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al 2024 stimato un danno di 24,8 miliardi di euro « LMF Lamiafinanza


Procura Europea e frodi ai danni dell’Unione

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L’Italia svetta nella classifica del maggior danno stimato alle finanze dell’UE derivante da crimini finanziari messi sotto inchiesta dalla Procura Europea. Solo nel 2024, i Procuratori Europei del Bel Paese hanno aperto 458 nuove indagini – 200 delle quali su scala transfrontaliera – per reati economici in pregiudizio dei bilanci dell’Unione, con un danno presunto di 3,48 miliardi di euro contro i 2,74 miliardi della Germania, i 216 milioni della Spagna e i 185,4 milioni della Francia.

I dati dell’ultimo Report Annuale della Procura Europea

Questi i dati dell’ultimo Report Annuale della Procura Europea pubblicato lo scorso 3 marzo che ha registrato, per l’Italia, anche ordini di sequestro di beni per un valore di 1,8 miliardi di euro.

Non tutti sanno infatti che, dal 2021, 20 pubblici ministeri italiani, nella loro veste di Procuratori Europei Delegati (PED), dislocati nelle Procure di Bologna, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Bari, Torino e Venezia, operano sotto il coordinamento dell’organismo centrale indipendente denominato European Public Prosecutor Office (EPPO), per indagare e perseguire tutti i reati economici, commessi in Italia o tra l’Italia ed altri Stati Membri, che ledono gli interessi finanziari dell’Unione.

166 sono in totale i PED attivi nei 24 Stati Membri che hanno aderito ad EPPO.

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Se le indagini sono svolte sotto la guida dell’Ufficio Centrale Europeo (con sede in Lussemburgo), l’azione penale è invece esercitata avanti alle corti nazionali. Detto altrimenti, i PED italiani portano le proprie inchieste a processo avanti ai Tribunali e alle Corti nostrane così come fanno gli altri 146 Procuratori Europei, ciascuno nell’ambito dello Stato Membro di appartenenza.

Nel mirino di EPPO vi sono principalmente le frodi IVA che interessano il 20% delle inchieste su scala europea, per un danno stimato di 13,15 miliardi di euro, pari al 53% dei danni complessivi alle finanze dell’Unione. Accanto alle tradizionali frodi carosello, il rapporto EPPO 2024 registra anche molti casi di fatturazione incrociata con crediti IVA fittizi, di frode nell’e-commerce, di frode mediante l’utilizzo di cartiere che emettono fatture per operazioni inesistenti e di abuso delle procedure di differimento doganale dell’IVA.

L’8% delle indagini EPPO riguarda, invece, frodi fiscali non IVA, prevalentemente connesse al contrabbando oppure finalizzate all’elusione dei dazi doganali o dei dazi antidumping.

Singolare, in proposito, un procedimento avviato dai PED belgi che hanno accertato l’evasione di dazi doganali da parte di una società francese sull’importazione di e-bike. La società in questione le importava dalla Cina deliberatamente “a pezzi” per poi assemblarle in territorio europeo al fine di eludere il pagamento dei dazi anti-dumping dovuti sull’importazione delle e-bike “intere”.

Il 33% delle inchieste riguardano, poi, frodi in materia di sussidi europei, dai fondi per l’agricoltura e pesca ai programmi Erasmus, sviluppo regionale, sanità, affari sociali, giovani, sviluppo e innovazione.

Seguono le frodi in materia di appalti (9%) e casi di corruzione (3%), peculato (2%), riciclaggio (6%), criminalità organizzata (6%) e crimini connessi (13%).

Nuove indagini

Che l’attività di EPPO stia divenendo sempre più intensa e strutturata lo dimostrano i dati: nel 2024 sono state aperte 1504 nuove indagini in tutta Europa, il 10% in più rispetto al 2023.

Ma il dato più interessante riguarda il numero delle denunce provenienti da soggetti privati: nel 2024 è stato registrato un incremento dell’85% di crime reports da parte di privati rispetto al 2023.

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Questo boom di segnalazioni è anche ascrivibile alla semplicità della procedura: chiunque – dal dipendente licenziato al primo escluso dalla graduatoria per l’assegnazione di fondi – può, comodamente, dalla poltrona di casa, inserire la denuncia sul portale web di EPPO, purché in forma non anonima e corredata da documentazione a supporto.

Un bel passo in avanti sulla strada dello sviluppo di una sensibilità “comunitaria” per la protezione degli interessi finanziari dell’Unione Europea.

Paola Concolino



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