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Opas di Banca Ifisi su illimity, è battaglia. Equita (advisor di Banca Ifis) avverte: rischio ribasso del 25% per il titolo della banca guidata da Passera in caso di fallimento dell’offerta


Fonte: Equita sim

E’ batttaglia senza esclusione di colpi tra le controparti coinvolte nell’opas su illimity Bank annunciata lo scorso gennaio da Banca Ifis (si veda altro articolo di BeBeez), mentre alla data dello scorso venerdì 6 giugno le adesioni all’offerta avevano  l’11,83% del capitale, incluso il 10% apportato a fine maggio da Banca Sella (si veda altro articolo di BeBeez).

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Dopo che il cda di illimity bank ha lamentato la mancanza di chiarezza sulle prospettive e i possibili sviluppi del gruppo risultante dall’aggregazione tra la banca veneta e l’istituto milanese di Via Soperga, entrambe quotate a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez); e dopo che a fine maggio un gruppo di azionisti storici di illimity capeggiato dal fondatore Corrado Passera hanno stretto un Patto di Consultazione, rappresentativo del 27,2% del capitale, con i partecipanti al patto che hanno “convenuto di consultarsi tra di loro in relazione all’operazione, agli eventuali sviluppi della stessa e alle ulteriori comunicazioni e azioni al riguardo che potranno essere svolte, a tutela del valore del loro investimento e della stessa Illimity” (si veda altro articolo di BeBeez), Equita, che assiste Banca Ifis nell’offerta, ha risposto per le rime nei giorni scorsi, sottolineando i rischi che la mancata adesione all’opas comporterebbe per gli stessi azionisti di illimity. Primo tra tutti, un crollo del valore del titolo del 25%.

Giovedì scorso infatti il broker milanese ha emesso uno studio su illimity in cui viene posta in evidenza, tra le 10 ragioni per aderire all’opas, la grande incertezza che può generare per illimity una mancata fusione con Ifis (si veda qui l’analisi di Equita).

Contestualmente, La Scogliera, finanziaria della famiglia Fürstenberg e titolare del 50,64% di Banca Ifis, ha confermato il proprio sostegno all’opas lanciata dalla controllata, una posizione che è stata ribadita “nonostante le importanti rettifiche di valore di illimity Bank” e che ha visto la holding sottolineare nuovamente “la bontà del razionale strategico, rappresentato al mercato, nel documento d’offerta, pubblicato il 9 maggio, e guidato da una logica industriale in grado di esprimere significative economie di scala e generare, a regime, sinergie complessive annue per 75 milioni lordi” (si veda qui il comunicato stampa)-

In questo contesto, si legge ancora nella nota della holding dei  Fürstenberg, “La Scogliera sa auspica che l’adesione all’offerta da parte degli attuali soci di illimity sia sufficientemente ampia da consentire, nel più breve tempo possibile, l’avvio del processo di fusione tra le due entità che rappresenta, a giudizio della scrivente, una condizione essenziale affinché tutti gli stakeholders possano compiutamente beneficiare dell’integralità delle sinergie delineate nel documento d’offerta”.

Equita nel suo studio sottolinea che se l’opas non raggiungesse la soglia del 66,7% per procedere con una fusione immediata, l’operazione potrebbe diventare “troppo rischiosa” e Ifis potrebbe decidere di non proseguire con l’offerta. Inoltre, recita lo studio, “il rischio di perdere le sinergie è molto alto” anche perché per La Scogliera “non sarebbe sostenibile mantenere l’investimento in due società quotate, con le conseguenti inefficienze e complessità di governance”. Una circostanza, quest’ultima, che “bloccherebbe la crescita di illimity, ritardando la creazione di valore per tutti i suoi stakeholder”.

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Gli analisti esprimono anche dubbi sulla capacità di illimity di “procedere in solitaria”, con una “bassa visibilità sulla strategia 2026-2028 in termini di evoluzione del credito, riduzione dei costi e di redditività”. Del resto, secondo gli analisti di Equita, “l’operazione ha una forte logica industriale, con Ifis che rappresenta la soluzione unica e migliore per illimity”. Equita ricorda i 75 milioni di sinergie, di cui 50 di riduzione dei costi e 25 di ricavi, che “beneficerebbero tutti gli stakeholder, compresi quelli di illimity”.

Sullla base di queste premesse, Equita sottolinea la pericolosità dell’atteggiamento degli azionisti del Patto, titolari del 27,2% del capitale, i quali hanno dichiarato che se le adesioni all’opas superassero la soglia di maggioranza in assemblea ordinaria, interverrebbero sul mercato. Ciò, dice in sostanza Equita, mette l’operazione a rischio, proprio perché o l’offerta raggiunge la soglia (il 66,67% del capitale), che consente la fusione immediata, oppure non si fa, il che potrebbe innescare  com edetto una caduta del 25% del titolo illimity, a 2,8 euro.

