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Il settore globale dei semiconduttori è in fermento, e STMicroelectronics (STM), uno dei suoi attori più influenti, si trova ad affrontare una delle sue sfide più significative.

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Un caso significativo. Importante non solo per l’azienda e i suoi dipendenti, che ora rischiano il licenziamento.

La situazione di Stm è rivelatoria di un mercato che va verso l’intelligenza artificiale e dove incidono forti tensioni geopolitiche, nel rapporto con la Cina.

L’azienda ha un piano di risposta alla crisi. Il suo eventuale successo sarà indicativo della sorte più generale di questo mercato e delle prospettive dell’Europa in questa partita.

La crisi di STMicroelectronics

Cominciamo dalla crisi.

Il primo trimestre del 2025 ha rivelato un marcato calo dei ricavi e della redditività, principalmente a causa di una domanda fiacca per i semiconduttori destinati ai cruciali settori automobilistico e industriale. Questa flessione si inserisce in un contesto di mercato a “due velocità”: da un lato, l’esplosione della domanda di chip per l’intelligenza artificiale (AI); dall’altro, la saturazione e la crescente pressione competitiva, in particolare dalla Cina, nei segmenti più maturi.

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In risposta a questa congiuntura sfavorevole, STMicroelectronics ha lanciato un ambizioso programma di ristrutturazione. Questo include tagli occupazionali mirati e ingenti investimenti strategici volti a rafforzare la sua impronta produttiva in Europa, con un’attenzione particolare alle tecnologie avanzate come il carburo di silicio (SiC) e il nitruro di gallio (GaN).

In Italia, si prevede che circa 1.000 dipendenti possano essere interessati da questa riduzione del personale.

L’implementazione di queste misure è complicata da significative tensioni di governance, in particolare con il governo italiano, che rischiano di rallentare la necessaria agilità strategica. Nonostante le sfide attuali, i primi segnali di ripresa della domanda e le prospettive positive a lungo termine per le tecnologie SiC e GaN suggeriscono un cauto ottimismo per il futuro dell’azienda.

ST: chi è e perché è importante per l’industria chip europea

ST Microelectronics (STM) si erge come un leader globale nel panorama dei semiconduttori, fornendo un’ampia gamma di soluzioni elettroniche che spaziano dall’automotive all’industria, dall’elettronica di consumo alle infrastrutture di comunicazione.

Si tratta di una società italo-francese, nata nel 1987 dalla fusione tra l’italiana SGS Microelettronica e la francese Thomson Semiconducteurs. Inizialmente chiamata SGS-Thomson Microelectronics, ha assunto il nome attuale nel 1998, quando la francese Thomson SA è uscita dal capitale sociale.

La sua importanza è particolarmente sentita in Europa, dove l’azienda contribuisce a quasi il 10% della produzione globale di semiconduttori e si posiziona tra i primi dieci produttori mondiali. Il portafoglio prodotti diversificato di STM, che comprende circuiti integrati per l’automotive, semiconduttori discreti e di potenza, componenti analogici, MEMS e sensori, nonché microcontrollori e IC digitali, è stato storicamente una strategia chiave per mitigare i rischi legati alla dipendenza da un singolo segmento di mercato. Tra i suoi clienti figurano giganti tecnologici e automobilistici come Apple, Samsung Electronics e Tesla, a testimonianza del suo ruolo cruciale nella catena di fornitura globale.

La “crisi” attuale di STMicroelectronics si manifesta come un marcato rallentamento della domanda per specifici semiconduttori, in particolare quelli destinati ai veicoli elettrici e alle apparecchiature industriali, che ha portato a un calo sostanziale dei ricavi e della redditività aziendale dopo il boom del periodo covid.

Questo scenario riflette una dinamica di mercato a “due velocità” nel settore dei semiconduttori, dove la domanda per chip ad alte prestazioni per l’intelligenza artificiale (AI) e i data center è in forte espansione, mentre i settori più maturi e tradizionali affrontano una fase di saturazione post-pandemia. La situazione di STMicroelectronics non è un caso isolato, ma è indicativa delle sfide più ampie che l’industria dei semiconduttori sta affrontando a livello globale, tra cui la gestione dell’eccesso di scorte, le crescenti pressioni geopolitiche e la necessità di una rapida transizione tecnologica.

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Data la sua posizione di rilievo nel mercato globale e la sua profonda esposizione ai settori automobilistico e industriale, la flessione attuale di STMicroelectronics non è un problema aziendale isolato. Al contrario, essa funge da solido indicatore della salute generale e delle sfide che affliggono i segmenti maturi e non direttamente legati all’AI dell’industria globale dei semiconduttori.

La gravità del declino finanziario di STMicroelectronics, come un calo del 27,3% dei ricavi netti su base annua e una drastica diminuzione del 99,5% dell’utile operativo nel primo trimestre del 2025, sottolinea la profondità di questa flessione specifica del segmento. Pertanto, la performance dell’azienda e la sua traiettoria di recupero sono un barometro cruciale per il più ampio mercato dei chip maturi.

I dati sulla crisi di ST

Il primo trimestre del 2025 ha evidenziato una performance finanziaria significativamente debole per STMicroelectronics.

