Nel presentare la Relazione annuale della Banca d’Italia per il 2024, il governatore Fabio Panetta ha lanciato un monito sulle sfide strutturali che gravano sull’economia italiana: “La bassa produttività, la fragilità degli investimenti in innovazione e la vulnerabilità ambientale richiedono un cambio di passo deciso” ha dichiarato il numero uno di Via Nazionale, sottolineando l’urgenza di una strategia coordinata a livello europeo per favorire una crescita sostenibile e inclusiva, e il ruolo fondamentale del PNRR e delle politiche fiscali mirate.
La Relazione appena diffusa descrive un 2024 segnato da una crescita economica moderata.
Il PIL è aumentato dello 0,7%, sostenuto dalla domanda interna ed estera. In particolare, i consumi pubblici hanno fornito un contributo positivo, mentre gli investimenti hanno subito un rallentamento a causa della contrazione degli incentivi fiscali e della debolezza della domanda.
La messa a terra nazionale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha avuto effetti visibili sulle costruzioni non residenziali, ma non è bastata a rilanciare l’industria manifatturiera, che ha mostrato segnali di stagnazione.
L’inflazione è scesa all’1,1%, contribuendo a un parziale recupero del potere d’acquisto delle famiglie. Un dato incoraggiante arriva dal mercato del lavoro: l’occupazione è cresciuta più del PIL, sostenuta dall’aumento dei contratti a tempo indeterminato e da una maggiore partecipazione degli over 55. La disoccupazione è scesa ai livelli più bassi degli ultimi 17 anni.
L’immigrazione ha aiutato a compensare il calo della popolazione in età lavorativa, sebbene i lavoratori stranieri restino prevalentemente impiegati in settori a bassa stabilità e retribuzione.
Dal lato delle imprese, il valore aggiunto complessivo è cresciuto, ma in modo disomogeneo tra i settori. Gli investimenti in macchinari e attrezzature hanno segnato il passo, frenati da un contesto ancora incerto. Preoccupa il calo della produttività del lavoro per il secondo anno consecutivo.
Inoltre, il sistema produttivo italiano mostra ancora un divario strutturale rispetto ai partner europei in ricerca, sviluppo e brevetti, nonostante i progressi nella digitalizzazione e nell’adozione di tecnologie avanzate, inclusa l’intelligenza artificiale. Dal punto di vista ambientale, prosegue la diffusione delle fonti rinnovabili, ma le imprese rimangono esposte a elevati rischi climatici e idrogeologici.
Lo sguardo internazionale offre un quadro disomogeneo. Anche in questo caso la crescita globale è stata commentata come “in crescita moderata”: nei Paesi avanzati, trainati dagli Stati Uniti, l’attività economica si è espansa, mentre nelle economie emergenti si è osservato un lieve rallentamento. L’inflazione è calata nelle principali economie occidentali, favorendo l’ipotesi di una normalizzazione graduale della politica monetaria nella seconda metà del 2024, con probabili mosse da parte della Banca Centrale Europea, della Federal Reserve e della Bank of England. Discorso diverso per il Giappone, dove l’aumento dell’inflazione ha spinto la banca centrale a ritoccare i tassi per la prima volta in quasi vent’anni. Tra le economie emergenti, Brasile e Turchia hanno mantenuto politiche monetarie restrittive, mentre in Cina l’inflazione si è mantenuta praticamente nulla nonostante le misure espansive.
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