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L’Ucraina in mano alla grande finanza Usa che dopo aver lucrato sulla guerra si compra tutto


Non si sono concluse le trattive ad Istanbul ma la guerra in Ucraina vede avvicendarsi già i grandi vincitori dietro le quinte.
Per la ricostruzione, o meglio, privatizzazione dell’Ucraina, governi, multinazionali, i grandi fondi d’investimento lavorano fin dall’inizio della guerra.
Con l’indipendenza dall’Urss, il Paese conservava una struttura socialista, in cui le principali imprese erano di proprietà statale, ma con l’intensificarsi della guerra con la Russia i paesi alleati hanno approfittato per applicare su di essa una choc therapy finalizzata a vendere le proprietà statali a capitali privati esteri.
A seguito del golpe di piazza Maidan, finanziato dagli Stati Uniti nel febbraio 2014, il primo incontro dell’Ukraine Reform Conference, ha avuto sede a Londra nel 2017, fortemente voluto dall’allora primo ministro Boris Johnson.
Lo stesso primo ministro che avrebbe contribuito al sabotaggio degli accordi di Istanbul nell’Aprile 2022, pochi mesi dopo l’inizio dell’aggressione russa al Paese.  
Tra gli obiettivi dichiarati del pacchetto di riforme da attuare in Ucraina figurava la privatizzazione delle imprese e delle banche statali, attraverso un protocollo semplificato. La riforma, prevista per l’entrata in vigore nel 2018, puntava anche a semplificare la classificazione di aziende e infrastrutture pubbliche, organizzandole in base alle loro dimensioni. Il gruppo di lavoro che comprendeva anche la Corea del Sud, Israele, Stati Uniti, la Banca Mondiale e la Eu Investment Bank.
Nel 2020, secondo quanto riportato dal media ucraino Commons, il settore pubblico ucraino subisce un primo duro colpo con l’introduzione di una legge, fortemente sostenuta dal Regno Unito, mirata a limitare i diritti dei lavoratori. Due anni dopo, nel 2022, mentre il colosso finanziario Goldman Sachs svendeva titoli di debito russi a speculatori pronti a nasconderli in portafogli privati per aggirare le sanzioni internazionali, offriva al governo Zelensky consulenze sull’economia di guerra e su come attrarre investimenti per la ricostruzione del Paese. Parallelamente, un altro gigante della finanza, BlackRock, si occupava dell’ideazione di un fondo dedicato alla ricostruzione dell’Ucraina.
Dopo l’inizio “dell’Operazione militare speciale”, Ukraine Reform Conference, si tramuterà in Ukraine Reconstruction Conference. Nel 2022 anche i grandi fondi d’investimento come Blackrock entreranno in Ucraina in modo dirompente. In quello stesso anno, il presidente Volodymyr Zelensky e l’amministratore delegato Larry Fink hanno siglato un memorandum d’intesa, con BlackRock che si è impegnata a fornire consulenza per strutturare i fondi per la ricostruzione del Paese. 

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Il passo decisivo è avvenuto l’8 maggio 2023, quando il governo ucraino e BlackRock Financial Market Advisory hanno sottoscritto l’accordo per la creazione del “Fondo di sviluppo dell’Ucraina” (Ukraine Development Fund – UDF). Si tratta di un accordo che ha segnato l’ingresso ufficiale nel gruppo nel controllo diretto di asset strategici ucraini, andando ben oltre le iniziali funzioni consultive. Si parla in sostanza di prestiti da 750 miliardi di dollari, vincolati a riforme strutturali, tra cui la privatizzazione di infrastrutture pubbliche e la deregolamentazione del mercato del lavoro.
Come dichiarato dal presidente Zelensky in quell’occasione, “dall’indipendenza, l’Ucraina non ha mai visto capitali privati veramente grandi e strategici arrivare in volumi che corrisponderebbero alla scala e alle capacità del Paese”.
Da allora, l’elenco degli asset ucraini sotto controllo diretto o indiretto di BlackRock si è espanso significativamente: titoli di società strategiche quali Metinvest (società mineraria e metallurgica), DTEK (energia), Naftogaz (gas naturale), Ukrenergo (distribuzione energia elettrica), e Ukroboronprom (industria della difesa).
Il settore agricolo ucraino ha rappresentato un obiettivo prioritario per l’espansione del fondo e altri giganti finanziari internazionali. L’Ucraina, con i suoi circa 43 milioni di ettari di terra fertile coltivabile, è sempre stata considerata il granaio d’Europa.
Secondo dati dell’Università di Auckland, tre giganti americani – Cargill, DuPont e Monsanto – hanno già acquisito il 40% delle terre coltivabili ucraine. Un ulteriore 28% di queste terre appartiene ora a oligarchi e aziende agricole ucraine che sono in realtà di proprietà di società straniere, incluse l’americana NCH Capital, la francese AgroGeneration, le tedesche ADM Germany, KWS, Bayer e BASF. Complessivamente, quasi il 30% dell’intero territorio ucraino non appartiene più al Paese ma è di proprietà straniera.


