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I “Veleni” se ne andranno da Crotone, amianto e scorie portati in Svezia


Eni Rewind ha annunciato che a partire dal 16 giugno cominceranno le operazioni di bonifica dell’area delle cosiddette “discariche a maredi Crotone, l’ex zona industriale a nord del centro cittadino dove da 25 anni si trovano rifiuti pericolosi di ogni tipo, risultato della chiusura di due fabbriche, una delle quali controllata proprio da Eni.

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Le operazioni sarebbero dovute cominciare ad aprile, ma le proteste dei cittadini le avevano bloccate. I rifiuti sarebbero infatti stati smaltiti a Crotone e nel resto della Calabria. Secondo il nuovo piano però, i materiali più pericolosi andranno in Svezia, mentre gli altri in discariche italiane fuori dalla regione.

La bonifica delle discariche industriali di Crotone

I rifiuti che Eni dovrà rimuovere dalle discariche industriali di Crotone sono in tutto 760mila tonnellate, delle quali circa la metà sono considerate pericolose. Si tratta soprattutto di metalli pesanti, ma anche di scorie radioattive e amianto che per anni hanno inquinato la costa e le falde acquifere della città calabrese.

Una parte dei rifiuti rimarrà in Italia, ma sarà portata fuori dalla Calabria, in una discarica ancora non identificata. Si tratta della porzione più semplice da smaltire, quella considerata meno pericolosa. Per le restanti 360mila tonnellate invece, si prospetta un lungo viaggio.Le uniche discariche in grado di trattare questo tipo di materiali in Europa si trovano in Germania e in Svezia, se si esclude la Sovreco, azienda esperta nello smaltimento di rifiuti, che si trova proprio a Crotone.

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Eni è riuscita a ottenere il trasporto di circa 70mila tonnellate di materiali pericolosi proprio nel Paese scandinavo, in modo da venire incontro alle richieste della Regione, dell’Arci e del Wwf, che avevano bloccato il piano di bonifica di aprile, che prevedeva lo smaltimento di tutti i rifiuti in Calabria.

Vantaggi e problemi del trasporto in Svezia

Eni ha chiarito che i costi del trasporto in Svezia dei rifiuti pericolosi non dovrebbero pesare eccessivamente sul piano di bonifica a livello economico. Le discariche svedesi infatti sono in grado di trattare le scorie a un costo pari a circa un terzo di quello disponibile in Italia. In questo modo, le spese in eccesso saranno abbattute.

Il piano di trasferire i rifiuti in Svezia ha però un problema. A partire da giugno del 2026, entrerà in vigore un nuovo regolamento dell’Unione europea che vieta di trasportare rifiuti pericolosi da uno Stato all’altro. Il piano di bonifica quindi dovrà proseguire in maniera diversa tra 12 mesi.

La storia dei “Veleni” di Crotone

I rifiuti industriali di Crotone, i cosiddetti “Veleni”, devono essere smaltiti da quasi 25 anni. Nel 2000 Eni chiuse la Fosfotec, azienda controllata da EniChem. L’anno successivo il governo Berlusconi ordinò la bonifica delle aree che l’azienda occupava, insieme a quelle dell’azienda siderurgica Pertusola, adiacenti.

Negli anni Eni ha dichiarato di aver speso 200 milioni di euro in opere di contenimento per impedire che le sostanze dannose si disperdessero in mare e nell’aria. I rifiuti hanno però continuato a inquinare, con una penetrazione tra i 3 e i 10 metri nel terreno a seconda del materiale. Il risultato è stato l’inquinamento delle falde acquifere e l’inagibilità di circa un chilometro e mezzo di costa a nord di Crotone.





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