Costruire reti virtuose tra imprese, formazione e società civile per promuovere l’inclusione reale. Cofinanziato con risorse a valere sul PR FSE+ Lazio 2021-2027
È stato presentato presso il WE Gil di Roma il progetto “La libertà di lavorare”, un’iniziativa che pone al centro il tema del reinserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale esterna, promuovendo un confronto tra istituzioni, imprese, associazioni del terzo settore e società civile.
L’obiettivo del progetto è duplice: abbattere il muro del pregiudizio nei confronti di chi ha scontato una pena e creare concrete opportunità di lavoro come strumento di riscatto e prevenzione della recidiva.
Si riparte dalla persona
Durante l’incontro, è emersa con chiarezza la centralità del lavoro come veicolo di dignità, autonomia e reintegrazione sociale. Numerosi interventi hanno sottolineato come, nonostante le difficoltà, vi siano già esperienze virtuose di formazione professionale e inserimento lavorativo sia all’interno che all’esterno degli istituti penitenziari. Tuttavia, restano forti ostacoli culturali, diffidenze e resistenze non solo tra imprenditori, ma anche tra i dipendenti delle aziende coinvolte.
Il tema della responsabilità sociale d’impresa è stato affrontato con onestà e realismo: sebbene alcune grandi aziende abbiano già avviato collaborazioni strutturate con il sistema carcerario, molte PMI restano ancora lontane da questi percorsi, spesso per mancanza di conoscenza o per timori legati all’accoglienza di persone con trascorsi penali.
Ha aperto i lavori una nota dell’Assessore al lavoro, scuola, formazione, ricerca, merito e urbanistica per la Regione Lazio Giuseppe Schiboni, che ha ribadito come la politica regionale voglia andare oltre l’assistenzialismo per costruire percorsi virtuosi da seminare sui territori, e mettere le basi per un’inclusione reale. Politiche che possano tradursi in occasioni di riscatto, di dignità e di crescita per tutti.
Seguono gli interventi della Direzione regionale Istruzione, Formazione e politiche per l’occupazione, nonché Autorità di Gestione del PR FSE+ 2021-2027 (che ha cofinanziato il progetto) nella persona della direttrice Avv. Elisabetta Longo; della dr.ssa Maria Vittoria Menenti, direttrice UIEPE per il Lazio, l’Abruzzo e il Molise, co-organizzatrice dell’evento; del Garante delle persone sottoposte a Misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio dott. Stefano Anastasia e del presidente di Lazio Disco dott. Simone Foglio, che hanno condiviso parole di soddisfazione per un’iniziativa che coinvolge, com’è nelle finalità del Fondo Sociale Europeo, la società in tutte le sue componenti, dalla cittadinanza al settore imprenditoriale, alle categorie più svantaggiate, nella speranza che possa essere di ispirazione per ulteriori sperimentazioni virtuose.
Sono state presentate inoltre, le testimonianze dirette di casi positivi di reinserimento lavorativo di ex detenuti, di formazione durante il periodo di detenzione e di tirocini rivolti a adulti e minori, portate da associazioni del terzo settore (Seconda Chance), dal Centro Giustizia Minorile, da Fipe Confcommercio e da singoli imprenditori, nonché le esperienze delle Reti territoriali per il reinserimento lavorativo delle persone detenute, un progetto gestito da Sviluppo Lavoro Italia. Su tutti emerge quanto sia fondamentale la cooperazione tra pubblico e privato, tra le istituzioni che promuovono e sostengono iniziative virtuose e le componenti del mondo economico e della formazione, che possono accogliere le politiche per l’inclusione e garantirne l’efficacia sul lungo termine.
Il lavoro come libertà
Il progetto prevede la creazione di un elenco aperto di enti, imprese e organizzazioni disponibili ad ospitare 120 tirocini extracurriculari retribuiti della durata di 12 mesi (60 nel 2025 e 60 nel 2026). I tirocini, completamente finanziati dalla Regione Lazio, includono un’indennità mensile di 800 euro lordi e la copertura assicurativa.
Le persone beneficiarie, individuate dagli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE) e segnalate ai Centri per l’Impiego, verranno accompagnate per tutto il percorso di tirocinio attraverso una rete integrata di supporto che coinvolge istituzioni, operatori e aziende.
Le candidature delle aziende ospitanti potranno essere inviate tramite PEC fino al 31 ottobre 2025. L’elenco resterà aperto e aggiornabile.
Il progetto La libertà di lavorare vuole essere un passo importante per rafforzare il dialogo tra istituzioni, mondo produttivo e società civile, con l’obiettivo comune di trasformare la pena in opportunità. Per le persone che scontano una pena il lavoro, come emerso da tutte le testimonianze, non è solo uno strumento economico, ma un ponte fondamentale per ritrovare la dignità e tornare a pieno titolo membri attivi della società civile.
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