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la Festa delle Rose di Fiasconaro modello di integrazione tra territorio e impresa



Pubblicato il: 31/05/2025

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A Castelbuono, nel cuore delle Madonie, la quinta edizione della Festa delle Rose organizzata dalla famiglia Fiasconaro non è stata soltanto un omaggio alla tradizione dolciaria siciliana, ma un esempio concreto di economia generativa, capace di mettere a sistema artigianato, agricoltura, formazione, cultura e turismo esperienziale. Un modello che valorizza il territorio trasformandolo in infrastruttura produttiva e culturale.

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Il “modello Fiasconaro”: dall’impresa alla comunità

La storica pasticceria Fiasconaro, nota per aver trasformato il panettone in un’eccellenza esportabile del made in Sicily, ha progressivamente ampliato la propria funzione: da impresa familiare a soggetto aggregatore di economie locali. Con la Festa delle Rose, ospitata nella Tenuta Fiasconaro, l’azienda interpreta il proprio ruolo non solo come produttore, ma come promotore di un’economia integrata che genera valore condiviso.

L’evento si configura come un vero e proprio laboratorio territoriale, dove si connettono filiere produttive tradizionali (come la viticoltura, il frassineto, la caseificazione), know-how artigiano, competenze scolastiche e reti culturali. Un approccio che rispecchia un’idea di sviluppo fondata sul capitale relazionale e sulla trasmissione intergenerazionale dei saperi.

Agricoltura, educazione e manifattura: il triangolo dello sviluppo locale

I numeri non si leggono nei bilanci, ma nelle pratiche. Gli studenti dell’Istituto Agrario di Castelbuono e del Liceo Artistico di Cefalù hanno partecipato attivamente a laboratori sul campo: dalla distillazione dell’acqua di rose alla creazione di erbari, dall’osservazione delle api in arnia didattica alla produzione di opere artistiche ispirate al paesaggio. Queste attività si traducono in competenze, consapevolezza e nuove possibilità occupazionali.

In parallelo, la collaborazione con l’Università di Palermo per il recupero di varietà antiche di vite rafforza un’idea di filiera agroalimentare sostenibile e ad alto valore culturale. È qui che la pasticceria incontra l’agricoltura, l’arte incontra l’impresa, e il saper fare si salda all’educazione civica e ambientale.

Economia dei luoghi e turismo culturale

Il format della Festa delle Rose si inserisce anche in una più ampia strategia di valorizzazione turistica del territorio. Gli ospiti – locali, nazionali e internazionali – sono accompagnati in un percorso esperienziale che unisce narrazione, degustazione e scoperta. È un turismo lento e consapevole, che consuma prodotti ma soprattutto cultura e relazioni.

Attraverso questa formula, Fiasconaro contribuisce alla costruzione di un brand territoriale solido, capace di competere nei mercati globali senza perdere la propria anima locale. Una forma di marketing culturale che crea identità, fidelizzazione e nuove occasioni di impresa per il borgo.

Un’economia che si trasmette

“Alimentare legami, trasmettere valori, costruire appartenenza” – con queste parole il Maestro Nicola Fiasconaro ha sintetizzato il senso dell’iniziativa. Un messaggio che va oltre il perimetro aziendale e diventa politica economica dei territori interni.

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La Festa delle Rose non è dunque solo un evento, ma un dispositivo economico che produce capitale umano, rigenera tradizioni e alimenta circuiti virtuosi di produzione e consumo. In una Sicilia che cerca modelli di sviluppo duraturi, il caso Fiasconaro rappresenta una buona pratica da osservare, studiare e replicare.





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