Ricavi, profitti e margini (Q1 2025)

I ricavi netti totali nel primo trimestre del 2025 si sono attestati a $2,52 miliardi, un dato leggermente superiore alle previsioni di consenso degli analisti, che si attestavano a $2,51 miliardi.

Il profitto lordo è stato di $841 milioni, e il margine lordo si è ridotto al 33,4%. Questa compressione dei margini è stata attribuita principalmente a un mix di prodotti meno favorevole, maggiori costi derivanti dalla capacità produttiva inutilizzata e prezzi di vendita inferiori.

L’utile operativo ha raggiunto appena $3 milioni, e il margine operativo si è attestato a un misero 0,1% dei ricavi netti. L’utile netto e l’utile per azione diluita sono stati rispettivamente di $56 milioni e 0,06.

Performance per segmento di prodotto (Ricavi Netti e Utile Operativo – Q1 2025)

Tutti i segmenti di prodotto hanno contribuito alla debolezza complessiva:

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  • Analog products, MEMS and Sensors (AM&S). I ricavi sono stati di $1.069 milioni. L’utile operativo è sceso a $82 milioni, con un margine operativo del 7,7%.
  • Power and Discrete products (P&D). Questo segmento ha registrato ricavi per $397 milioni. L’utile operativo è stato negativo, pari a -$28 milioni, portando il margine operativo a un preoccupante -6,9%. Questo indica che il segmento è diventato un peso per la redditività complessiva dell’azienda.
  • Embedded Processing (EMP). I ricavi sono stati di $742 milioni. L’utile operativo è calato a $66 milioni, con un margine operativo dell’8,9%.
  • RF & Optical Communications (RF&OC). I ricavi sono stati di $306 milioni. L’utile operativo è sceso a 43 milioni,con un margine operativo del 13.9%.

Livelli di inventario e Days Sales of Inventory (DSI) nel Q1 2025

Un aspetto critico della performance del Q1 2025 è l‘alto livello di inventario. L’inventario alla fine del trimestre ha raggiunto i $3,01 miliardi. Di conseguenza, i Days Sales of Inventory (DSI) sono aumentati a 167 giorni. Questo indica un rallentamento sostanziale nella rotazione delle scorte.

L’alto livello di inventario e l’elevato DSI sono una conseguenza diretta della debolezza della domanda per alcuni semiconduttori utilizzati in auto e apparecchiature industriali che STMicroelectronics ha sperimentato. Questo suggerisce che il calo della domanda è stato più pronunciato o prolungato di quanto l’azienda avesse inizialmente previsto, o che i suoi aggiustamenti di produzione non sono stati sufficientemente agili per adattarsi alle condizioni di mercato in deterioramento.

Da una prospettiva finanziaria, alti livelli di inventario rappresentano capitale immobilizzato, con conseguenti maggiori costi di mantenimento (magazzino, assicurazione, rischio di obsolescenza). Un DSI elevato è un segnale di allarme critico, indicando che i prodotti rimangono nei magazzini per un periodo molto più lungo del normale, il che suggerisce un grave squilibrio tra la produzione dell’azienda e la domanda effettiva del mercato. Questo eccesso di scorte tipicamente costringe le aziende ad adottare strategie di prezzo aggressive, come sconti o promozioni, per smaltire le scorte e liberare spazio in magazzino e capitale.

Ciò si traduce direttamente in un’ulteriore pressione sui margini lordi, un fattore già citato da STMicroelectronics (prezzi di vendita inferiori) come contributo al calo del margine lordo nel Q1 2025. Inoltre, l’esistenza di capacità in eccesso dovuta alla riduzione del volume delle vendite può portare a maggiori oneri per capacità inutilizzata (anch’essi menzionati come motivo del calo dei margini ), poiché i costi di produzione fissi sono distribuiti su un numero inferiore di unità. Questo crea un circolo vizioso negativo: la debole domanda porta all’accumulo di inventario, che poi aggrava l’erosione dei margini. Di conseguenza, anche se la domanda dovesse iniziare a riprendersi, il percorso verso una maggiore redditività potrebbe essere lento, poiché l’azienda dovrà smaltire l’inventario esistente e costoso. 

Nel Q1 2025, il segmento Power and Discrete (P&D) ha registrato ricavi per $397 milioni e un utile operativo negativo di -$28 milioni, con un margine operativo del -6,9%. Questo indica che il segmento è diventato un peso per la redditività complessiva dell’azienda. Il segmento P&D è responsabile dei semiconduttori di potenza, componenti fondamentali in applicazioni ad alta crescita e alta potenza, in particolare nel settore automobilistico (soprattutto veicoli elettrici) e in varie apparecchiature industriali. STMicroelectronics ha anche investito pesantemente in materiali avanzati a banda larga come il carburo di silicio (SiC) e il nitruro di gallio (GaN), che sono parte integrante della sua strategia futura in questi mercati. Il grave deterioramento finanziario nel segmento P&D è direttamente correlato alla debolezza della domanda di semiconduttori utilizzati nei veicoli elettrici e nelle apparecchiature industriali.

