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come individuare gli incubatori certificati e come la Ue intende spingere gli investimenti


Le startup, vero motore dell’innovazione nel campo della moda e del lusso, così come in tanti altri segmenti industriali sono al centro della strategia europea. Recentemente, infatti, Bruxelles ha deciso di adottare una serie di misure per incentivare gli investimenti e per favorire la nascita di queste aziende, molto spesso ideate da giovani e brillanti menti. Inoltre, è stato aggiornato il registro degli incubatori certificati in Italia.

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Sono 12 gli incubatori certificati in Lombardia, 11 sono a Milano

A oggi nel Registro imprese, secondo i dati ufficiali delle Camere di commercio, gli incubatori certificati sono 62, di cui 12 in Lombardia (11 nella sola Milano). A tale proposito va ricordato che https://fashionunited.it/news/business/milano-e-molto-costosa-per-le-startup-ma-e-la-citta-ideale-per-il-business-fashion/2025053027176 Milano è la citta ideale per le startup della moda. In Campania gli incubatori sono 8, mentre in Piemonte, nelle Marche e in Puglia sono 4. Il Veneto ne conta 5 e il Lazio 6.

Come rammenta la legge, ai sensi della normativa di riferimento (Dl 179/2012, art. 25, comma 5) un incubatore o un acceleratore certificato è una società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, residente in Italia, che offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di startup innovative ed è in possesso dei diversi requisiti. Tra questi: dispone di strutture, anche immobiliari, adeguate ad accogliere startup innovative, come spazi riservati per poter installare attrezzature di prova, test, verifica o ricerca;
dispone di attrezzature adeguate all’attività delle startup innovative, quali sistemi di accesso in banda ultralarga alla rete internet, sale riunioni, macchinari per test, prove o prototipi. E ancora, è amministrato o diretto da persone di riconosciuta competenza in materia di impresa e innovazione e ha a disposizione una struttura tecnica e di consulenza manageriale permanente; ha regolari rapporti di collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e partner finanziari che svolgono attività e progetti collegati a startup innovative; ha adeguata e comprovata esperienza nell’attività di sostegno a start-up innovative oppure nell’attività di supporto e accelerazione di start-up innovative.

La Ue ha cercato di puntare su semplificazione, incentivi fiscali, tempi rapidi (massimo 48 ore), per registrare imprese

“Il possesso dei requisiti sopra riportati è autocertificato dall’incubatore e dall’acceleratore certificato mediante dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale, effettuata al momento dell’iscrizione alla sezione speciale del registro delle imprese e confermato almeno una volta all’anno, sulla base di indicatori e relativi valori minimi che sono stabiliti dal decreto 20 dicembre 2024”, specifica la normativa.

Intanto, come anticipato la Ue ha cercato di puntare su semplificazione, incentivi fiscali, tempi rapidi (massimo 48 ore), per creare e registrare imprese. La strategia della Commissione europea punta quindi al lancio di nuove imprese e all’ampliamento su scala industriale delle eccellenze innovative (Eu Startup and scaleup strategy).
L’Ue vuole diventare un polo, e il modo per rendere tutto questo possibile è costituito da più elementi: uno di questi è la semplificazione, riporta Eunews.

Bruxelles si è anche impegnata a “istituire un Fondo europeo per lo Scaleup” così da “colmare il divario di finanziamento” delle imprese ad alta tecnologia. “Non è chiaro se questo fondo sarà uno strumento all’interno del prossimo quadro finanziario pluriennale (Mff 2028-2034), di cui l’esecutivo comunitario dovrebbe presentare una prima bozza il 16 luglio, o un contenitore a sé stante”, si legge su Eunews.

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Lanciata anche l’iniziativa Lab to Unicorne destinata a collegare le università e le imprese, e la concessione di regimi speciali di permessi di business per imprenditori di Paesi terzi. La prime delle due proposte prevede un modello per la concessione di licenze, la condivisione di royalty e ricavi e la partecipazione azionaria per le istituzioni accademiche e i loro inventori nella commercializzazione della proprietà intellettuale e nella creazione di spin-off.

La seconda iniziativa intende incoraggiare gli Stati membri a istituire procedure accelerate per i fondatori extra-Ue. Insomma, per tutti, industriali comunitari e non, la Commissione europea “valuterà la possibilità di consentire alle aziende di stabilirsi in Europa più rapidamente, idealmente entro 48 ore“.



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