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3 startup italiane per cambiare le regole del gioco « LMF Lamiafinanza


In Italia lo spreco alimentare ha raggiunto i 14,1 miliardi di euro nel 2024, con il 28,5%
concentrato nella fase di commercializzazione.

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Il 66% del packaging alimentare in Italia è ancora realizzato in plastica.

Da FoodSeed tre soluzioni ad alto impatto per ridurre lo spreco alimentare e sostituire la
plastica

L’industria agroalimentare italiana si confronta con due sfide cruciali: ridurre l’uso di plastica negli
imballaggi e prolungare la shelf-life dei prodotti freschi per contenere gli sprechi. Secondo il CONAI, nel
2023 l’Italia ha riciclato il 75,3% dei rifiuti di imballaggio, ma la plastica rappresenta ancora una
quota significativa dei materiali utilizzati. Parallelamente, il Food waste index report 2024 dell’Unep
stima che circa il 13% del cibo venga perso nella catena di approvvigionamento, dal post-raccolto
fino alla vendita al dettaglio.

L’ortofrutta è in prima linea nella lotta allo spreco e al packaging insostenibile

Tra le filiere più esposte, quella ortofrutticola è particolarmente vulnerabile a inefficienze logistiche,
deperibilità dei prodotti e scarsità di soluzioni conservative efficaci. Il risultato? Perdite significative
lungo tutta la catena del valore, dalla raccolta alla distribuzione.

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Solo nel nostro Paese, infatti, nel 2024 lo spreco alimentare è aumentato del 45,6% rispetto all’anno
precedente, con una stima complessiva di filiera che raggiunge i 14,1 miliardi di euro, di cui il 28,5%
avviene nelle fasi di commercializzazione del cibo 1 . A questo si somma la scarsa circolarità del
packaging in plastica, con un riciclo effettivo inferiore al 50% 2 .

In questo contesto, l’innovazione tecnologica diventa fondamentale per sviluppare soluzioni sostenibili e
scalabili. FoodSeed, il programma di accelerazione AgriFoodtech promosso da CDP Venture Capital
SGR, con il supporto di Fondazione Cariverona, UniCredit e Eatable Adventures, tra i principali
acceleratori FoodTech a livello globale, sostiene startup italiane che affrontano queste sfide con
approcci innovativi.

Le tecnologie sviluppate da nuove realtà imprenditoriali possono, infatti, trasformare una filiera
stagnante in un sistema dinamico e innovativo. Favorire sinergie concrete tra startup e aziende
strutturate è oggi una delle leve più efficaci per rilanciare il settore agroalimentare e rafforzare il tessuto
imprenditoriale nazionale. L’Open Innovation si conferma così una strategia chiave per accelerare
l’introduzione di soluzioni ad alta tecnologia, aumentare la resilienza e promuovere competitività e
sostenibilità.

Le risposte italiane alle sfide della filiera per il futuro del food

Per rispondere anche a queste esigenze strutturali, FoodSeed ha selezionato tre startup italiane –
Mama Science, Alkelux e AgreeNET – impegnate a trasformare le sfide del packaging e della shelf
life dei prodotti in soluzioni concrete, scalabili e a basso impatto ambientale.

1 Osservatorio Waste Watcher International

2 Unità Investigativa di Greenpeace Italia

Mama Science: l’alternativa sostenibile alla plastica nel packaging alimentare

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Mama Science, con sede a Bologna, ha sviluppato una linea di coating e film biodegradabili
realizzati interamente da materie prime vegetali. I materiali, ottenuti con processi ispirati a quelli che
avvengono in natura, replicano le proprietà della plastica senza gli effetti dannosi sull’ambiente. Si tratta
di materiali biomimetici 100% bio-based, che replicano le proprietà della plastica senza causare gli
stessi dannosi impatti ambientali, offrendo un’alternativa sostenibile ed efficace ai tradizionali imballaggi
plastici. Applicati su verdure, carni o latticini, prolungano la shelf-life dei prodotti riducendo
drasticamente l’utilizzo di imballaggi convenzionali.

Alkelux: additivi naturali per combattere lo spreco alimentare

Dalla Sardegna arriva invece la proposta di Alkelux, che ha messo a punto un additivo antimicrobico
naturale derivato dagli scarti della liquirizia. La polvere, facilmente integrabile nei materiali di
confezionamento senza modificare le linee produttive esistenti, ha già mostrato risultati significativi nel
prolungamento della conservazione di frutta fresca come le fragole. Completamente priva di metalli e
solubile in acqua, rappresenta una soluzione scalabile contro lo spreco. Ciò consente alle aziende del
settore del packaging di adottare questa tecnologia senza affrontare costosi interventi strutturali,
contribuendo così alla riduzione dello spreco alimentare in un’ottica sostenibile ed efficiente.

AgreeNET: prolungare la shelf-life con soluzioni naturali

Infine, AgreeNET, startup specializzata in tecnologie bioattive, ha ideato un POD biodegradabile da
inserire direttamente nelle confezioni. Il dispositivo, grazie alle sostanze naturali che emette –
componenti funzionali normalmente prodotte dalle piante per proteggersi da microrganismi patogeni – è
in grado di allungare la shelf life dei prodotti anche di 20 giorni offrendo un vantaggio competitivo
concreto per chi esporta.

“In un momento in cui la pressione ambientale e l’evoluzione normativa stanno riscrivendo le regole del
settore agroalimentare, l’innovazione non è più una scelta: è una necessità,” afferma Alberto Barbari,
Regional VP Italy di Eatable Adventures. “Le startup di FoodSeed mostrano il potenziale dell’open
innovation nel guidare la transizione verso modelli più sostenibili, offrendo soluzioni tangibili a sfide
globali come lo spreco alimentare e l’inquinamento da plastica. Ora spetta alle aziende italiane
accompagnare questa spinta, dando a queste realtà strumenti e spazio per generare vero impatto”.

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