Ciò indica che la flessione ciclica in questi specifici mercati finali sta infliggendo un colpo sproporzionatamente pesante ai prodotti di potenza fondamentali di STMicroelectronics. Il passaggio a una perdita operativa suggerisce che i costi fissi associati alla produzione e alla ricerca e sviluppo in questo segmento non sono più adeguatamente coperti dal volume di vendite significativamente ridotto e dai prezzi medi di vendita potenzialmente inferiori, rendendo il P&D un freno primario alla redditività complessiva dell’azienda. Questo evidenzia una sfida significativa: nonostante la lungimiranza strategica di STMicroelectronics e i sostanziali investimenti nelle tecnologie di potenza di prossima generazione (SiC/GaN) mirate a questi stessi mercati, l’immediata e grave debolezza della domanda sta oscurando il potenziale di crescita a lungo termine.

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Questa situazione sottolinea la difficoltà di navigare le flessioni cicliche a breve termine, eseguendo contemporaneamente ambiziosi cambiamenti strategici a lungo termine verso tecnologie avanzate. La “crisi” non è quindi solo una debolezza generale, ma una contrazione particolarmente acuta e grave nei mercati specifici in cui STMicroelectronics è stata storicamente forte e in cui sta puntando le sue future scommesse. 

Cause fondamentali della crisi

La crisi di STMicroelectronics è il risultato di una combinazione di dinamiche di mercato globali e specifiche pressioni competitive e geopolitiche.

Calo della domanda di chip “legacy”

Una delle principali cause della crisi è il crollo della domanda nei mercati dei chip legacy, ovvero semiconduttori basati su tecnologie più datate (tipicamente prodotti su wafer da 200 mm), usati in:

  • elettronica industriale,
  • automotive tradizionale (non veicoli elettrici avanzati),
  • elettrodomestici,
  • sistemi embedded non critici.

Questo calo della domanda è multifattoriale:

  • Saturazione post-COVID. Tra il 2020 e il 2022, la scarsità globale di chip aveva spinto le aziende a fare scorte massicce. Oggi molti settori si ritrovano con magazzini pieni, riducendo la necessità di nuovi acquisti. Questo scenario contrasta nettamente con la forte domanda di chip per AI e data center, creando un mercato a “due velocità” dove il settore dei semiconduttori maturi è ora saturo.
  • Transizione tecnologica. Molte aziende si stanno spostando verso chip più moderni, come quelli prodotti su wafer da 300 mm o basati su carburo di silicio (SiC), più efficienti per applicazioni avanzate.
  • Concorrenza asiatica. Produttori come TSMC, SMIC e UMC continuano a fornire chip legacy a costi inferiori, rendendo difficile la competizione per aziende europee.
  • Rallentamento dell’automotive. Uno dei principali mercati per ST sta vivendo un rallentamento, anche a causa dell’inflazione, della transizione all’elettrico e del calo della domanda in alcune fasce. I produttori automobilistici stanno affrontando una transizione lenta e complessa verso i veicoli elettrici, una concorrenza acuta in mercati chiave come la Cina e l‘incertezza derivante dalle politiche tariffarie globali. A titolo esemplificativo, l’utile netto di Tesla è crollato del 71% nel primo trimestre, e le vendite di Tesla nell’Unione Europea hanno registrato un calo per il terzo mese consecutivo a marzo.
  • Ritardo strategico. ST ha continuato per troppo tempo a puntare sui chip legacy, un po’ come Nokia nel mobile, senza convertire in tempo parte del proprio portafoglio verso tecnologie più avanzate.

La crisi di STMicroelectronics non è semplicemente un riflesso di una generale flessione del settore, ma piuttosto una conseguenza diretta e grave della sua sostanziale esposizione al lato “lento” di questo mercato a due velocità. I significativi cali dei suoi ricavi e della sua redditività rispecchiano direttamente la saturazione nei segmenti maturi e la persistente debole domanda da parte dei suoi principali clienti automobilistici e industriali, i quali a loro volta stanno affrontando transizioni complesse (ad esempio, il lento passaggio ai veicoli elettrici, l’intensa concorrenza in Cina e l’impatto delle tariffe). Questa situazione indica una sfida strutturale per le aziende di semiconduttori che hanno investito pesantemente in questi segmenti fondamentali ma attualmente in difficoltà, rendendo necessaria una svolta strategica o una robusta strategia di diversificazione. Questa dicotomia evidenzia un dilemma strategico critico per i produttori di semiconduttori: come bilanciare efficacemente investimenti, ricerca e sviluppo e focus produttivo tra i chip avanzati ad alta crescita e alto margine (come quelli per l’AI) e i chip legacy essenziali, ma attualmente in difficoltà, che sono alla base di vasti settori dell’economia globale. La situazione attuale di STMicroelectronics sottolinea il rischio intrinseco di avere una minore esposizione al mercato dell’AI in forte espansione e una maggiore esposizione alle flessioni cicliche nei settori industriali e automobilistici tradizionali.

Perché ST è rimasta legata ai chip legacy

La persistenza di STMicroelectronics nel segmento dei chip legacy, nonostante i chiari segnali di cambiamento del mercato, è riconducibile a una combinazione di fattori storici, economici e strutturali che hanno influenzato le sue scelte strategiche.

