Commercialisti «essenziali» per il «buon funzionamento della macchina fiscale e tributaria», laddove il ruolo dei professionisti si configura come «rilevante in tutte le attività economiche, per il loro successo e non solo», al punto da rendere il comparto dei lavoratori autonomi l’«interlocutore nevralgico delle Istituzioni».
E, ancora, sono i soggetti del mondo produttivo coinvolti in una misura, la sezione speciale di Cassa depositi e prestiti (Cdp) del Fondo di garanzia Pmi, «con coperture, maggiorate rispetto a quelle ordinarie, per la riassicurazione e la controgaranzia che ha consentito, in meno di 24 mesi, di erogare più di 6,8 milioni di finanziamenti assistiti». È così che la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni (in presenza), il Capo dello Stato Sergio Mattarella ed il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso (attraverso un messaggio scritto) sono intervenuti agli Stati generali della categoria economico-giuridica guidata da Elbano de Nuccio, al centro congressi «La Nuvola», a Roma.
Dinanzi ad oltre 2.000 colleghi, il vertice del Consiglio nazionale ha lodato il «confronto costruttivo» sancito con l’Esecutivo, non senza tornare ad esprimere alcuni «desiderata»: è urgente la «razionalizzazione delle scadenze fiscali», arrivando a poter disporre di un calendario degli adempimenti «più funzionale», attraverso «l’introduzione di una moratoria estiva degli obblighi e dei versamenti, anche rateali, di imposte e contributi».
Le richieste dei commercialisti per la riforma fiscale
Dunque, secondo de Nuccio, al fine di «garantire a tutti i cittadini, commercialisti compresi, di potersi godere le vacanze senza particolari preoccupazioni», occorre «congelare» ogni scadenza dal 1° al 31 agosto di ogni anno, con tanto di «automatica proroga al 16 settembre successivo. E senza alcuna maggiorazione», ha messo in luce nella sua relazione esposta all’assise capitolina.
Nel complesso, ha rammentato il numero uno dei circa 120.000 commercialisti italiani, «la riforma fiscale che il governo sta attuando, anche con il determinante contributo della nostra categoria, è di grande qualità sul fronte della sistematizzazione e semplificazione dei testi normativi, delle procedure e delle sanzioni, ma deve assolutamente completarsi con l’intervento sulla curva Irpef», evidenziando come «una aliquota Irpef del 35% per redditi lordi tra 28.000 e 50.000 euro, che scatta al 43% già a partire da 50.000, con l’aggiunta di addizionali comunali e regionali che, insieme, arrivano a pesare anche un ulteriore 3%, è semplicemente insostenibile per chi si ritrova a pagarla»; ecco perché, ha ammesso il presidente, «sinceramente, interessa poco, o nulla avere una, due, tre, o cento aliquote. Ciò che interessa è avere una curva della progressività Irpef che non equipari di fatto il ceto medio ai milionari».
L’intervento di Giorgia Meloni
Poco prima, peraltro, era stata Meloni a dichiarare che l’obiettivo dell’Esecutivo di centrodestra è «tagliare le tasse in modo equo e sostenibile», affermando che, dopo la riforma delle aliquote Irpef, «il nostro lavoro non è finito: intendiamo fare di più e concentrarci oggi sul ceto medio, che è la struttura portante del sistema produttivo» della Penisola. Parole che hanno suscitato l’accesa reazione delle opposizioni, fra cui quella della presidente dei deputati di Iv Maria Elena Boschi: la premier, ha detto dal palco degli Stati generali dei commercialisti, «ha annunciato che ridurrà le tasse. Benissimo, ma è a Palazzo Chigi da tre anni, e oggi avrebbe dovuto dire che le tasse le aveva ridotte, invece negli ultimi due anni la pressione fiscale è aumentata».
Riforma dell’articolo 2407 del codice civile
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Spazio, infine, all’illustrazione di quello che de Nuccio ha definito «un passo avanti gigantesco», nonché «un risultato storico» per la categoria, ossia l’entrata nel nostro ordinamento, dopo una «staffetta» parlamentare inferiore ai 10 mesi, della riforma dell’articolo 2407 del codice civile sulla limitazione della responsabilità dei componenti del collegio sindacale, un testo a prima firma della deputata di FdI Marta Schifone.
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