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Dissalatori in arrivo a Gela e Porto Empedocle: operativi entro giugno



Pubblicato il: 02/06/2025

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Entro la fine di giugno, i dissalatori di Gela e Porto Empedocle saranno operativi. È quanto ha assicurato Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario nazionale per l’emergenza idrica, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore. Il dissalatore di Trapani, invece, sarà pronto «tra fine luglio e i primi di agosto».

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La Sicilia resta una delle regioni più colpite dalla scarsità idrica, ma – sottolinea Dell’Acqua – “i lavori stanno procedendo secondo i piani”. Le opere, realizzate in sinergia con i commissari regionali, puntano su nuovi pozzi, interconnessioni e soprattutto sugli impianti di desalinizzazione dell’acqua marina, che dovrebbero garantire maggiore resilienza nei territori a rischio.

Dell’Acqua chiarisce che la collocazione dell’impianto di Porto Empedocle – oggetto di polemiche locali – è «una scelta tecnica», dettata dalla necessità di captare l’acqua in aree prive di sabbia e con l’obiettivo di minimizzare i disagi estivi per i residenti.

Emergenza gestibile, ma il problema resta strutturale

L’estate 2025 non sarà priva di difficoltà, avverte il commissario, soprattutto in alcune zone del Sud come Campania, Basilicata e Puglia, dove i bacini sono già sotto il livello dello scorso anno. Tuttavia, grazie a una migliore conoscenza dei dati, a un monitoraggio costante di falde e pozzi e a un’attenta gestione dei risparmi idrici, la situazione dovrebbe essere più controllabile.

Ma Dell’Acqua è chiaro: “Abbiamo fatto tanto, ma non abbiamo risolto il problema. Stiamo cercando di attenuarlo”. La vera svolta arriverà solo con gli interventi previsti dal Pniissi – il Piano nazionale per le infrastrutture idriche – e con le grandi opere di manutenzione delle dighe e rifacimento dei canali agricoli, come il Cavour in Piemonte.

Un miliardo dal PNRR, ma ne servono dieci

Sul fronte delle risorse, il fabbisogno stimato per completare tutte le opere idriche del Pniissi si aggira intorno ai 10 miliardi di euro. Al momento, però, i fondi disponibili sono molto inferiori: 300 milioni sono già in gestione per dissalatori e opere nel Nord, 900 milioni arrivano dal Pniissi e 1 miliardo dal PNRR.

Dell’Acqua insiste sull’importanza di ottimizzare gli investimenti, creando economie di scala e accelerando la progettazione delle nuove dighe, in particolare in Piemonte, Emilia e Basilicata.

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