Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

La civiltà di un’economia sociale. Salvare il terzo settore dalle politiche di austerità « LMF Lamiafinanza


Durante l’ultimo ventennio, la nostra società è stata governata da severe politiche di austerità. Politiche economiche all’insegna della compressione dei salari che si sono dimostrate e che continuano a dimostrarsi insostenibili e inique, in quanto costringono gli enti locali a tagliare i servizi e ad aumentare le spese a carico della comunità. Le economie reali in cui opera il terzo settore sono soffocate.
L’austerità e il patto di stabilità impediscono una spesa pubblica funzionale alle reali esigenze dei territori, abbassano enormemente la qualità della vita dei cittadini e incentivano i conflitti e le diseguaglianze sociali.

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

SERVE UN PROVVEDIMENTO LEGISLATIVO

Da parte dell’Italia è necessario un provvedimento legislativo orientato verso la civiltà di un’economia sociale. Assegnare liquidità addizionale a favore degli enti locali significa sostenere la cittadinanza, il terzo settore e le imprese.
Data la criticità della situazione, è necessario che il Parlamento agisca per una buona economia. Il terzo settore, composto da enti privati con forme giuridiche differenti (comitati, associazioni, cooperative, imprese sociali, fondazioni, etc..), è l’attore che nella società civile, operando a cavallo tra il settore pubblico e il settore privato, crea valore sociale e artistico-culturale su tutto il territorio italiano.
I tempi e la società sono cambiati rapidamente ed è fondamentale che il Governo e il Parlamento italiano si adoperino rapidamente per fronteggiare l’emergenza insostenibilità.

Il terzo settore è sostenuto dalla generosità di molti cittadini volontari che prestano il loro aiuto nel proprio tempo libero, ma la gestione di un ente non profit e delle sue attività, richiede l’impiego di personale altamente qualificato che lavori a tempo pieno.
L’Italia non riconosce dignità alle innumerevoli figure professionali che lavorano nel terzo settore, perché pensa che non puntare al profitto, significhi volersi immolare per condurre una vita all’insegna della fame e dell’umiliazione professionale.
L’Italia non sta destinando sufficienti risorse agli enti locali per il welfare, per la cultura e per le manutenzioni straordinarie. L’Italia sta mandando in sofferenza il terzo settore costringendolo a costanti incombenze di natura tecnica e burocratica che privano gli enti non profit di molte delle energie che dovrebbero e vorrebbero destinare ai progetti sociali o artistico-culturali sui territori.
Si tratta di un cortocircuito che la politica italiana ha il dovere di riparare!

Gli operatori sociali e culturali hanno manifestato all’Italia la loro tenacia e forza di volontà, ma dalla pandemia in avanti molti enti non profit non sono più riusciti a rialzarsi economicamente e hanno accumulato debiti sugli affitti con le amministrazioni pubbliche.
L’insostenibilità ha raggiunto livelli estremi, perché molto spesso si trovano ad operare in stabili che richiederebbero manutenzioni e ammodernamenti che gli enti locali non possono finanziare in quanto le Istruzioni nazionali e sovranazionali impongono loro di tenere i conti in ordine.

Il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto che il rapporto debito/Pil in Italia è crollato di 20 punti % nel periodo 2020/23 grazie all’introduzione dei crediti fiscali trasferibili nel settore edilizio.
Si tratta della performance migliore tra i paesi avanzati.
I conti pubblici reggono meglio quando si tutela la crescita piuttosto che inseguendo un saldo di bilancio fine a se stesso.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

UNA NORMA PER IL SALVATAGGIO E LO SVILUPPO DEL TERZO SETTORE

I diritti sociali, come anche le analisi dei dati macroeconomici, devono creare concordanza in quanto “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Per salvare il terzo settore dalle politiche di austerità il Governo e il Parlamento devono subito legiferare a favore:

  • di un deciso e vigoroso snellimento delle procedure burocratiche e amministrative che gravano su tutti gli enti non profit del Paese;
  • dell’istituzione di un fondo per i Comuni e le Regioni per azzerare i debiti relativi alle spese degli Enti non profit e per gestire con l’autonomia necessaria e con sufficienti risorse le specifiche problematiche ed esigenze delle realtà sui territori;
  • un sistema permanente di superbonus 110% per l’edilizia popolare esteso sia a tutti gli stabili pubblici che necessitano di manutenzioni e ammodernamenti (come ad esempio scuole, atenei, ospedali, musei, teatri, uffici della pubblica amministrazione) sia a tutte quelle realtà operanti sui territori per finalità sociali (come gli oratori, le parrocchie e i dormitori a cui si rivolgono le persone in emergenza abitativa).

Per rendere più stabile il tessuto economico italiano e creare maggiore equità sociale, è necessario che il Parlamento allenti i vincoli che impediscono allo strumento finanziario dello sconto fiscale di circolare liberamente.
Al fine di raggiungere questo obiettivo,
– occorre subito eliminare ogni limite di tempo all’utilizzo in detrazione degli sconti fiscali, oltre a renderli trasferibili;
– occorre renderli frazionabili
– e occorre ripristinare la possibilità per gli enti locali di acquistarli.

Shirin Chehayed



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Source link

Contributi e agevolazioni

per le imprese