Nei primi cinque mesi del 2025, i mercati europei si sono trovati ad affrontare una serie di sviluppi inattesi, in un contesto globale reso più complesso da una politica commerciale statunitense sempre più aggressiva. Il nuovo assetto tariffario, molto più severo di quanto previsto, ha visto l’Unione Europea impegnata a reagire a minacce di dazi fino al 50% sulle proprie esportazioni. Uno scenario che ha aggiunto ulteriore incertezza a un quadro già segnato da tensioni geopolitiche e transizioni macroeconomiche.
Nel frattempo, l’inflazione ha mostrato segnali di raffreddamento sia nell’Area Euro che nel Regno Unito, consentendo alle Banche centrali di iniziare ad abbassare i tassi d’interesse (la prossima è la settimana del meeting della BCE). Tuttavia, il conflitto tra Russia e Ucraina continua a protrarsi, mentre le speranze di una tregua, che avrebbe potuto essere mediata dal presidente statunitense Donald Trump, sembrano ormai affievolirsi.
Azioni europee: settore della difesa in primo piano
In questo contesto, uno dei temi dominanti sui mercati è rappresentato dal rinnovato impegno europeo nella spesa per la difesa, in particolare da parte della Germania, che ha progressivamente abbandonato le storiche restrizioni fiscali. Questo trend ha generato un’impennata del 50% dello Stoxx Europe Aerospace and Defense Index dall’inizio dell’anno. La forza del comparto difesa ha contribuito alla buona performance generale dei listini europei: lo Stoxx 600 ha guadagnato circa l’8,5%, contro l’esiguo +1% dell’S&P 500.
Cosa attendersi nei prossimi mesi, con l’avvio della stagione estiva e il rallentamento dei volumi di scambio sui mercati europei? Secondo una nota diffusa martedì dagli analisti azionari di JP Morgan, le prospettive per l’azionario europeo nei prossimi 12-18 mesi sono incoraggianti, soprattutto in confronto con quello statunitense. Gli esperti ritengono che i mercati extra-USA saranno “sempre più favoriti”, in virtù di alcune dinamiche settoriali di medio periodo.
Al centro delle preferenze di JP Morgan resta il comparto difesa. Le previsioni dell’istituto indicano un passaggio progressivo da una spesa pari al 2% del PIL a una quota fino al 3,5% entro la fine del decennio. “I leader politici e industriali europei vogliono destinare questi fondi principalmente ad aziende del continente”, si legge nella nota. Un’opportunità significativa per molte società, anche se — sottolineano altri osservatori — i colossi statunitensi continueranno a beneficiare del trend.
Nonostante le valutazioni elevate raggiunte dai titoli del comparto, gli analisti sono ottimisti: “Crediamo che gli utili giustificheranno questi prezzi”, spiegano. Il settore è considerato una copertura contro l’instabilità geopolitica e un beneficiario diretto dell’incremento delle spese militari.
Tra i titoli preferiti si trovano i grandi nomi della difesa come Rheinmetall e Babcock International, ma JP Morgan individua anche potenziali vincitori indiretti. Tra questi, spiccano le società tech SAP, Dassault Systèmes e Infineon, oltre a realtà del settore materiali come Thyssenkrupp, Umicore ed Elementis.
Focus anche sulle infrastrutture e sulla chimica
Un altro comparto su cui puntare è quello delle infrastrutture, sostenuto da un atteso aumento degli investimenti pubblici, soprattutto in Germania. A beneficiarne saranno i titoli legati a costruzioni, trasporti, ingegneria e produzione industriale, con focus su aziende attive anche nella realizzazione di opere ferroviarie e infrastrutturali. Le azioni da monitorare includono Air Liquide, Alstom, Heidelberg Materials e Saint-Gobain.
Nel panorama settoriale europeo, JP Morgan identifica infine anche la chimica come area d’interesse. Il calo dei costi energetici, nonostante in contesto macroeconomico ancora incerto, favorisce la redditività delle imprese del comparto. Inoltre, è uno dei pochi settori ciclici esposti ai mercati emergenti che mostra segnali di ripresa, in netto contrasto con il deterioramento registrato nei comparti automotive e del lusso. Tra le aziende su cui mantenere alta l’attenzione figurano Evonik Industries e Akzo Nobel.
Attenzione ai bond
Tuttavia, nel medio periodo le azioni europee dovranno fronteggiare un concorrente insidioso: il mercato obbligazionario. Se i rendimenti dovessero continuare a salire, l’appeal dei bond potrebbe aumentare a scapito dell’equity. Gli analisti mettono in guardia su questo fronte: “L’incertezza commerciale non è affatto superata e i dazi probabilmente aumenteranno più del previsto. I rendimenti obbligazionari potrebbero salire ulteriormente, e forse per ragioni sbagliate”.
Nel complesso, la visione di JP Morgan per l’Europa resta positiva ma selettiva. L’estate 2025 si apre sotto il segno di un mercato che, pur meno brillante di un tempo, offre opportunità interessanti per chi sa muoversi tra difesa, infrastrutture e settori ciclici con buon senso e lungimiranza.
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