“Imprese e ricerca insieme per sviluppare soluzioni tecnologiche per l’estrazione di materie prime critiche da urban mining. L’innovazione tecnologica è la chiave della competitività per il nostro Paese. Non possiamo competere con Paesi extra UE in termini di volumi di materie prime critiche estratte e lavorate ma possiamo acquisire una leadership tecnologica ed esportarla ovunque”.
Con queste parole Laura D’Aprile, Capo Dipartimento dello Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), ha annunciato su LinkedIn la pubblicazione del nuovo avviso ministeriale per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo relativi alla progettazione ecocompatibile e alle attività di estrazione mineraria urbana.
L’iniziativa rientra nella seconda Linea di intervento dell’investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, scrive il MASE, destinato all’approvvigionamento sostenibile, circolare e sicuro delle materie prime critiche, con dotazione finanziaria complessiva pari a 24 milioni di euro e gestito dal Dipartimento Sviluppo Sostenibile (DISS) e dalla direzione generale Economia Circolare e Bonifiche (ECB) del Ministero.
“Con un investimento di 24 milioni di euro – ha sottolineato la viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava – sosteniamo progetti innovativi che valorizzano le nostre città come miniere urbane, recuperando materie prime critiche e strategiche dai rifiuti. Questa misura promuove tecnologie avanzate per il riciclo, la progettazione ecocompatibile e l’ottimizzazione della raccolta differenziata, accelerando la decarbonizzazione e rafforzando l’autonomia e l’indipendenza del nostro Paese.”
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Le materie prime critiche e l’importanza dell’economia circolare
Come ricorda lo stesso MASE, “le materie prime critiche sono quelle materie prime di importanza economica caratterizzate da alto rischio di fornitura. Molte materie prime critiche sono essenziali per lo sviluppo di settori strategici quali le energie rinnovabili, la mobilità elettrica, le tecnologie digitali e dunque fondamentali per attuare la transizione ecologica ed energetica, sviluppando al contempo innovative filiere industriali nazionali. I fabbisogni di materie prime critiche per la produzione di motori elettrici, batterie, accumulatori, elettrolizzatori, turbine eoliche, chips, pannelli fotovoltaici ecc. aumenteranno notevolmente nei prossimi anni”.
Se sull’importanza delle materie prime critiche per il presente e ancor di più per il futuro non si può che essere concordi, le differenze nascono sulle modalità con le quali Stati e aziende intendono garantirsi l’approvvigionamento. Da una parte ci sono le estrazioni minerarie, aggiornate certamente rispetto alle modalità ambientalmente devastanti del Novecento ma su cui rimangono scetticismi e paure; e dall’altra c’è il ricorso alle miniere urbane e all’economia circolare, su cui i dubbi sono più che altro legati alla capacità di garantire un’adeguata quantità di forniture. Non sorprende che nel lancio dell’avviso una dirigente importante del MASE come Laura D’Aprile abbia esplicitamente citato l’economia circolare; i colleghi e le colleghe del ministero delle Imprese e del Made in Italy, invece, puntano maggiormente sulle estrazioni e anche all’interno del MASE ci sono differenti vedute – così come, e lo abbiamo raccontato, pure enti pubblici come Ispra ed ENEA hanno posizioni non omogenee.
In ogni caso il nuovo avviso del MASE da 24 milioni di euro finanzierà progetti ammissibili sulle materie prime critiche, con spese comprese tra 1 e 2 milioni di euro, relativamente a specifici ambiti di ricerca:
- “tecnologie e metodi per il recupero, il riciclaggio e il trattamento dei rifiuti contenenti materie prime critiche e strategiche;
- “integrazione della progettazione ecocompatibile nella produzione e nei processi di consumo;
- “ottimizzazione della raccolta e selezione dei rifiuti urbani per garantire un’offerta costante e di qualità di materie prime critiche da estrazione urbana”.
Dalle ore 12 del prossimo 5 giugno e fino alla stessa ora del 4 luglio potranno presentare domanda di accesso al contributo le imprese di qualsiasi dimensione, operanti sull’intero territorio nazionale, anche in forma congiunta con altri soggetti, tra cui organismi di ricerca.
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