Clienti storici e filiere consolidate

Molti dei clienti di STMicroelectronics operano in settori dove l’affidabilità e la stabilità sono considerate prioritarie rispetto all’innovazione rapida e dirompente. Settori come l’automotive tradizionale, i macchinari industriali e gli elettrodomestici sono caratterizzati da cicli di vita dei prodotti lunghi e da processi di certificazione e test che rendono il cambiamento di nodo tecnologico estremamente costoso e dispendioso in termini di tempo. Questa profonda interdipendenza con filiere consolidate ha contribuito a mantenere ST ancorata a tecnologie più mature, dove i suoi prodotti erano già ben integrati e certificati.

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Margini elevati fino al 2022

Fino a pochi anni fa, i chip legacy rappresentavano una fonte di profitto estremamente redditizia per STMicroelectronics. Le linee di produzione dedicate a questi chip erano completamente ammortizzate, il che significava costi di produzione ridotti e pochi investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) richiesti. La domanda era elevata e costante, e la concorrenza europea in questo specifico segmento era scarsa. Questi fattori hanno garantito margini elevati, spingendo ST a continuare a produrre questi chip. Tuttavia, questa redditività a breve termine ha, in un certo senso, celato la crescente necessità di una diversificazione strategica e di un’accelerazione verso tecnologie più avanzate.

Difficoltà nella transizione

La conversione dell’infrastruttura produttiva di STMicroelectronics verso chip più avanzati è un’impresa complessa e costosa. Richiede investimenti massicci in nuove fabbriche dotate di tecnologia a 300 mm (come quelle di Agrate Brianza e Catania), l’assunzione e la formazione di ingegneri altamente specializzati nelle nuove tecnologie, l’ottenimento di approvazioni e incentivi pubblici per sostenere gli investimenti e la creazione di alleanze industriali strategiche con attori chiave del settore (come Apple o Tesla). ST ha avviato solo recentemente questi investimenti, e i ritorni non sono immediati, richiedendo diversi anni per manifestarsi e contribuire in modo significativo ai ricavi.

Governance binazionale conservativa

La natura di STMicroelectronics come joint venture italo-francese a partecipazione statale ha contribuito a un modello di governance più conservativo. Questo assetto tende a privilegiare la stabilità occupazionale e l’equilibrio tra gli interessi nazionali dei due paesi co-proprietari. Di conseguenza, le strategie adottate possono essere meno aggressive e più lente rispetto a quelle di colossi privati americani o cinesi, che godono di maggiore flessibilità. Questa struttura può rendere più difficile e lento il processo di modifica rapida del portafoglio prodotti in risposta alle dinamiche di mercato.

Pressioni competitive e dinamiche geopolitiche

La concorrenza crescente, in particolare dai produttori asiatici, sta intensificando le sfide nel segmento legacy. La Cina è emersa come la principale fonte di importazioni di chip legacy per l’Unione Europea, portando la dipendenza dell’UE a un livello di “alto rischio”.

A seguito dei controlli sulle esportazioni imposti dagli Stati Uniti sulle tecnologie avanzate, la Cina ha strategicamente spostato il suo focus e i suoi investimenti sul mercato dei chip legacy. I produttori cinesi, sostenuti da ingenti sussidi statali, stanno inondando i mercati globali con prodotti a basso costo, minacciando di estromettere i produttori occidentali e di creare una dipendenza globale. STMicroelectronics ha riconosciuto l’intensificarsi della concorrenza da parte dei produttori automobilistici cinesi e sta adottando strategie di localizzazione. Un esempio è l’accordo per esternalizzare la produzione di microcontrollori industriali a 40nm a Hua Hong Semiconductor in Cina, specificamente per il mercato cinese, come parte di una strategia per gestire i rischi di interruzione della catena di fornitura e rimanere rilevante nel più grande mercato automobilistico mondiale.

Gli effetti delle politiche tariffarie e delle tensioni commerciali globali aggiungono un ulteriore strato di complessità. Le politiche tariffarie imprevedibili, in particolare quelle dell’amministrazione Trump, stanno creando un clima di incertezza significativa nel settore dei semiconduttori. Sebbene categorie come smartphone, computer e chip di memoria siano state esentate da tariffe generalizzate, molti altri prodotti tecnologici potrebbero ancora affrontare dazi separati in seguito a indagini in corso sui semiconduttori. Gli Stati Uniti stanno valutando l’imposizione di tariffe mirate sui prodotti finiti che contengono chip legacy cinesi, con l’obiettivo di salvaguardare la propria industria dei semiconduttori e rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento, riducendo la dipendenza dalla produzione cinese. Una tale misura potrebbe potenzialmente costringere i produttori a rifornirsi da fornitori americani o europei come STMicroelectronics.

Il ruolo dell’Europa per i chip

La dipendenza dell’UE dalle importazioni di chip legacy e il ruolo del Chips Act Europeo sono fattori cruciali. L’Europa ha una storica e marcata dipendenza dall’Asia e dagli Stati Uniti per l’approvvigionamento di semiconduttori. Nonostante la presenza di attori competitivi come STMicroelectronics nel settore dei chip legacy, l’Europa non è in grado di soddisfare la crescente domanda interna, importando circa un terzo dei suoi chip legacy dalla Cina.

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In risposta a questa vulnerabilità, l’Unione Europea ha lanciato l’EU Chips Act nel febbraio 2022, un’iniziativa volta a stimolare la produzione interna di semiconduttori e a ridurre la dipendenza esterna, con l’ambizioso obiettivo di raddoppiare la quota di mercato globale dell’UE al 20% entro il 2030.

