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Economia circolare nel Pnrr, più che i soldi potrebbero semplificazione e governance


Pochi fondi, ma soprattutto poca programmazione per l’economia circolare nella proposta di Pnrr approvata dal Governo e ora in attesa di (rapidi) sviluppi quando la crisi politica in corso sarà sanata. Ieri si è levata unanime la voce di Unirima, Assofermet e Assorimap nel chiedere – durante un confronto con deputati e senatori che in Parlamento si occupano della materia – almeno «2,625 miliardi di euro» in più da destinarsi in particolare alle imprese del riciclo della carta, plastica e metalli (ovvero quelle rappresentate dalle tre associazioni d’impresa intervenute) che «vengono totalmente ignorate nonostante siano un motore fondamentale della green economy».

Conto e carta

difficile da pignorare

 

«Il testo verrà fortemente migliorato in Parlamento, assicurando alle imprese del settore un consistente impegno finanziario e una rafforzata centralità», è stata in sintesi la risposta della politica agli appelli delle aziende durante il webinar il webinar su “Recovery Fund: luce verde sull’economia circolare. Un’occasione da non sprecare”. Appelli che solo in parte riguardano però la distribuzione delle risorse economiche in ballo con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

«Il nostro Paese si caratterizza per tempi troppo lunghi in ogni aspetto, a partire dalla realizzazione degli impianti – osserva il presidente di Assorimap Walter Regis – Si tratta di una differenza che produce un gap competitivo strutturale che incide pesantemente».

Non a caso gli elementi della governace e della semplificazione sono stati oggi al centro di un altro webinar – Ripresa e resilienza, l’Italia ha un piano? – ospitato su Ricicla.tv.

«La quantità delle risorse è punto importante ma non decisivo per me – osserva nel merito il presidente di Assoambiente, Chicco Testa – A queste risorse andrebbero affiancate la grande quantità di risorse private disposte a entrare se ci fossero le condizioni per farlo. Se i fondi indicati fanno leva con i fondi privati, posso garantire che i progetti non mancano: adesso però il rilascio delle autorizzazioni è percorso impossibile per le imprese».

Ciò non significa che i fondi previsti per l’economia circolare nello schema di Pnrr approvato dal Cdm siano sufficienti, come afferma anche da Elio Catania dal ministero dello Sviluppo economico: «Avevamo chiesto più risorse per economia circolare ma oa sta a noi spendere bene queste risorse. Oltre a 1,5 miliardi di euro per nuovi impianti, più di 2 miliardi per supportare la conversione circolare delle imprese».

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

È però necessario riconoscere che, al di là dell’ammontare, il problema centrale è la messa a terra degli investimenti bloccati ovunque da sindromi Nimby e Nimto oltre che da procedure autorizzative elefantiache. «Il Recovery plan potrebbe essere l’occasione per rivedere sostanzialmente tutte le modalità di governance del nostro Paese – chiosa Testa – Se non facciamo questo, l’Italia è condannata all’inedia più totale.

Non a caso anche per il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, è «prioritaria la semplificazione normativa, altrimenti non metteremo in pratica il Piano entro il 2026. Rafforzare controlli e agenzie territoriali, ma accorciare tempi autorizzativi».

Per la realizzazione di quali impianti ancora non è chiaro. Per quanto riguarda la coda dell’economia circolare, ovvero la corretta gestione, il recupero e infine lo smaltimento dei rifiuti, un passaggio fondamentale sta nel Programma nazionale per la gestione dei rifiuti: il ministero dell’Ambiente ha avviato l’iter lo scorso novembre e in 18 mesi dovrà essere completato. Nel merito Assoambiente ha già sviluppato 10 proposte (mentre altre sono arrivate dalle associazioni ambientaliste e dai “rifiuti zero”), e chiesto una fase di confronto fattivo col ministero, che si è detto oggi disponibile.

«Come Direzione per l’economia circolare – dichiara Laura D’Aprile, a capo della struttura istituita dal Mattm – abbiamo un’agenda trasparente per confronti. Sul Programma nazionale rifiuti garantiremo agli stakeholders il processo di valutazione strategica del Piano».





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