiale, coinvolge il 12% della popolazione e offre lavoro o opportunità al 10% degli occupati. Le 300 cooperative più grandi generano un fatturato di quasi 2.500 miliardi di dollari. Milano, culla del movimento coopera tivo italiano, conta oltre 1 milione di soci e circa 30mila addetti, detenendo la più alta concentrazione di cooperative nel Paese. Secondo Si mone Gamberini, Presidente di Legacoop Nazionale, “guardando al futuro, crediamo sia necessario ri definire il concetto stesso di sviluppo che non deve essere inteso come crescita fine a se stessa, ma come il perseguire un’equità sociale e ambientale. Per fare ciò è necessario un impegno congiunto che porti ver so un’economia sempre più umana e sostenibile”.

Petar Stefanov, Presidente di Cooperatives Europe, ha sottolineato infine l’urgenza di coinvolgere le nuove generazioni: “Ad oggi, un impegno da perseguire è capire cosa sia davvero importante per i giovani. Dobbiamo attrarli, coinvolgerli e dare loro delle responsabilità. Serve, infatti, invertire un trend che continua a guardare al passato. Se facessimo un’analisi dei discorsi fatti sulle cooperative e sul tema della cooperazione, solo il 10/15% guarda verso il futuro, il restante si concentra ancora su ciò che è stato. È una percentuale troppo bassa: se non riusciamo a cambiare questo trend ci allontaneremo sempre di più dai nostri futuri soci”.

A cura della Redazione di Legacoop Lombardia



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