Il Chips Act supporta investimenti significativi in nuove strutture produttive, linee pilota per lo sviluppo di tecnologie avanzate (come FD-SOI a nodi più piccoli, memorie non volatili, integrazione 3D, e SiC avanzato) e lo sviluppo di competenze specializzate, elementi chiave per la resilienza e la competitività del settore europeo.

Secondo gli analisti, questa situazione presenta una profonda contraddizione per STMicroelectronics.

Il ruolo della Cina nel business di ST

  • Da un lato, la sovracapacità sostenuta dallo stato cinese e la strategia aggressiva di prezzi bassi creano un’intensa pressione competitiva per STMicroelectronics nei suoi mercati legacy principali, contribuendo direttamente a prezzi medi di vendita inferiori e a una significativa compressione del margine lordo.
  • Dall’altro lato, la decisione di STMicroelectronics di collaborare con una fonderia cinese (Hua Hong) è una mossa pragmatica volta a mantenere la rilevanza del mercato e a capitalizzare le opportunità di crescita all’interno del vasto mercato automobilistico cinese.

Tuttavia, questa partnership, sebbene commercialmente logica, potrebbe essere percepita come un approfondimento della sua dipendenza dalla produzione cinese, potenzialmente in conflitto con gli obiettivi più ampi della politica dell’UE di ridurre le dipendenze strategiche. Questo scenario costringe STMicroelectronics a navigare una complessa corda tesa geopolitica.

Mentre i governi occidentali (Stati Uniti, UE) cercano attivamente di ridurre i rischi delle catene di approvvigionamento e contrastare il dominio crescente della Cina nei chip legacy, le singole aziende come STMicroelectronics devono affrontare le realtà commerciali immediate, inclusa l’imperativo di accedere e competere efficacemente nel mercato automobilistico più grande e in più rapida crescita del mondo.

La “crisi” è innegabilmente esacerbata dalla pressione sui prezzi da parte della Cina, ma la risposta strategica dell’azienda (localizzazione, outsourcing selettivo) evidenzia anche la difficoltà intrinseca e i compromessi economici coinvolti nel disaccoppiamento completo delle catene di approvvigionamento globali, anche se la politica occidentale lo sostiene sempre più. Ciò crea un’interazione intricata tra strategia aziendale e politica industriale a livello nazionale/di blocco.

Risposta strategica e impatti interni

STMicroelectronics ha reagito alla crisi con un programma strategico multisfaccettato che include la ristrutturazione operativa, investimenti mirati e l’affronto di tensioni di governance interne.

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Ristrutturazione operativa e riduzione della forza lavoro

STMicroelectronics ha annunciato un programma di ristrutturazione aziendale volto a rimodellare la sua impronta produttiva globale e a ridurre in modo significativo la sua base di costi. L’obiettivo principale di questa riorganizzazione è migliorare l’efficienza operativa, aumentare l’automazione e integrare l’intelligenza artificiale (AI) nei processi, al fine di rafforzare la ricerca e sviluppo (R&D), il design e le capacità di produzione avanzata in Europa. Nell’ambito di questo piano, l’azienda prevede di ridurre la propria forza lavoro di circa 2.800 dipendenti attraverso uscite volontarie entro il 2027. Considerando anche il normale turnover, si stima che un totale di 5.000 dipendenti lascerà l’azienda nei prossimi tre anni.

Questi tagli occupazionali sono mirati a generare “centinaia di milioni” di dollari in risparmi sui costi entro la fine del 2027. L’implementazione di queste misure di riduzione dei costi e riorganizzazione è stata rallentata da complesse discussioni con le autorità locali, in particolare in Italia, dove l’azienda ha una presenza significativa.

Rimodellamento dell’impronta produttiva e investimenti strategici

Gli investimenti di capitale pianificati per gli esercizi fiscali 2025, 2026 e 2027 saranno focalizzati su infrastrutture di produzione avanzate, in particolare per wafer di silicio da 300mm e carburo di silicio (SiC) da 200mm, oltre a significativi investimenti in R&D tecnologica. L’obiettivo strategico è raggiungere una scala critica e massimizzare la produttività e l’efficienza degli asset produttivi esistenti e futuri.

Vi è un forte focus su SiC e GaN. STMicroelectronics ha dimostrato un forte impegno verso la tecnologia SiC (si tratta di una tecnologia al carburo di silicio che offre vantaggi significativi rispetto al silicio tradizionale in molte applicazioni, soprattutto nell’elettronica di potenza), che ha già dimostrato la sua importanza generando $1,1 miliardi di ricavi nel 2024.