BlackRock si compra tutto coi debiti di guerra

Dallo scoppio del conflitto l’Ucraina ha iniziato ad indebitarsi in maniera esponenziale per sostenere l’economia di guerra. Il debito pubblico del Paese, che aveva navigato non oltre il 47% per l’intero periodo 1993-2022, ha raggiunto il 103% del PIL durante la guerra, con previsioni di raggiungere il 130% entro il 2028.
Nel luglio 2024, l’Ucraina, assistita nelle trattative dalla banca franco-britannica Rothschild & Co e da un team dello studio legale statunitense White & Case LLP, è riuscita a ottenere il via libera alla ristrutturazione del suo debito offshore detenuto da colossi della finanza mondiale che comprendono, oltre a BlackRock, PIMCO, Fidelity, Amundi e Amia Capital. Obbligazioni che ammontavano a 19,67 miliardi di dollari in eurobond, che salivano a 23,6 miliardi considerando gli interessi maturati. 

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L’accordo di ristrutturazione raggiunto ha previsto uno swap di titoli con una svalutazione del 37% per i creditori. Non si tratta, tuttavia, di un atto di benevolenza: come sempre sarà tutto condizionato a “programmi di aggiustamento strutturale”, come misure di austerità, tagli alle reti di sicurezza sociale e privatizzazione di settori chiave dell’economia. Il tutto mentre gli stessi fondi ottengono ricavi da capogiro grazie alla guerra.
BlackRock, insieme a Vanguard e State Street, detiene quote significative nelle principali aziende produttrici di armi. Nel 2024, i titoli del settore hanno registrato un incremento del 22%, con società come Lockheed Martin e Raytheon che hanno distribuito dividendi in crescita. L’iShares U.S. Aerospace & Defense ETF, gestito da BlackRock, ha ottenuto un rendimento del 17,05% nel 2024, grazie all’aumento della spesa militare globale. 

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Il nuovo assedio con il Fondo di Trump

Un diplomatico straniero a Kiev ha espresso al Fatto Quotidiano serie preoccupazioni riguardo al Reconstruction Investment Fund legato a Trump, ritenendo che manchi trasparenza e capitale, soprattutto a causa dell’instabilità del settore minerario dovuta al conflitto. Secondo il funzionario, i veri obiettivi del fondo potrebbero celarsi in clausole non pubbliche, che preoccupano anche membri del Ministero dell’Economia ucraino. Le multinazionali statunitensi avrebbero garanzie preferenziali, come il diritto di estrazione con prezzi bloccati e priorità negli appalti. 
Una delle sicurezze che le multinazionali Usa avranno è “il diritto di estrazione o concessione con il prezzo stabilito nel momento” e sicuramente avranno priorità nelle gare di appalti finanziati dal fondo
“Trump aveva semplicemente fretta di firmare l’accordo nei suoi primi cento giorni” sostiene il diplomatico, in modo da posizionare gli Usa come maggiori beneficiari del debito e delle relazioni economiche e politiche con Kiev. 
Trump, afferma il diplomatico, avrebbe voluto siglare in fretta l’accordo per assicurare agli USA il controllo economico e politico della ricostruzione ucraina. Questo scenario metterebbe l’Europa in svantaggio nell’accesso a materie prime cruciali per la transizione energetica, aumentando al contempo la dipendenza strategica da Washington sul fronte orientale. 
Analisti di istituti e media (tra cui Alameda Institute, Medium, Interfax, Commons) avvertono che anche gli Stati Uniti potrebbero imporre politiche di privatizzazione radicali in settori chiave (trasporti, salute, istruzione, difesa), gestiti proprio da quei giganti come BlackRock, JP Morgan, Halliburton, Lockheed Martin, con dispute legali affidate a tribunali esteri. Una simile direzione potrebbe portare alla perdita della sovranità economica ucraina e a un aumento del costo dei servizi per la popolazione, già colpita dalla legge pro-liberalizzazioni del 2020 promossa dal Regno Unito.  

Foto di copertina © Imagoeconomica

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