 

I dieci motivi per aderire all’Opas secondo Equita

Ciò a sua volta costringerebbe illimity a proseguire da sola sulla sua strada, esponendo gli azionisti a rischi ancora maggiori. Infatti, spiegano gli analisti di Equita nel report, “Le linee guida autonome di ILTY mancano di visibilità e i risultati ottenuti non sono incoraggianti. La visibilità sulle Linee Guida Strategiche autonome nel triennio 2026-28 rimane scarsa, soprattutto per aspetti come l’evoluzione dei prestiti, la riduzione dei costi e il costo del rischio (CoR). Ciò è ulteriormente amplificato dalla mancanza di risultati ottenuti da illimity, poiché gli obiettivi passati sono stati ampiamente disattesi dal management”.

Ricordiamo qui i vantaggi della fusione, elencati nel Documento di offerta di Banca Ifis:

Si legge: “L’Offerente persegue oramai da tempo un progetto di crescita in Italia, con particolare attenzione alla redditività e alla sostenibilità, attraverso l’incremento della propria dimensione, e ha più volte dimostrato di saper cogliere importanti opportunità di crescita via acquisizioni esterne, realizzando operazioni di sviluppo inorganico di successo. All’interno di questo progetto di crescita, l’emittente è stato identificato come target ideale per il proseguimento di questa strategia, data la complementarietà del modello di business e del posizionamento di mercato con quelli dell’offerente, che consentirà al Gruppo Banca Ifis di accelerare il proprio percorso di crescita e di consolidare la leadership nel mercato italiano dello specialty finance (finanza specializzata), in continuità con il proprio disegno industriale, sostenibile e di lungo periodo. In aggiunta a quanto riportato, si evidenzia come l’integrazione tra l’offerente e l’emittente presenti contenuti rischi di esecuzione grazie al solido track record dell’offerente nel gestire con successo progetti di crescita per linee esterne e alla forte compatibilità emersa tra gli attuali modelli di business delle due entità. L’integrazione tra l’offerente e l’emittente potrà, infatti, esprimere un valore industriale maggiore delle due realtà separate e consentire la piena valorizzazione delle potenzialità dell’emittente”.

E ancora: “La creazione di valore avverrebbe principalmente attraverso il raggiungimento dei seguenti obiettivi industriali, finanziari e di sostenibilità:
(i) la creazione di un player leader nel settore dello specialty finance (finanza specializzata) nel mercato italiano, con una più elevata capitalizzazione di mercato e una chiara vocazione per i servizi alle pmi e, pertanto, con un modello di business ben identificato;
(ii) la possibilità di generare sinergie di ricavo, stimate in circa Euro 25 milioni prima delle imposte per anno, derivanti dall’incremento della produttività per cliente dell’emittente sui livelli dell’offerente, dall’efficientamento conseguente all’integrazione dei segmenti di business ad alto valore aggiunto (factoring, corporate banking) e dalla complementarità di alcuni settori di business (e.g., NPL);
(iii) l’incremento della massa critica, al fine di conseguire significative sinergie di costo, stimate in circa Euro 50 milioni prima delle imposte per anno, derivanti dalle economie di scala, controbilanciata dalla comprovata capacità dell’Offerente di operare efficientemente sul mercato con una struttura operativa e un modello distributivo agile e flessibile, anche grazie alle partnership con operatori terzi. I relativi costi di integrazione sono stimati complessivamente in circa Euro 110 milioni e saranno sostenuti nel corso del 2025;
(iv) l’ulteriore diversificazione e stabilizzazione del profilo della raccolta attraverso l’ampliamento della base dei depositanti grazie alla maggiore apertura verso la clientela retail che consentirà di raggiungere una dimensione maggiormente in linea con benchmark di riferimento, con conseguente risparmio atteso sul costo del funding;
(v) la liberazione di significative risorse da utilizzare per investimenti tecnologici;
(vi) la mitigazione del profilo di rischio del portafoglio impieghi di illimity, grazie a maggiori attivi a basso rischio e riducendo contestualmente l’incidenza dell’esposizione in crediti deteriorati, senza oneri per gli azionisti;
(vii) il mantenimento di un livello di capitalizzazione ampiamente superiore ai requisiti prudenziali previsti dalla Vigilanza (e.g., requisito SREP) in linea con le best practices di mercato;
(viii) il contenimento dei rischi di esecuzione del processo di integrazione tra l’offerente e l’emittente grazie alla compatibilità tra modelli di business e valori aziendali dei medesimi;
(ix) l’allineamento delle best practices creditizie, di risk management e di tutto il sistema dei controlli dell’offerente e dell’emittente;
e (x) il rafforzamento della leadership nella Corporate Social Responsability, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per le pmi italiane!.

