Il Trentino Alto Adige è all’avanguardia nel campo delle energie rinnovabili, eppure i cittadini lo percepiscono poco nelle bollette in termini di prezzo dell’energia. Al contrario, nonostante un surplus di energia e una produzione prevalentemente basata sull’idroelettrico, le famiglie e le imprese regionali pagano l’energia elettrica tra le più care d’Europa. Il motivo va cercato in uno sviluppo errato della politica energetica: le tariffe locali seguono il mercato energetico italiano, fortemente influenzato dalla ben più costosa produzione basata sul gas metano, a sua volta legato alle quotazioni interazionali: un modello che non è utilizzato in regione.
«Mentre Roma persegue una politica energetica centralista, l’Autonomia speciale di Trento e di Bolzano perdono l’occasione di sfruttare gli spazi previsti dallo Statuto d’Autonomia – afferma il presidente dell’Associazione di consumatori Robin, Walther Andreaus -. Invece di rafforzare con determinazione la competenza in materia energetica, ci si affida a perizie discutibili e si schiva il confronto. Si deve intervenire ora e dare attuazione anche alle quote di energia gratuita per la popolazione previste dallo Statuto, monetizzate in Alto Adige, mentre in Trentino sono ritirate in natura e utilizzate per alimentare i principali servizi pubblici».
Due perizie approfondite, cofinanziate con fondi pubblici e redatte dai professori Peter Hilpold (Università di Innsbruck) e Paolo Piva (Università di Padova) per conto della Camera di commercio di Bolzano e del Südtiroler EnergieVerband (SEV), dimostrano chiaramente che gli strumenti giuridici per una regolazione energetica locale ci sono, basterebbe utilizzarli. Ma così non è.
Nella perizia del 23 marzo 2022, gli autori arrivano a una conclusione chiara: «la possibilità di istituire un’autorità energetica “regionale”, che agisca in modo completamente indipendente e autonomo da influenze politiche (art. 57 della Direttiva n. 944/2019), appare pienamente compatibile con le competenze e i poteri ampi della Provincia autonoma di Bolzano in ambito energetico». E ancora: «È giuridicamente ammissibile anche l’adozione di una normativa provinciale complessiva, in particolare per quanto riguarda le tariffe (con un “mix energetico” diverso rispetto a quello nazionale) che promuova la concorrenza nel settore e chiarisca i requisiti per gli operatori di mercato».
Il secondo studio, datato 27 luglio 2022, si concentra invece sugli ambiti concreti di intervento e sui vantaggi derivanti dall’istituzione di un’autorità di regolazione regionale, sia per i consumatori che per le imprese. Nelle conclusioni, al punto 11, si legge testualmente: «la Provincia autonoma di Bolzano è pioniera nel settore delle energie rinnovabili e necessita quindi di un proprio sistema di regolazione, per sfruttare al meglio queste “particolari opportunità legate al territorio”. […] In questa doppia prospettiva, la presenza di un’autorità di regolazione regionale può svolgere un ruolo decisivo per rispondere a tali esigenze locali e promuovere in modo ottimale le fonti energetiche rinnovabili in Alto Adige». E lo stesso può avvenire per il Trentino.
«L’elettricità e l’acqua sono beni comuni e devono essere a beneficio della comunità. Non è accettabile che il Trentino Alto Adige produca più energia di quanta ne consumi e che i cittadini debbano comunque pagare un prezzo dell’energia tra i più alti – afferma Andreaus -. Questo non è solo ingiusto, ma è anche in contrasto con i principi dell’Autonomia speciale. In un territorio che ottiene quasi tutta la sua energia dall’idroelettrico, continuare ad utilizzare tariffe legate al prezzo del gas metano sono incomprensibili. L’Autonomia garantirebbe ai cittadini del Trentino Alto Adige l’accesso a energia prodotta con l’idroelettrico a prezzo decisamente più conveniente, comprese quote gratuite per l’utilizzo dei servizi pubblici. Quando verrà finalmente attuata in modo coerente questa Autonomia energetica? E quando sarà visibile nelle bollette dei consumatori, cittadini ed imprese?»
Andreaus rivolge un appello a tutti i consiglieri del Trentino Alto Adige: «recuperate gli studi della Camera di commercio e affrontate con serietà gli argomenti fondati e attuali. L’Autonomia energetica non è un progetto astratto per il futuro, è realizzabile ora, giuridicamente sostenuta e urgentemente necessaria. La popolazione e le imprese non devono più pagare per una struttura di mercato che con il Trentino Alto Adige non ha nulla a che fare. Se la Giunta non agisce, allora tocca ai consiglieri assumersi la responsabilità per attuare compiutamente lo Statuto di Autonomia».
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