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Ilva, in ansia per tempi e risorse


Nel dibattito sul futuro dell’Ilva, in una delle fasi più delicate della stagione che potrebbe consegnare il siderurgico nelle mani degli azeri di Baku Steel, si è alzata anche la voce della premier che ieri, sul palco bolognese dell’assemblea di Confindustria, ha lanciato un messaggio ben chiaro: «C’è bisogno che tutti gli attori diano una mano e non ci siano attori che preferiscano mettere i bastoni tra le ruote: credo tutti comprendano cosa c’è in ballo», le parole di Giorgia Meloni. La situazione «che abbiamo ereditato» è «molto complessa», ha aggiunto, ma «il governo continuerà a fare la propria parte e sono certa che ognuno farà la sua parte».

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Situazione complessa, com’è noto. Al termine del Tavolo tenuto al Mimit lunedì, il ministro Adolfo Urso ha chiarito che con l’Altoforno 1 fuori gioco a causa dell’incendio del 7 maggio (e del successivo sequestro da parte della Procura tarantina), la produzione di acciaio nei prossimi 7-8 mesi sarà necessariamente dimezzata. «Occorre garantire le imprese del territorio e la coesione sociale nella fase transitoria», il commento di Confartigianato, Casartigiani, Cna e Fai Conftrasporto. Le associazioni datoriali hanno lodato la «concretezza con cui il governo e i commissari straordinari stanno affrontando la complessa fase di acquisizione dell’ex Ilva e la chiusura dell’altoforno Afo1, che ha ridotto la produzione dell’acciaieria ai minimi storici». Al contempo hanno chiesto all’esecutivo, «in piena collaborazione con la Regione Puglia, l’attivazione di adeguati supporti economici per le imprese dell’indotto, inclusi ristori e credito agevolato al fine di preservare la coesione e la dignità sociale nell’area ionica».

Anche la segretaria nazionale Cisl, la tarantina Daniela Fumarola, ha fatto sentire la sua voce sull’Ilva, ospite dell’assemblea generale di Confindustria. «Bisogna assolutamente abbandonare le ideologie e arrivare a dare una soluzione stabile a una filiera, quella dell’acciaio, fondamentale per il nostro Pese, e bisogna farlo mantenendo i livelli occupazionali, dando sicurezza al tema della salute e dell’ambiente che nei territori in cui Ilva è molto presente, penso soprattutto a Taranto, è un tema molto sentito. Si tratta di vedere in che modo si raggiunge questo risultato, attendiamo di conoscere, attraverso il confronto con il governo, il piano industriale e le eventuali evoluzioni», ha detto Fumarola.

Confindustria Taranto, invece, si è detta preoccupata per i tempi che sembrano dilatarsi sul terreno della trattativa per l’acquisto da parte di Baku Steel. «Il ministro Urso ha detto chiaramente che con la regione Puglia bisogna stilare un programma dove le 3 situazioni che vanno definite subito sono l’Aia, l’autorizzazione di un rigassificatore nella prima fase e che gli impianti non si spengano, queste sono le tre situazioni che possono portare la continuazione di trattativa con Baku, che sarà impossibile fare entro luglio ma entro la fine dell’anno si potrà portare a termine», l’annotazione di Salvatore Toma, presidente Confindustria Taranto. D’altronde tutto il territorio è in ansia per le sorti dello stabilimento tarantino. Vincenzo Cesareo, presidente Camera di Commercio di Brindisi: «Abbiamo ascoltato degli intendimenti che sono sicuramente interessanti. Abbiamo chiesto di capire quali sono, chi mette a disposizione e come vengono messe a disposizione le risorse che saranno sicuramente ingenti – ha spiegato alla luce dell’esito del Tavolo al Mimit – C’è un’idea di cui stiamo discutendo con il Mef ma non abbiamo avuto ancora cifre. Serve un plafond che funzioni soprattutto per il ristoro delle aziende dell’indotto», la richiesta di Cesareo.



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