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Stallo nomine sui porti, le imprese: “Non fermate le banchine italiane”


Genova – «A Civitavecchia siamo un po’ preoccupati e allibiti per quanto sta succedendo. Siamo uno dei pochi porti per cui il ministero non ha ancora indicato un nome per la presidenza»: a parlare è David La Rosa, rappresentante delle imprese terminalistiche e portuali nell’organo di partenariato dell’Autorità di sistema dei porti di Roma. La composizione del quadro dei presidenti delle Authority che aveva preso l’abbrivio nelle scorse settimane sembra essersi fermata.

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Fra le caselle mancanti più importanti ci sono Civitavecchia e Napoli. Le commissioni parlamentari che devono esprimere il loro parere sui nomi già indicati dal Mit hanno interrotto l’iter, rimandandolo a una votazione complessiva successiva.

«Ci rimettiamo – prosegue La Rosa – alla volontà politica, certi che il ministero abbia gli elementi per nominare la persona giusta. Ma nel momento in cui a Civitavecchia arriverà il presidente, chiediamo che sia affiancato da un segretario generale di livello, come quello attualmente facente funzione, che abbia conoscenza del porto. Se il presidente sarà una figura di prestigio abile nelle pubbliche relazioni avrà bisogno accanto di qualcuno apprezzato da tutto il cluster marittimo-portuale che sappia portare avanti il lavoro che si è accumulato in questi sei mesi di assenza di un presidente».

L’ondata di nomine dei segretari generali potrebbe essere la prossima grana per il ministero, come temono alcuni operatori portuali della Penisola, ma potrebbe anche offrire una via d’uscita per coniugare scelte politiche con scelte tecniche. Intanto in tutti gli scali che aspettano il cambio al vertice si sta col fiato sospeso.

«Attendiamo il nuovo presidente e i nuovi organismi – afferma Gerardo Pentassuglia, presidente dello Ionian shipping consortium di Taranto – perché adesso è tutto fermo. Il presidente Sergio Prete aveva cominciato interlocuzioni con nuovi operatori per lo scalo che vanno portate avanti».

Il presidente di Assagenti, Gianluca Croce, chiede subito una mano salda al timone di Genova e Savona per evitare un impatto pesante sulla credibilità del porto: «I tempi del mercato marittimo mondiale e dell’interscambio commerciale via mare non coincidono più con quelli di una nomina per la presidenza dell’Autorità di sistema portuale di Genova, che continuano a protrarsi in modo sempre più preoccupante».

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Per il presidente della Venice port community, Davide Calderan, «l’incertezza e la mancanza di decisioni creano ansia e dubbi. Vorremmo avere un nome certo con cui cominciare già un confronto e dire la nostra sui problemi del porto di Venezia e sui progetti da portare avanti», dall’escavo dei canali all’Isola delle Trezze, alla regolazione del Mose e dell’operatività h24. Anche a Venezia gli operatori chiedono che alla guida ci sia «una persona che conosce e abbia a cuore il porto, sappia il mestiere e abbia un’interlocuzione continua con la comunità».

E se il Pd ligure e genovese, con i segretari Davide Natale e Simone D’Angelo, chiede al ministero di «superare la fase commissariale» (sono commissariate dieci Authority su sedici) senza avere «come faro il manuale Cencelli», la presidente di Wista Italy Costanza Musso, amministratrice delegata del gruppo Grendi che opera fra i porti di Carrara e Cagliari, senza entrare nel merito delle singole scelte («non commento l’opera del governo») nota che «fino a oggi non ho visto indicate figure femminili come avevamo chiesto, dispiace, ce ne sono di bravissime all’interno delle stesse Authority».

«Non possiamo permettere – dice il presidente di Federlogistica, Davide Falteri – che questioni di equilibrio politico su altre nomine rallentino un processo che riguarda il cuore logistico ed economico dell’Italia. Non è più sostenibile che, dopo mesi di commissariamento, e a fronte dell’individuazione di una figura di comprovata competenza per guidare il porto di Genova, non «si sia ancora proceduto alla nomina del nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale. La stessa incertezza riguarda anche il porto della Spezia». —



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