Delivery Hero e Glovo, che hanno ammesso il cartello, hanno violato le normative antitrust coordinando la loro attività nel mercato della consegna a domicilio. Questo è il primo caso in cui l’Ue sanziona un accordo di non sottrazione di lavoratori
Si tratta di una sanzione record di 329 milioni di euro, quella che la Commissione Europea ha inflitto a Delivery Hero, la multinazionale leader nella consegna tramite app o sito web di piccoli ordini alimentari in meno di un’ora, e alla sua controllata Glovo, per aver costituito un cartello nel mercato della consegna di cibo online. Questa decisione segna un precedente significativo, essendo la prima volta che l’Ue punisce un accordo di «no-poach» tra aziende concorrenti.
Le due società hanno ammesso il cartello
Secondo le autorità antitrust di Bruxelles, tra il 2018 e il 2022 le due società hanno concordato di non sottrarsi reciprocamente i dipendenti, scambiandosi informazioni commercialmente sensibili e ripartendosi i mercati geografici all’interno dello Spazio Economico Europeo. Tali pratiche sono state facilitate dall’uso anticoncorrenziale della partecipazione di minoranza di Delivery Hero in Glovo. Entrambe le società hanno ammesso il loro coinvolgimento nel cartello e hanno accettato di transigere il caso.
La vicepresidente della Commissione Europea, Teresa Ribera, ha sottolineato l’importanza di questo caso, affermando che «queste pratiche sono state agevolate da un uso anticoncorrenziale della partecipazione di minoranza di Delivery Hero in Glovo». Ribera ha puntato il dito contro questo tipo di accordi «in cui le aziende smettono di competere per i migliori talenti e riducono le opportunità per i lavoratori». Inoltre, le indagini hanno rivelato che le due aziende hanno utilizzato canali di comunicazione informali, come chat su WhatsApp e email, per coordinare le loro azioni.
I passaggi societari di Delivery Hero e Glovo:
Nel corso degli ultimi anni, la tedesca Delivery Hero ha acquisito una partecipazione sempre maggiore in Glovo, la startup spagnola fondata nel 2015, creando una solida alleanza strategica che ha ridisegnato la competizione nell’industria delle «food delivery». Dopo essere entrata nel capitale di Glovo nel 2018, tre anni dopo Delivery Hero ha portato la sua quota nella società spagnola a oltre il 94%. La completa acquisizione è stata ufficializzata nel luglio 2022, sebbene Glovo sia rimasta operativa con il proprio marchio e sotto la gestione del team originario per un periodo di transizione.
Oltre all’aspetto strategico della fusione, il percorso societario di Glovo è stato anche caratterizzato da sfide legali, in particolare per quanto riguarda il modello lavorativo utilizzato. Nel 2024, l’azienda spagnola è stata multata per oltre 265 milioni di euro in Spagna, con l’accusa di aver utilizzato modalità di lavoro considerate illecite, come l’impiego di «falsi autonomi» per la gestione dei propri rider. Questo ha portato Glovo a rivedere il suo modello contrattuale, avviando una transizione verso la creazione di contratti diretti per i propri lavoratori.
Parallelamente, nel 2020, Glovo ha ceduto le proprie operazioni in America Latina a Delivery Hero per 230 milioni di euro, un passo che ha permesso alla startup di concentrarsi maggiormente sul mercato europeo, consolidando ulteriormente la sua presenza nel continente.
Il rispetto delle leggi antitrust
Ora, la multa inflitta dalla Commissione Europea alle due società segna un capitolo critico nel loro cammino e rappresenta non solo una lezione per queste due aziende, ma un monito per l’intero settore della gig economy: anche in un mercato altamente competitivo e in continua evoluzione, il rispetto delle leggi antitrust e dei diritti dei lavoratori rimane una priorità per l’Unione Europea.
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