L’introduzione della tecnologia SiC MOSFET di quarta generazione e i numerosi impegni con i principali produttori automobilistici cinesi rafforzano ulteriormente la sua posizione di mercato in questo settore in crescita. L’azienda sta procedendo con la costruzione di un impianto di produzione SiC ad alto volume a Catania, Italia, con l’obiettivo di creare un hub di produzione verticalmente integrato. Questo rafforzerà la sua leadership nelle tecnologie di potenza di prossima generazione. La produzione di wafer da 200mm a Catania è prevista per il quarto trimestre del 2025. In un’ottica di espansione nel Gallio Nitruro (GaN), STMicroelectronics ha siglato un accordo di sviluppo con Innoscience, che prevede la possibilità di utilizzare reciprocamente le capacità produttive (ST potrà utilizzare la capacità di Innoscience in Cina, e Innoscience quella di ST al di fuori della Cina). Questa partnership mira ad accelerare la roadmap GaN di ST, complementando le sue offerte esistenti in silicio e SiC.1 Sia il SiC che il GaN sono semiconduttori a banda larga (WBG) che offrono vantaggi significativi rispetto al silicio tradizionale, tra cui maggiore efficienza, densità di potenza e velocità di commutazione. Queste proprietà li rendono ideali per applicazioni ad alta tensione e alta frequenza in settori chiave come i veicoli elettrici, i data center, le energie rinnovabili e l’automazione industriale.

Il rimodellamento dell’impronta produttiva di STMicroelectronics è strettamente allineato con gli obiettivi dell’EU Chips Act, un’iniziativa europea volta a rafforzare la produzione interna di semiconduttori e a ridurre la dipendenza strategica da fornitori esterni. Gli investimenti in fabbriche per wafer di silicio da 300mm (Agrate, Italia, e Crolles, Francia) e per SiC da 200mm (Catania, Italia) sono considerati strategici per la capacità produttiva europea. Agrate è destinata a diventare il sito di produzione ad alto volume per tecnologie smart power e mixed-signal, con l’obiettivo di raddoppiare la sua capacità a 4.000 wafer a settimana (wpw) entro il 2027, con espansioni modulari fino a 14.000 wpw a seconda delle condizioni di mercato.

La fabbrica di Agrate da 200mm sarà rifocalizzata sui MEMS. Crolles sarà rafforzata come fulcro per i prodotti digitali, con l’obiettivo di aumentare la capacità a 14.000 wpw entro il 2027, con potenziali espansioni fino a 20.000 wpw. La fabbrica di Crolles da 200mm sarà convertita per supportare la produzione ad alto volume di Electrical Wafer Sorting (EWS) e tecnologie di packaging avanzato, introducendo attività non attualmente presenti in Europa, con un focus su tecnologie di prossima generazione come il rilevamento ottico e la fotonica su silicio. Catania continuerà a essere un centro di eccellenza per i dispositivi di potenza e wide-bandgap, con lo sviluppo del nuovo Silicon Carbide Campus in programma e la produzione di wafer da 200mm prevista per il Q4 2025. Le risorse esistenti a Catania per 150mm e EWS saranno rifocalizzate sulla produzione di carburo di silicio da 200mm e semiconduttori di potenza in silicio, incluso il GaN-on-silicio.

STMicroelectronics sta intraprendendo investimenti strategici sostanziali nelle tecnologie del carburo di silicio (SiC) e del nitruro di gallio (GaN), inclusa la costruzione di nuove strutture produttive (ad esempio, Catania per il SiC) e la formazione di partnership chiave (ad esempio, con Innoscience per il GaN). Queste sono esplicitamente posizionate come tecnologie di potenza di prossima generazione con un significativo potenziale di crescita a lungo termine in applicazioni critiche come veicoli elettrici (EV), data center e sistemi di energia rinnovabile.

Nonostante la natura lungimirante di questi investimenti, il segmento Power & Discrete (P&D), che sarebbe il principale beneficiario e motore dei ricavi SiC/GaN, è attualmente la parte meno performante dell’attività. È passato da un utile operativo a una perdita operativa a causa della grave debolezza della domanda proveniente dai settori automobilistico e industriale.

Ciò crea una tensione fondamentale: STMicroelectronics sta compiendo mosse strategiche valide per posizionarsi per aree di crescita future, ma queste stesse aree stanno attualmente subendo una profonda flessione ciclica. Il dolore finanziario immediato (debole domanda, perdite operative in P&D) sta effettivamente mascherando, e persino minando, il valore strategico a lungo termine di questi investimenti cruciali.

Inoltre, la partnership GaN con Innoscience prevede un accordo reciproco per sfruttare la capacità produttiva in Cina. Sebbene ciò offra vantaggi pragmatici in termini di flessibilità produttiva e accesso al mercato cinese, crea potenzialmente una sfumatura geopolitica, poiché potrebbe essere visto come un approfondimento della sua dipendenza dalle catene di approvvigionamento cinesi, il che potrebbe essere in conflitto con l’obiettivo più ampio dell’UE di ridurre la dipendenza dai produttori asiatici, come promosso dall’EU Chips Act.

Il successo finale della ripresa di STMicroelectronics dipende in larga misura da due fattori: la ripresa eventuale e sostenuta dei mercati automobilistico e industriale, e la riuscita crescita e adozione diffusa delle sue tecnologie SiC/GaN. Tuttavia, la “crisi” attuale dimostra vividamente che anche investimenti strategici ben concepiti e lungimiranti non possono isolare completamente un’azienda da gravi e diffuse flessioni di mercato, specialmente se tali flessioni colpiscono proprio i settori mirati per la crescita a lungo termine. La dimensione geopolitica della partnership GaN evidenzia anche il complesso e conflittuale equilibrio che le aziende globali di semiconduttori devono trovare tra il raggiungimento della resilienza della catena di approvvigionamento (un obiettivo politico) e la garanzia dell’accesso al mercato e dell’efficienza dei costi (un imperativo commerciale).

