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«Lo stop? Una decisione tecnica. Nessuna preclusione verso gli Emirati»


VENEZIA – «In merito alla vicenda Superjet International non vi è alcuna preclusione da parte del Governo o del ministero delle Imprese e del Made in Italy, all’ingresso di investitori emiratini. Al contrario, il ministro Adolfo Urso, nel corso della sua missione negli Emirati Arabi Uniti, alla presenza dell’ambasciatore italiano ha incontrato i potenziali investitori, a conferma dell’interesse e della piena apertura al dialogo». In una nota il ministero delle Imprese e del Made in Italy fa alcune precisazioni rispetto all’allarme lanciato sabato dal sindacato dei metalmeccanici Fim Cisl sul futuro di Superjat International, temendo il mancato interesse della polita al rilancio della sede veneziana di Tessera in cui lavorano 115 lavoratori.

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«Siamo molto preoccupati per il futuro di SuperJet International di Tessera, temiamo che la politica non sia interessata a un progetto di rilancio di questa storica azienda» sono state le parole di Alberto Gomiero, componente di segreteria della Fim Cisl Venezia, dopo che le Rappresentanze sindacali unitarie avevano ricevuto comunicazioni informali secondo cui il Comitato di sicurezza finanziaria (Csf), istituito al ministero dell’Economia e delle Finanze, aveva già espresso parere negativo all’ipotesi di unire il fondo emiratino Mark AB Capital, Italsistemi Spa e Leonardo per garantire un futuro a SuperJet.
«Pur a fronte di una costante interlocuzione sul tema tra il ministro Urso e il ministro Giorgetti – prosegue la nota del Mimit – si è tuttavia dovuto prendere atto delle decisioni assunte dal Comitato di sicurezza finanziaria (Csf), organismo tecnico dalle cui valutazioni non si può prescindere. Il Mimit, in ogni caso, ha inteso favorire gli investimenti emiratini in Italia, come dimostrano anche quelli appena sottoscritti durante il meeting Investopia a Milano, alla presenza del ministro Urso».

Il caso 

Sul caso Superjet International interviene anche il senatore veneziano di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon, che conosce bene l’azienda sottolineandone l’importanza che ricopre nel territorio metropolitano di Venezia, ma anche quanto sia strategica per l’intero Paese. «Mi sono attivato attraverso tutti i canali politici e istituzionali per trovare una soluzione all’impasse che si è venuto a creare dopo il congelamento delle quote dell’azionista russo – dice Speranzon -, ma purtroppo la questione è molto più complessa di come viene spesso descritta da alcuni esponenti dell’opposizione e del mondo sindacale.

Lo scongelamento delle quote e la successiva cessione delle stesse al fondo emiratino o, in seconda ipotesi, la cessione del complesso aziendale, sono state bloccate dal Comitato di sicurezza finanziaria, un organo tecnico, non politico, che ha tra i propri compiti anche quello di applicare le norme sulle sanzioni decise a livello europeo. La decisione su Superjet è dunque prettamente tecnica, presa dal Csf di comune accordo con la Commissione Europea». L’invito è quindi di «non strumentalizzare politicamente una vicenda che va ben oltre la dimensione nazionale». A rassicurazione dei timori espressi dal sindacato dei metalmeccanici sul futuro dell’azienda, Speranzon conclude: «Il Governo sta esplorando le possibili soluzioni alternative per salvaguardare il patrimonio produttivo di Superjet e tutelare i lavoratori, questo è l’obiettivo al quale possiamo e stiamo lavorando».





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