Sondrio, meno iscritti nelle scuole ma cresce la domanda per i nidi

Diminuiscono gli iscritti negli istituti comprensivi cittadini, ma, nonostante il calo delle nascite, aumentano le richieste di iscrizione ai servizi per la prima infanzia, fondamentale per conciliare il tempo lavorativo con quello familiare.

Parte come sempre dall’analisi del contesto e dei dati il Piano triennale per il diritto allo studio del Comune di Sondrio, il documento di programmazione con cui l’amministrazione, nel rispetto dell’autonomia scolastica, definisce le attività, le strategie e i finanziamenti per sostenere l’offerta formativa, l’organizzazione degli Istituti scolastici, la dotazione di servizi, perché risultino efficaci per bambini, ragazzi e famiglie, presentato ieri sera alla commissione consiliare competente.

«Il contesto attuale è complesso – la premessa -, caratterizzato da veloci cambiamenti e da una serie di problematiche sociali, economiche, sanitarie, che generano fragilità nei giovani, incertezza negli adulti, difficoltà nello svolgimento del ruolo genitoriale, determinano problemi economici e disuguaglianze. Le difficoltà familiari, a cui si aggiungono la percezione di una crisi generale legata ai conflitti e alla mancata risoluzione delle tensioni, la presenza di fenomeni migratori che trovano i territori impreparati per assicurare adeguata accoglienza, determinano ricadute sulla crescita dei bambini e fanno emergere nuovi bisogni. La denatalità, espressione di queste problematiche, contribuisce all’invecchiamento della popolazione, che si ripercuote sulle dinamiche intergenerazionali e culturali».

Un calo delle nascite che si ripercuote sui numeri degli istituti comprensivi di Sondrio, che perdono in media il 2,8% di iscritti rispetto all’anno scorso, ma non sui nidi. «I genitori sono più consapevoli dell’aiuto che gli asili nido rappresentano, perché conciliano tempi lavorativi e vita familiare, ma soprattutto perché offrono un importante supporto educativo» la ragione secondo l’amministrazione comunale. I servizi presenti in città e nei comuni limitrofi dell’ambito territoriale, a cui si rivolgono anche non residenti, offrono molti posti, superiori all’obiettivo del 33% sulla popolazione 0 – 3 anni (916 bambini), originariamente definito dal Consiglio europeo e poi codificato anche dalla normativa nazionale. Attualmente i posti autorizzati sono 331 di cui più della metà, 174 per l’esattezza, nel capoluogo dove il solo nido la Coccinella ne conta 60.

È prevista poi anche l’apertura di nuove unità d’offerta a Berbenno, Colorina e Ponte. «Su indicazione dell’assemblea dei sindaci – si legge nel documento – si darà avvio ad un “piano nidi” che consentirà un uso razionale delle quote del Fondo speciale per l’equità del livello dei servizi, per favorire la sostenibilità dei servizi privati e la frequenza dei bambini, grazie al contenimento delle rette. Le famiglie potranno beneficiare di un rinnovato programma di voucher, assegnati dall’Ufficio di piano, a cui si aggiungono ulteriori agevolazioni quali Bonus Inps con importi aumentati per i nati dal 1 gennaio 2024 e Nidi gratis».

Complessivamente i bambini in età scolare, dai 3 ai 13 anni, a Sondrio sono 1.816 di cui 426 nella fascia della scuola d’infanzia, 839 della primaria e 551 delle medie. Gli Istituti comprensivi di Sondrio, a cui fanno parte anche plessi scolastici di scuola dell’infanzia e primaria nei comuni di Montagna, Poggiridenti, Albosaggia, Caiolo, Castione e Chiesa contano complessivamente 2.750 alunni (2.828 nell’anno precedente) con una perdita di 78 alunni (2,84%) a causa della denatalità, che ha interessato prevalentemente le prime classi di scuola dell’infanzia e primaria.