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nuova spinta a energia, materie prime e corridoi eurasiatici


Quattro miliardi di euro di intese commerciali e industriali siglati in poche ore rilanciano la rotta economica fra Italia e Kazakistan. La premier Giorgia Meloni e il presidente Kassym-Jomart Tokayev hanno assistito alla firma di una serie di accordi che spaziano dall’oil & gas alle rinnovabili, dai minerali critici all’agroindustria. L’annuncio è arrivato al termine di un vertice bilaterale ad Astana, dove i due leader hanno ribadito la volontà di costruire una “cooperazione di lungo periodo” e di diversificare le catene di approvvigionamento europee verso l’Asia centrale.

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L’intesa da record arriva in un momento in cui Roma cerca fonti energetiche alternative dopo la crisi ucraina, mentre Nur-Sultan (oggi Astana) punta a consolidare il ruolo di hub fra Europa e Cina. Lo scambio tra i due Paesi, già cresciuto del 25 % nel 2024 fino a sfiorare i 20 miliardi di dollari, nei primi tre mesi del 2025 ha toccato 4,4 miliardi, confermando l’Italia fra i cinque maggiori investitori UE in Kazakistan.

I protagonisti dell’accordo

Il pacchetto di 4 miliardi è stato firmato dai ministri degli Esteri Antonio Tajani e Murat Nurtleu, dai titolari dell’Industria e dell’Energia dei due governi, e coronato da una dichiarazione congiunta Meloni-Tokayev che eleva il partenariato a livello strategico. “Non è una visita di cortesia ma un passo sostanziale per rilanciare la nostra presenza in Asia centrale”, ha affermato Meloni, mentre Tokayev ha definito Roma “primo partner commerciale nell’UE”.

Sul fronte aziendale spiccano ENI, storica presenza nel giacimento di Kashagan; Maire Tecnimont, che con il fondo sovrano Samruk-Kazyna svilupperà infrastrutture energetiche innovative; Ansaldo Energia, pronta a fornire turbine per la modernizzazione delle centrali kazake; e realtà tricolori come Snam, Rina e un gruppo di PMI coordinate da Confindustria.

Settori strategici: energia, materie prime e agroindustria

Il cuore degli accordi resta l’energia. Petrolio e gas continuano a garantire volumi, ma la novità è l’apertura alle rinnovabili e all’idrogeno verde, con progetti pilota nei deserti del Mangystau e un impianto ibrido firmato ENI-KazMunayGas. A questi si aggiunge la collaborazione sulla cattura e stoccaggio della CO₂, area in cui Snam ed ENI valutano iniziative congiunte.

Non meno rilevante l’impegno sui minerali critici — uranio, rame, terre rare — indispensabili alla transizione digitale europea. Un memorandum tra i ministeri dell’Industria (Roma e Astana) stabilisce un tavolo tecnico per mappare giacimenti, standard ESG e possibili joint-venture di raffinazione in loco.

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Le ragioni geopolitiche

Per l’Italia l’accordo vale come assicurazione energetica extra-russa e apre uno sbocco privilegiato sul cosiddetto Middle Corridor, la rotta transcaspica che bypassa la Russia collegando il Mediterraneo alla Cina via Turchia, Georgia e Azerbaigian. Negli incontri di Astana Meloni ha definito la tratta “priorità infrastrutturale” del piano Mattei per l’Eurasia.

Il Kazakistan, a sua volta, cerca investimenti tecnologici per diversificare un’economia ancora dipendente dal greggio. Il governo punta a un +6 % di PIL annuo entro il 2028, contando sul know-how italiano in meccanica fine, logistica digitale e agritech.

Ricadute economiche per imprese e territori

Per le aziende italiane l’accordo spalanca commesse già quantificabili in 1,2 miliardi per impiantistica, servizi e ingegneria, oltre a linee di credito agevolato SACE-CDP. In parallelo, Confindustria aprirà a breve un Central Asia Desk ad Astana per accompagnare le PMI nel mercato kazako, riducendo rischi amministrativi e doganali.

Astana otterrà trasferimento di tecnologie pulite, un engineering hub di Maire Tecnimont che impiegherà 800 tecnici locali e l’avvio di un polo petrolchimico in Atyrau entro il 2028. Il fondo Samruk-Kazyna stima ricadute occupazionali pari a 10 mila posti diretti e indiretti.

Prossimi passi

Entro settembre nascerà un comitato congiunto incaricato di monitorare i contratti, coordinare i finanziamenti europei Global Gateway e definire standard ambientali comuni. La prima verifica dei cantieri è fissata per marzo 2026, quando il governo kazako presenterà un pacchetto di incentivi fiscali ad hoc.

Sul fronte politico-diplomatico, Roma ospiterà nel 2027 la Seconda Conferenza Italia-Asia Centrale per fare il punto su logistica, sicurezza e transizione energetica, mentre l’Unione Europea guarda al modello italo-kazako come banco di prova per le future partnership critiche con la regione.



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