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UFFICIALE: approvata la “Tredicesima ai Politici” | 1400€ di tasse in più a tutti gli italiani: si comincia da giugno


Meloni Mattarella – sicilianews24.it

Un’altra mazzata per chi paga le tasse in Italia.

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Il sistema fiscale italiano è spesso percepito come uno dei più pesanti in Europa. Il carico tributario complessivo, che include imposte dirette e indirette, si aggira intorno al 42-43% del PIL, un dato che colloca l’Italia tra i Paesi con maggiore pressione fiscale. Questo livello elevato è dovuto a una combinazione di imposte sul reddito, contributi previdenziali, IVA e tasse locali.

L’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, è progressiva e può arrivare fino al 43% per i redditi più alti, senza contare le addizionali regionali e comunali. Anche i lavoratori autonomi e le piccole imprese spesso lamentano un’eccessiva pressione fiscale, aggravata da burocrazia complessa e controlli stringenti.

Per le imprese, oltre all’IRES (imposta sul reddito societario) pari al 24%, si aggiungono altri oneri, come l’IRAP e i contributi previdenziali per i dipendenti, che aumentano significativamente il costo del lavoro. Questo può scoraggiare gli investimenti e spingere alcune attività verso l’evasione o l’informalità.

Nonostante il peso delle tasse, molti cittadini ritengono che i servizi pubblici non siano sempre proporzionati a quanto versato. Sanità, istruzione e trasporti, sebbene garantiti, presentano carenze e disservizi. Questo divario tra pressione fiscale e qualità dei servizi alimenta il dibattito sulla necessità di una riforma fiscale più equa ed efficiente.

Una nuova “tredicesima” da pagare allo Stato

Dal 2024, chi guadagna oltre 50 mila euro lordi all’anno – circa 2.700 euro netti al mese – vedrà ridursi i rimborsi del 730 di 260 euro. Questo taglio si applica alle detrazioni per spese comuni come mutuo, scuola dei figli, trasporto pubblico o cure veterinarie. In pratica, il Governo ha deciso che i 260 euro ricevuti in busta paga grazie al taglio delle aliquote Irpef andranno restituiti nella dichiarazione dei redditi sotto forma di minori rimborsi. Dal 2026, la sforbiciata si estenderà anche a chi supera i 75 mila euro di reddito lordo annuo.

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Questa misura è stata introdotta per far fronte alle gravi difficoltà economiche delle casse pubbliche. I politici hanno spiegato che queste risorse saranno usate per aiutare i redditi medio-bassi colpiti dalla crisi economica. Insomma, 260 euro che passano dallo stipendio dei contribuenti più “fortunati” alle tasche dello Stato, come una sorta di “tredicesima” a favore delle finanze pubbliche, con l’intento – almeno sulla carta – di migliorare i servizi per tutti.

Euro
Euro – fonte pexels – sicilianews24.it

Chi ha più spese, perde di più

Il meccanismo, però, solleva dubbi: a parità di reddito, chi non ha spese detraibili si tiene l’aumento, mentre chi sostiene costi per figli, trasporti o salute viene penalizzato. Una disparità che rende il sistema meno equo agli occhi di molti contribuenti.

Per verificare quanto si perde, è utile consultare il modello 730-3, sommare le spese detraibili (E1-E14), calcolare il 19% e controllare se si superano i 50 mila euro di reddito imponibile. Sapere dove si è colpiti può aiutare a pianificare meglio il prossimo anno fiscale.



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