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La transizione (accelerata) verso il net zero


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In un contesto segnato dalla crisi climatica, dall’attenzione crescente ai diritti sociali e dalla transizione verso modelli produttivi circolari, le imprese sono chiamate a ripensare processi, prodotti e cultura organizzativa. La sostenibilità non è più un’opzione, ma un orizzonte strategico per chi intende fare impresa in modo responsabile e competitivo. Tra le realtà che hanno scelto di integrare in modo strutturale questi principi nella propria strategia c’è Henkel, multinazionale attiva nei settori degli adesivi e dei beni di largo consumo, che da anni ha fatto della sostenibilità un elemento fondante del proprio approccio industriale e organizzativo. Il gruppo ha appena pubblicato il Rapporto Sviluppo Sostenibile 2024, in cui vengono delineati i risultati raggiunti e gli obiettivi per i prossimi anni.Il cuore del documento è la roadmap Net-Zero, che alza l’asticella dell’impegno per il clima: l’azienda punta a ridurre del 90% le emissioni totali di gas serra entro il 2045, prendendo il 2021 come anno base.

L’impegno riguarda le emissioni dirette generate dalle attività aziendali (Scope 1), quelle legate all’energia acquistata (Scope 2) e le emissioni indirette lungo tutta la catena del valore, dai fornitori alla distribuzione (Scope 3). Gli obiettivi intermedi prevedono un taglio del 42% per le emissioni Scope 1 e 2 e del 30% per lo Scope 3 entro il 2030. “La roadmap Net-Zero ci pone in prima linea nella trasformazione oggi indispensabile per fronteggiare la crisi climatica, consapevoli della responsabilità che abbiamo come azienda e del ruolo che ognuno di noi può giocare”, sottolinea Mara Panajia, presidente e amministratrice delegata di Henkel Italia, che prosegue: “Stiamo lavorando alla transizione energetica dei siti produttivi e all’ottimizzazione della logistica. Continuiamo a migliorare i prodotti e il loro packaging perché abbiano un impatto ambientale sempre più contenuto”. Quanto ai risultati raggiunti, il 2024 ha registrato progressi significativi, con un calo del 64% per le emissioni di CO2 per tonnellata di prodotto rispetto al 2017, del 23% sul fronte dei consumi idrici e del 39% nei rifiuti generati per tonnellata di prodotto rispetto al 2010. È stato invece aumentato del 47% l’acquisto di energia da fonti rinnovabili rispetto al 2017.

Fortemente impegnata nella promozione dell’economia circolare, Henkel ha investito negli ultimi anni nella progettazione sostenibile delle confezioni, raggiungendo risultati importanti: l’89% del packaging è oggi riciclabile, mentre la quota media di plastica riciclata negli imballaggi dei prodotti ha toccato il 25%, con molte referenze già al 100%.Un traguardo che si affianca a politiche attente alla responsabilità sociale e all’inclusione di genere. Henkel ha portato al 42% la presenza femminile nel management a livello globale (al 40% in Italia). L’attenzione alla parità di genere passa anche attraverso iniziative per incoraggiare la genitorialità condivisa. Tra queste, il congedo parentale neutro introdotto nel 2024: otto settimane di astensione dal lavoro retribuite al 100%, indipendentemente dal genere e dallo stato familiare. In questo contesto, “l’Italia sta dando un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi globali di Henkel”, osserva Panajia. “Coinvolgeremo in modo ancora più attivo partner, fornitori e clienti perché il cambiamento possa estendersi a tutta la catena del valore”. Nel nostro Paese sono state messe in atto iniziative green in diversi stabilimenti. A Casarile (Milano), nel sito dedicato agli adesivi industriali, è stato avviato il progetto Nowa (No Waste) per ridurre o recuperare i rifiuti e gli scarti dei processi produttivi. Mentre a Ferentino (Frosinone), dove si producono detersivi per bucato e stoviglie, è entrato in funzione un nuovo depuratore chimico-fisico ed è stato rinnovato il depuratore biologico, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale delle acque reflue generate dalla produzione e dalla manutenzione degli impianti.

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