Di seguito, le osservazioni del cda di illimity (si vedano qui il Comunicato del cda di illimity ex art. 103 TUF  e altro articolo di BeBeez):

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  • Anzitutto, circa due terzi dell’offerta implicano per gli aderenti una esposizione al titolo Banca Ifis. Ciò richiederebbe quindi una valutazione delle potenzialità del gruppo bancario veneziano specialmente se considerato congiuntamente alla neoacquisita ( in caso di successo dell’opas) e incorporata (secondo i programmi) illimity. Fa infatti notare il documento della banca target: “Alla data di pubblicazione del Documento di Offerta, l’offerente non ha reso pubblico il proprio piano industriale, né risulta aver aggiornato quello risalente a febbraio 2022 relativo al triennio 2022-2024 e in generale non ha fornito informazioni di dettaglio sulle prospettive di Banca Ifis, incluse informazioni o dati utili in merito all’indicazione di sviluppare nuovi business (come il wealth management). Non risulta possibile, quindi, valutare compiutamente le prospettive e le tempistiche di conseguimento degli obiettivi strategici e di business di Banca Ifis. Inoltre, l’offerente non ha fornito dettagli sugli effetti attesi (anche pro-forma) in caso di esito positivo dell’operazione, che delineino le aspettative di Banca Ifis circa la prospettata integrazione, da un punto di vista finanziario e reddituale, nonché da un punto di vista strategico e industriale, o descrivano in maniera puntuale le azioni e le attività a sostegno di tale integrazione e dell’evoluzione della combined entity in termini di capitale e altre grandezze di natura economica e/o finanziaria”.
  • Altro aspetto riguarda le potenziali sinergie derivanti dall’aggregazione. Banca Ifis nel documento di offerta stabilisce che dall’operazione deriveranno sinergie di ricavo per 25 milioni di euro, e risparmi di costo per 50 milioni, quindi in tutto 75 milioni di euro, prima delle imposte, metà dei quali ottenibili nel 2026 e nella misura del 100% a partire dal 2027. Tuttavia nello stesso documento, fa notare il cda di illimity, non si fa menzione né del modo con cui tali risparmi sono stati calcolati né di come Banca Ifis intenda realizzarle, considerato che la loro realizzabilità è anche legata al tasso di adesione all’offerta degli azionisti di illimity. Infatti, una adesione tale da assicurare al gruppo dei Furstenberg una quota inferiore ai due terzi del capitale di illimity impedirebbe all’istituto offerente di controllare l’assemblea riunita in sede straordinaria, con conseguente difficoltà portare avanti eventuali riorganizzazioni e incrementi di efficienza.
  • Inoltre, l’offerta di Banca Ifis riconosce un premio, ai prezzi di illimity di venerdì scorso, non superiore al 4%, che equivale al 4,4% del valore attuale delle citate sinergie, cioè 280 milioni di euro. Una percentuale piuttosto piccola, fa notare il management della banca fondata da Corrado Passera, se si considera che chi aderisce rinuncia al controllo, ha diritto a partecipare a benefici economici che senza la fusione non si avvererebbero, e in più, nel caso delle opas, implica l’esposizione all’equity risk dell’azienda offerente. Solo nella misura del 13,5%, cioè la quota di Banca Ifis che gli attuali azionisti di illimity deterrebbero in caso di totale adesione all’offerta, gli effetti delle sinergie sarebbero goduto appieno.
  • Più in generale, sottolinea ancora la nota di illimity, sempre il Prospetto di Offerta di Banca Ifis, nell’esporre i fattori strategici alla base del lancio dell’opas, sembra ipotizzare che Banca Ifis e illimity siano due realtà omogenee, aggregando le quali sono ottenibili i risparmi di costo e gli incrementi di ricavo già visti nelle numerose aggregazioni tra banche italiane retail succedutesi negli ultimi decenni. Tuttavia illimity è una banca particolare, per struttura e business, essendo focalizzata su clienti aziendali, in bonis ma anche in tensione finanziaria, di dimensioni medio-grandi a cui vengono forniti servizi soprattutto di finanza straordinaria e strutturata, difficilmente integrabili con una struttura focalizzata sulle pmi come Banca Ifis. E ciò si verifica, fa notare illimity, anche in un business più “classico” come il factoring.

Quanto alle prospettive di illimity stand alone, a titolo di confronto ricordiamo la valutazione di Intesa Sanpaolo nel più recente report stando al quale, tenuto conto di tutti i fattori che pesano sulla redditività di Via Soperga, incluso l’impedimento alle operazioni straordinarie legato alla stessa opas di Banca Ifis a seguito della passivity rule, il prezzo obiettivo sarebbe di 3,7 euro per azione, prezzo peraltro corrispondente alle attuali quotazioni di mercato. Di conseguenza illimity, ovviamente su base stand alone, stando alle valutazioni di Intesa Sanpaolo sarebbe già correttamente prezzata.

 



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