Le aziende anche qui non trovano personale: allora la Camera di Commercio lancia un bando con un contributo a fondo perduto
MILANO – Non è una regione depressa del sud, né un comune montano dove ormai gli abitanti si contano sulle dita di una mano, né tanto meno un paesino dell’entroterra sardo, dove le abitazioni sono disabitate da anni: eppure Varese va a caccia di nuovi abitanti, meglio ancora se ‘giovani’.
VARESE “NON BASTA“
Città lombarda di 800.000 abitanti, terzo distretto in Italia per densità di aziende per chilometro quadrato, basta dare un occhio sulla pagina Fb del Comune, anche solo dai più recenti post pubblicati, cosa può offrire in più ai suoi cittadini Varese: la recente inaugurazione di una mensa scolastica di una scuola primaria, il progetto di un nuovo modernissimo teatro, i lavori contro il dissesto idrogeologico, la pulizia dei tombini nelle strade cittadine e ancora, bellissimi tulipani in fiore nelle aree verdi… Eppure non basta a convincere i suoi giovani e restare a vivere e mettere su famiglia nella città natale: ogni 10 laureati, 4 se ne vanno a cercare fortuna altrove.
IL BANDO DELLA CAMERA DI COMMERCIO, COSA OFFRE
Allora la Camera di commercio cittadina lancia una iniziativa inedita per attrarre new entry: un bando per offrire 6.000 euro a fondo perduto in tre anni a chi si trasferisce per viene a vivere qui con un contratto di lavoro dipendente. Ad annunciarla è stato Mauro Vitiello è il presidente della Camera di Commercio di Varese, intervenuto all’assemblea generale di Confapi alle Ville Ponti. “È un esperimento, un test: siamo preoccupati per la salute dei nostri territori e delle nostre aziende»”, spiega Vitiello. Perché, come in larga parte d’Italia, qui le aziende non trovano lavoratori: secondo il report mensile di Unioncamere a maggio erano in programma 460.000 assunzioni, ma in un caso su due non si è trovato il candidato con il profilo professionale richiesto. “Non troviamo gli specialisti di cui abbiamo bisogno- chiarisce il presidente dell’ente camerale locale- e questo nonostante in provincia di Varese funzionino due università e gli Istituti tecnici garantiscano ai diplomati un tasso di assunzione immediato del 94%. Ma ogni 10 giovani che si laureano qui, 4 scelgono di spostarsi altrove”.
STIPENDI E COMPETITORS ‘A PORTATA DI MANO’
Il perché di questo fenomeno non é poi così diverso da quello con cui si spiegano gli ‘spostamenti’ nel resto dello Stivale: a spingere i giovani alla fuga sono i salari che in Italia sono mediamente più bassi rispetto al resto d’Europa (24.000 euro l’anno da noi, 36.500 in Olanda). Ma in più, Varese soffre la vicinanza di più di un ‘concorrente’: in primis la Svizzera, a meno di 50 chilometri di distanza, dove le paghe sono il 25% più alte, ma ad attrarre i varesini sono anche la Germania e persino Milano.
IL CONTRIBUTO UNA TANTUM E “LE RICADUTE SUL TESSUTO ECONOMICO LOCALE”
“A un neoassunto noi possiamo garantire 1.700-1.800 euro netti- prosegue quindi Vitiello- e il voucher che mettiamo sul piatto vuole essere una sorta di narrazione aggiuntiva”. Ovvero, “non possiamo competere solo sullo stipendio– va avanti– ma possiamo offrire qualcosa in più: un sostegno reale alle spese quotidiane, con un impatto diretto sul tessuto economico locale”. Infatti il contributo, ha precisato, potrà essere speso anche per utenze o nei negozi della zona, “promuovendo un circolo virtuoso a beneficio di tutto il territorio”. Infine, il bando, conclude Vitiello, ha atteso un via libera fiscale ed è ormai pronto al lancio.
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