Regione ottimista su CER, spinta a indipendenza energetica
Le nuove disposizioni regionali per la creazione di comunità energetiche rinnovabili (CER) stanno generando un notevole interesse tra le imprese umbre, prospettando un futuro di maggiore autonomia energetica e sviluppo sostenibile. Un recente incontro tra esponenti del settore imprenditoriale e l’assessore regionale all’energia e all’ambiente, Thomas De Luca, ha evidenziato le potenzialità della nuova legge regionale, preadottata dalla giunta di Palazzo Donini, che mira a individuare le aree idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
L’iniziativa, promossa da CNA Umbria, ha permesso di chiarire aspetti cruciali della normativa, inizialmente percepiti come potenzialmente restrittivi. Dalla discussione è emerso che le CER rappresenteranno uno strumento fondamentale per il rilancio economico della regione, contribuendo significativamente alla riduzione dei costi energetici per aziende e famiglie, oltre a favorire lo sviluppo di progetti sociali a livello locale. La legge permette l’utilizzo di quasi tutto il territorio regionale, inclusi i terreni agricoli, per impianti fino a 1 MW di potenza, ad eccezione delle aree soggette a vincoli storico-culturali o paesaggistici.
L’incontro ha anche portato a un accordo per la revisione di alcuni articoli della legge. Si prevede una riformulazione per evitare ambiguità interpretative, in particolare per quanto riguarda l’obbligo di informazione agli enti locali e i pareri non vincolanti delle autorità paesaggistiche, che saranno richiesti solo in caso di sovrapposizione tra aree idonee e non idonee o di presenza di vincoli specifici. Questo sottolinea la volontà della giunta regionale di puntare decisa sulle CER, un settore reso ancora più attrattivo dagli incentivi nazionali.
A livello nazionale, le CER nei comuni con meno di 50.000 abitanti possono accedere a contributi a fondo perduto fino al 40% tramite il PNRR, con scadenza del bando fissata al 30 novembre prossimo. In Umbria, solo Perugia, Terni e Foligno non rientrano in questa categoria. Per queste città, si auspicano futuri incentivi specifici nell’ambito della riprogrammazione dei fondi strutturali 2021/2027, magari inseriti nelle politiche ambientali o nell’Agenda Urbana.
Ulteriori agevolazioni sono previste dal Gestore Servizi Energetici (GSE) per le CER costituite entro il 2027, che potranno beneficiare di incentivi ventennali sull’energia condivisa tra produttori e consumatori. Questi incentivi, dell’ordine di 104 euro per ogni megawatt di energia condivisa, possono risultare più vantaggiosi dei contributi a fondo perduto, specialmente se le comunità raggiungono un equilibrio ottimale tra produzione e consumo. Ad esempio, una CER da 1 MW con un’efficienza di scambio annuale dell’80% potrebbe ricevere oltre 100.000 euro all’anno, con una riduzione del beneficio se si sono già ottenuti i contributi PNRR, indicando una coesistenza degli incentivi con alcune limitazioni.
Nonostante le opportunità, i costi di gestione delle CER rappresentano una potenziale sfida, potendo assorbire una parte significativa degli incentivi ventennali. Per affrontare questa problematica, è stata istituita “Green Zone” da CNA, Confcommercio e Confcooperative Umbria. Questa comunità energetica opererà a livello regionale, permettendo alle singole CER territoriali di aderire come articolazioni locali e contenere così i costi di gestione. “Green Zone” opererà secondo un regolamento basato sul principio mutualistico cooperativo di solidarietà tra produttori e consumatori, inclusi cittadini, enti locali ed enti religiosi, particolarmente in caso di fluttuazioni dei costi energetici.
La presentazione ufficiale di “Green Zone” è in programma il 5 giugno a Terni, presso l’hotel Garden, alla presenza dell’assessore regionale Thomas De Luca e di numerose imprese interessate a partecipare alla comunità energetica regionale.
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