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Il Padiglione Italia, vetrina internazionale per il Food ‘Made in Italy’


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Il Commissario Generale per l’Italia ad Expo 2025 Osaka, Amb. Mario Vattani

“Vogliamo confermare il valore importante dell’agroalimentare italiano – ha dichiarato il Presidente di ICE, Matteo Zoppas – dobbiamo aiutare gli imprenditori, le imprese grandi piccole e medie, nel loro processo di internazionalizzazione. Tradizione, storia, arte ma anche Valori, principi e tradizioni sono i cardini del Made in Italy che stiamo esprimendo anche all’interno di questo Padiglione Italia. Il Ministro Francesco Lollobrigida ha indicato una traiettoria chiara: portare l’export agroalimentare italiano a 100 miliardi di euro. È un obiettivo raggiungibile, perché l’agroalimentare italiano sta registrando performance di crescita solide e costanti. Lo dimostrano i numeri del nostro vino: nel 2024 il settore ha raggiunto 8,1 miliardi di euro (+5,5% sul 2023) e nel primo bimestre del 2025 l’export vinicolo ha toccato 1,2 miliardi di euro, in crescita del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’Asia orientale rappresenta un mercato strategico: l’export vinicolo italiano nel 2024 ha toccato 434 milioni di euro. Inoltre, nel 2024 abbiamo esportato in Asia 5,6 miliardi di euro di prodotti agroalimentari, in aumento del 7,5% rispetto al 2023 e del 41,6% rispetto al 2019. Numeri che raccontano di un mercato dal potenziale alto, ma serve continuare a investire sulla promozione e sulla rimozione degli ostacoli tecnici, come le barriere non tariffarie e le certificazioni. ICE è impegnata su questo fronte, lavorando in sinergia con la rete delle ambasciate e il Sistema Paese (composto anche da SACE, Simest e Cdp) che operano sotto l’egida della diplomazia della crescita promossa dal Ministero degli Affari Esteri, in collegamento con il Ministero dell’Agricoltura. Il vino italiano, come tutto l’agroalimentare, non è più confinato al canale etnico. Sta entrando sempre di più nelle cucine locali, anche in Asia. È apprezzato per la sua qualità, per il suo valore culturale, per l’identità che rappresenta. E questo ci rende ancora più forti nella competizione globale. Oggi abbiamo lavorato sullo sviluppo del settore vitivinicolo creando un momento di incontro tra imprese e importatori asiatici e giapponesi nella cornice dell’Expo, dove domanda ed offerta si sono incontrate e corteggiate”.

“Dopo la partecipazione all’esposizione universale del 2015 a Milano con il Padiglione del Vino, Veronafiere con Vinitaly è di nuovo in prima fila all’Expo in Giappone per rafforzare la presenza del nostro sistema vitivinicolo sui mercati internazionali. Vinitaly è un vero e proprio brand-bandiera per la promozione enologica italiana. Con una masterclass e un forum organizzati a Osaka insieme a Ice-Agenzia, conferma il proprio impegno con le istituzioni e le imprese per valorizzare il prodotto vino quale ambasciatore della nostra cultura, del territorio e di uno stile di vita unico al mondo” ha dichiarato Federico Bricolo, Presidente di Veronafiere.

“L’Asia rappresenta un mosaico di mercati estremamente diversi per cultura, economia e regolamentazione: una sfida complessa ma anche un’enorme opportunità per il vino italiano – afferma Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura – i nostri produttori possono contare su punti di forza riconosciuti a livello globale: qualità eccellente, ampia varietà e una forte identità territoriale. Per affrontare con successo questi sbocchi commerciali è fondamentale ‘fare sistema’: serve una collaborazione sempre più stretta tra aziende, istituzioni e consorzi, con l’obiettivo di promuovere un’immagine coordinata e strutturare un’organizzazione integrata capace di abbattere i costi e facilitare una penetrazione capillare. Giappone, Cina e Corea del Sud, mercati più maturi, assorbono da soli quasi 300 milioni di euro di vino italiano, ovvero circa i due terzi dell’intero export verso l’Asia. C’è margine per crescere all’interno di questo triangolo e per allargare gli orizzonti verso India, Vietnam, Hong Kong e Singapore” .

“Questo è un mercato preparato, pronto a comprendere e apprezzare il vino come espressione del Made in Italy, ma non solo il vino, anche il territorio, la cultura, lo stile di vita e la tradizione. I consumatori giapponesi sono molto attenti e particolarmente esigenti, in quanto cercano etichette sostenibili, a basso impatto ambientale e autenticamente ricche di storia. Questo vale per il vino così come per tutti i prodotti alimentari italiani. Con una particolare attenzione alla qualità degli ingredienti e al rispetto del prodotto (basti pensare all’arte del taglio), il Giappone è uno dei Paesi al mondo più capaci di comprendere il valore aggiunto del nostro settore agroalimentare e di apprezzarlo per quello che realmente vale. Expo Osaka è un’occasione unica per presentare le nostre eccellenze tra tradizione e innovazione al resto del mondo in un padiglione Italia straordinario e tra i più visitati di tutti” sostiene Luigi Scordamaglia, AD Filiera Italia e direttore mercati e politiche internazionali Coldiretti.

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“Detto che il mercato americano non è sostituibile, la fluidità e l’incertezza del contesto attuale, così come la possibilità dell’introduzione di dazi al vino italiano, hanno acceso un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare. Il settore deve maturare la consapevolezza della necessità di allargare il raggio d’azione, diversificando l’export verso nuove destinazioni. Il mercato asiatico, a questo proposito, può diventare lo sbocco più strategico per il futuro commerciale delle nostre imprese. Per penetrare efficacemente in questi Paesi, servirà quindi un duplice sforzo: a livello imprenditoriale, per trovare i giusti canali culturali, comunicativi e distributivi, e a livello politico istituzionale per garantire la rimozione delle barriere al commercio anche attraverso accordi di libero scambio” ha dichiarato Lamberto Frescobaldi, presidente Unione italiana vini (Uiv).



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