STM: tensioni di governance e flessibilità strategica

Le tensioni di governance interne rappresentano una sfida significativa. Il governo italiano, che detiene una quota del 27,5% in STMicroelectronics (paritaria a quella del governo francese), ha ritirato il suo sostegno al CEO Jean-Marc Chéry, citando “scarse prestazioni”. Le tensioni si sono acuite dopo il rifiuto del consiglio di sorveglianza di STMicroelectronics di nominare Marcello Sala, un alto funzionario del governo italiano, nel consiglio stesso. L’Italia sta attivamente spingendo per una riunione straordinaria degli azionisti per forzare la votazione sulla nomina di Sala, che è il capo di un dipartimento del Ministero dell’Economia responsabile delle aziende a partecipazione statale. Fonti indicano che l’Italia è sempre più insoddisfatta del CEO Chéry e desidera che Parigi appoggi la sua sostituzione. Tuttavia, il ministro dell’industria francese Marc Ferracci ha pubblicamente espresso il suo pieno supporto a Chéry.

I licenziamenti di STMicroelectronics

Un ulteriore punto di attrito riguarda i piani di tagli occupazionali annunciati da STMicroelectronics. L’Italia mira a limitare i licenziamenti negli stabilimenti italiani a circa mille unità e sta esercitando pressioni per un numero simile di tagli in Francia. I sindacati italiani hanno definito “inaccettabili” i 1.200 esuberi annunciati nello stabilimento di Agrate in Lombardia.

Le accuse di insider trading mosse contro Chéry dal ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti, sebbene negate categoricamente da STMicroelectronics, hanno ulteriormente complicato il quadro delle relazioni.

Queste tensioni di governance hanno importanti implicazioni per la stabilità direzionale e l’implementazione dei piani. Le continue discussioni e i disaccordi con le autorità locali, in particolare in Italia, hanno contribuito a ritardare l’implementazione delle misure di riduzione dei costi e di ristrutturazione.

Lo stesso CEO Chéry ha ammesso che “un paese in particolare è più difficile” e potrebbe “ritardare un po’ la nostra velocità di implementazione”. Questi conflitti di governance potrebbero seriamente compromettere la flessibilità strategica dell’azienda, specialmente nell’esecuzione di decisioni difficili ma necessarie per affrontare la crisi, come i tagli ai costi e la riorganizzazione della forza lavoro. La necessità di bilanciare gli interessi dei governi co-proprietari (Italia e Francia) con le esigenze commerciali globali può rallentare significativamente l’agilità aziendale e la sua capacità di reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato.

Il conflitto di governance profondo e pubblico, che sembra derivare da una combinazione di interferenze politiche (ad esempio, il desiderio di maggiore influenza nazionale, obiezioni alla protezione del lavoro e accuse contro l’amministratore delegato), ostacola direttamente la capacità di STMicroelectronics di eseguire la sua risposta strategica in modo rapido e deciso. I ritardi nell’attuazione dei necessari tagli occupazionali si traducono direttamente in ritardi nei risparmi sui costi e in un più lento adattamento alle mutevoli realtà del mercato.

Questa situazione illustra vividamente le sfide intrinseche affrontate dalle aziende con una significativa proprietà statale, dove gli imperativi commerciali spesso si scontrano con considerazioni politiche (come la conservazione dei posti di lavoro, la politica industriale nazionale o l’influenza diretta sulle decisioni aziendali). Sebbene la struttura di proprietà duale franco-italiana sia stata storicamente una fonte di stabilità e identità europea, in un periodo di crisi che richiede decisioni rapide, agili e spesso difficili, può trasformarsi in una significativa passività. Questa frizione interna, se irrisolta, rischia di ostacolare l’obiettivo dichiarato dell’azienda di innovare più velocemente e di beneficiare tutti gli stakeholder, aggiungendo un sostanziale strato di complessità alle già formidabili sfide del mercato esterno.

Prospettive future e segnali di ripresa

Nonostante le significative sfide affrontate nel primo trimestre del 2025, STMicroelectronics ha fornito segnali di un potenziale miglioramento e ha delineato una strategia chiara per la ripresa.

Previsioni finanziarie di STMicroelectronics per il Q2 2025 e oltre

STMicroelectronics ha fornito una guidance per il secondo trimestre del 2025, prevedendo ricavi netti di circa $2,71 miliardi. Questo rappresenta un aumento sequenziale del 7,7% rispetto al Q1 2025, un segnale incoraggiante che ha superato le aspettative degli investitori. Il margine lordo per il Q2 2025 è previsto al 33,4%, rimanendo stabile rispetto al Q1 2025 ma significativamente inferiore al 40,1% registrato un anno prima. Il CEO Jean-Marc Chery ha esplicitamente indicato il primo trimestre del 2025 come il punto più basso, prevedendo l’inizio di una ripresa nei trimestri successivi. L’azienda ha osservato segnali di un “upcycle” (ciclo di crescita), con un rapporto book-to-bill (rapporto tra ordini ricevuti e spedizioni) “ben al di sopra della parità” nel trimestre corrente, suggerendo un aumento degli ordini e un rafforzamento della domanda.

