“La filiera italiana è fragile, da anni sopravvive, ma tra il 2024 e il 2025 sono arrivate le prime chiusure: due aziende”. Walter Regis, presidente di Assorimap, Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi Industria, avverte delle difficoltà in cui versa il comparto italiano. 350 imprese attive – inclusi raccoglitori e selezionatori di rifiuti e scarti industriali – oltre 240 i produttori di materie prime seconde, 86 gli impianti specializzati in plastica post-consumo. Un comparto centrale dell’economia circolare, eppure in sofferenza.
L’allarme arriva dalla Fiera Green Plast di Milano, dove Associazione dei riciclatori meccanici di materie plastiche ha presentato oggi il proprio Report annuale sul settore industriale del riciclo meccanico delle materie plastiche, realizzato da Plastic Consult: “Il problema – si legge nel comunicato stampa – è nei costi: energia elettrica schizzata a 135€/MWh a fine 2024 e feedstock sempre più cari. Ma non solo. L’Europa ha raddoppiato la capacità produttiva di riciclati dal 2016, ma le importazioni low cost – soprattutto da Asia e Nord Africa – invadono il mercato, spesso senza garanzie di tracciabilità”. Ci sarebbe dunque un problema di concorrenza sleale da fuori Europa.
Il comparto e i diversi polimeri
Paolo Arcelli, direttore di Plastic Consult, fa il quadro della domanda di materie plastiche riciclate: “Guardando ai vari settori di utilizzo, gli imballaggi – sia rigidi che flessibili – trainano la domanda. L’edilizia resiste nonostante le difficoltà sul mercato interno. Sul fronte opposto, casalinghi e garden, agricoltura e applicazioni di nicchia, registrano cali significativi”. Quanto ai diversi polimeri, il rapporto Assorimap descrive un quadro positivo per il Pet riciclato, che supera le 230.000 tonnellate registrando un +17,2% rispetto al 2023, trainato dalle norme Ue sul bottle to bottle. Gli altri polimeri mostra invece un calo, “penalizzati dal crollo dei prezzi di vendita e dalla concorrenza di quelli vergini”.
Nonostante 883mila tonnellate di produzione di polimeri riciclati (+3,2% rispetto al 2023), “il settore del riciclo meccanico delle plastiche italiano fatica a decollare: fatturato in calo (-0,8%, 690 milioni di euro) e prezzi delle materie prime seconde ai minimi dal 2020”, sottolinea l’associazione.
Leggi anche: Séjourné: “Semplificazioni, mercato unico, protezionismo. Così potenzieremo l’economia circolare”
I benefici del riciclo e la sofferenza delle imprese
Assorimap sottolinea i vantaggi dell’uso di plastica seconda vita. “Ogni tonnellata di plastica riciclata evita tra 1,1 e 3,6 tonnellate di CO₂ rispetto a incenerimento, discarica o produzione di vergine”. Su scala nazionale calcola l’associazione, “questo si tradurrebbe in 7,2 milioni di tonnellate di CO₂ risparmiate annualmente, pari all’intero obiettivo del PNIEC per la gestione rifiuti al 2040”. Il riciclo delle plastiche “è un settore già pronto per contribuire a decarbonizzazione e obiettivi climatici”, ricorda Regis.
Nel report si legge come l’avvio 2023 ha confermato le difficoltà del comparto, “con i riciclatori meccanici schiacciati tra gli elevati costi del feedstock da riciclare e le quotazioni dei polimeri vergini in ulteriore e tendenziale rallentamento”. Un ulteriore pressione sui riciclatori nazionali è stata poi esercitata “tanto da materiali di importazione da paesi extra europei (scaglie e granuli di R-PET in particolare) e, più in generale, da riciclati (ma anche semilavorati in bobina) privi di adeguata certificazione e tracciabilità”.
E l’anno successivo non ha portato grosse novità, secondo Plastic Consult: “Lo scenario non è sensibilmente variato nel corso del 2024 e, pur se i volumi produttivi dei riciclatori meccanici sono nel complesso risultati in crescita, per la maggior parte dei polimeri le quotazioni sono rimaste appiattite verso il basso su livelli analoghi a fine 2020”. Se la riduzione dei costi energetici registrata nei primi mesi dell’anno “ha fornito un po’ di ossigeno alle imprese del comparto, la tendenza si è invertita già nei mesi primaverili, con il prezzo medio mensile all’ingrosso dell’energia elettrica al di sopra dei 100€/MWh in giugno, e cresciuto fino a 135€ in dicembre”.
Il report sottolinea anche la grande competizione nell’offerta di polimeri riciclati, a fronte di un mercato meno vivace: “Il panorama competitivo internazionale è risultato sempre più acceso, basti pensare che a livello europeo la capacità produttiva di riciclati meccanici è pressoché raddoppiata tra il 2016 e il 2023 (+6 milioni di tonnellate), ma il mercato di sbocco non ha registrato una crescita altrettanto consistente”.
Il combinato disposto di questi fattori critici ha messo in ginocchio alcune imprese. “lo scorso anno le difficoltà del comparto hanno portato, nel Centro-Nord Europa, ad una serie di chiusure o annunci di chiusure di impianti, oltre ad aver portato al fallimento di un nutrito numero di riciclatori meccanici”, spiega il rapporto di Assorimap. A livello italiano, “la maggiore flessibilità, la minore dimensione media e la maggiore esperienza degli operatori del riciclo hanno contribuito ad arginare il fenomeno: si è registrata infatti ‘solo’ una cessazione (peraltro temporanea) dell’attività di un riciclatore di film polietilenico nel corso del 2024, ed una seconda, questa permanente, in avvio 2025”.
Leggi anche: Sostenere con più coraggio l’economia circolare: l’appello di imprese e associazioni europee
Un’Emission Trading per la plastiche riciclate
Di questo passo, avvertono le imprese, sarà a rischio un servizio essenziale per l’economia circolare: “Senza un quadro normativo che ne riconosca il valore ambientale, rischiamo di sprecare questa opportunità per economia e ambiente”. Per evitare che il settore vada in crisi “è urgente intervenire con strumenti concreti”, dice Regis: “Chiediamo un sistema europeo di certificazione, codici doganali specifici per distinguere riciclato e vergine, e soprattutto il riconoscimento economico del valore ambientale del riciclo, attraverso meccanismi simili all’Emission Trading: il riciclo merita incentivi come per l’energia rinnovabile”.
© Riproduzione riservata
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link