Il ruolo trainante delle tecnologie SiC e GaN

STMicroelectronics sta strategicamente rafforzando il suo focus sulla tecnologia SiC, che ha già dimostrato la sua importanza generando $1,1 miliardi di ricavi nel 2024. L’introduzione della tecnologia SiC MOSFET di quarta generazione e i numerosi impegni con i principali produttori automobilistici cinesi rafforzano ulteriormente la sua posizione di mercato in questo settore in crescita. Gli investimenti in nuove strutture SiC (come l’impianto di Catania) e la partnership strategica nel GaN con Innoscience sono considerati fondamentali per la crescita futura. Queste tecnologie sono cruciali per migliorare l’efficienza energetica e la densità di potenza in applicazioni chiave come i veicoli elettrici, i data center e i sistemi di energia rinnovabile. SiC e GaN sono viste come tecnologie complementari, particolarmente importanti per i data center, dove supportano l’intera catena di alimentazione e rafforzano le soluzioni “chiavi in mano”, spinti dalla crescente domanda di AI e cloud computing.

Nuovi design win e partnership strategiche

STMicroelectronics ha continuato a ottenere numerosi “design win” di alto valore, in particolare nel consolidamento delle unità di controllo elettronico (ECU) e nell’adozione di architetture zonali per veicoli software-defined e sistemi di elettrificazione avanzati. Tra le collaborazioni significative, spicca quella con Mobileye per lo sviluppo dei sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) EyeQ6, migliorando le funzionalità di Livello 1 e 2. Nel settore industriale, l’azienda ha registrato un’ampia gamma di design win nel 2024, coprendo applicazioni in data center, stazioni di ricarica per veicoli elettrici, sistemi di energia rinnovabile, elettrodomestici e automazione di fabbrica. STMicroelectronics ha inoltre introdotto nuovi prodotti e “reference design” specificamente ottimizzati per applicazioni telecom ad alte prestazioni e per gli alimentatori dei server AI, sottolineando il suo impegno nell’innovazione per la gestione dell’energia.

Valutazione dei segnali di un potenziale “upcycle” del mercato

La dichiarazione del CEO Chery che il Q1 2025 è stato il trimestre più debole prima di una ripresa è un messaggio chiave per il mercato. Secondo gli analisti, la previsione di crescita sequenziale dei ricavi per il Q2 2025, unita al rapporto book-to-bill superiore alla parità, suggerisce che l’azienda stia effettivamente assistendo a un’inversione di tendenza negli ordini. Questo indica una potenziale ripresa della domanda, che potrebbe sostenere i risultati nei prossimi trimestri, a condizione che le tensioni commerciali non interrompano questo sviluppo.

Il quadro 2025 in sintesi su STM

La crisi di STMicroelectronics nel primo trimestre del 2025 è stata profonda, caratterizzata da un drastico calo dei ricavi e della redditività, in particolare nei segmenti Power & Discrete, Analog, MEMS e Sensors, e Embedded Processing. Questa contrazione è stata guidata principalmente da una debolezza diffusa della domanda nei settori automobilistico e industriale, aggravata da un eccesso di scorte post-pandemia e da una crescente pressione competitiva, soprattutto da parte dei produttori cinesi di chip legacy. L’aumento significativo dei Days Sales of Inventory (DSI) e il passaggio a una perdita operativa nel segmento P&D sottolineano la gravità dell’attuale squilibrio tra domanda e offerta e la vulnerabilità dell’azienda ai cicli di mercato nei settori tradizionali.

In risposta, STMicroelectronics ha intrapreso un’ambiziosa ristrutturazione, con piani di riduzione della forza lavoro e investimenti strategici massicci in infrastrutture all’avanguardia per wafer di silicio da 300mm e carburo di silicio (SiC) da 200mm, oltre a un’espansione nel nitruro di gallio (GaN). Questi investimenti, in linea con l’EU Chips Act, mirano a rafforzare la posizione dell’azienda nelle tecnologie di potenza di prossima generazione e a migliorare l’efficienza operativa attraverso l’automazione e l’AI. Tuttavia, l’attuazione di questi piani è ostacolata da significative tensioni di governance con il governo italiano, che rischiano di rallentare la flessibilità strategica e l’efficacia delle misure di risposta.

Nonostante le sfide attuali e la complessa interazione tra dinamiche di mercato, pressioni geopolitiche e attriti interni, vi sono segnali di un potenziale recupero. La guidance di STMicroelectronics per il Q2 2025 indica un aumento sequenziale dei ricavi, e il rapporto book-to-bill superiore alla parità suggerisce un rafforzamento degli ordini. Le previsioni degli analisti indicano una ripresa graduale della redditività nei prossimi anni, trainata in particolare dal continuo successo e dagli investimenti nelle tecnologie SiC e GaN, che sono cruciali per applicazioni ad alta crescita come i veicoli elettrici e i data center. Il successo a lungo termine di STMicroelectronics dipenderà dalla sua capacità di navigare efficacemente la transizione dai segmenti legacy saturi verso le tecnologie avanzate, risolvendo al contempo le tensioni di governance che minacciano la sua agilità operativa.



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