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Un laboratorio in campo aperto nel milanese per ripensare l’autoproduzione di cibo


Il laboratorio “Coltiva-mente: autoproduci il tuo cibo” che si tiene sabato 14 giugno presso l’azienda Allegricola situata nel parco milanese di Trenno vuole approfondire l’abbondanza e la varietà delle modalità di produzione del cibo per incentivare la creazione di orti di vicinato e di consumi sostenibili dal punto di vista economico e sociale.

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L’appuntamento fa parte del percorso formativo di “Sostenibilità condivisa per economie di comunità” promosso da Mag2 finance. Il primo appuntamento si è concentrato sulla finanza etica e sugli investimenti ad impatto sociale, il secondo invece ha riguardato la comunicazione interpersonale e l’importanza di ascoltarsi e di incentivare il dialogo.

Mag2 è una cooperativa finanziaria solidale nata a Milano nel 1980 per sostenere lo sviluppo di un tipo di finanza alternativo incentrato sulle relazioni personali più che sulle garanzie economiche. “La nostra attività è quella di prestare soldi ai cosiddetti soggetti non bancabili, ossia privi delle garanzie finanziarie richieste per erogare un credito, con progetti ad alto valore sociale, culturale e ambientale -racconta Stefano Panzeri, consigliere di Mag2-. Di fatto, finanziamo cooperative, associazioni o piccole imprese con iniziative che generano risvolti benefici per le persone e le comunità e contribuiscono a ridurre le emissioni inquinanti. Aiutiamo anche le persone in stato di fragilità economica attraverso il microcredito ed effettuiamo educazione economica con corsi di formazione sul denaro e laboratori di dis-educazione finanziaria. Facciamo anche consulenza per le imprese e assistenza sul risparmio ai privati”.

Il laboratorio di sabato 14 giugno sarà tenuto da Davide Florit, esperto di agricoltura rigenerativa e permacoltura e socio dell’associazione Wwoof Italia, insieme a Giuseppe Bertolina, che si occupa della produzione di Allegricola utilizzando un approccio agroecologico, che coniuga i principi ecologici alla coltivazione alimentare. L’incontro sul cibo è stato organizzato per approfondire alcune pratiche di autoproduzione alimentare, tenendo anche conto del contesto e delle criticità della maggior parte delle filiere alimentari a livello di emissioni, d’inquinamento e di sfruttamento.

Nella parte introduttiva dell’incontro ci sarà una riflessione sulla diversità dei metodi di produzione agricola e del proprio cibo, seguita da una sezione pratica per approcciarsi alla coltivazione. “La prima parte è dedicata ad approfondire il tema dell’autoproduzione di cibo, con dei consigli pratici per iniziare a farlo in un orto o nel balcone di casa -spiega Panzeri-. Da come preparare e rendere fertile il terreno alla scelta dei semi, alle tipologie e modalità con cui coltivare le piante, fino a come organizzare il proprio orto. Delle spiegazioni pratiche per impostare un piccolo orto da zero”.

Nella seconda sezione verranno presentate delle opportunità per attivarsi rivolte alle persone che non possiedono uno spazio verde ma che avrebbero voglia di iniziare a coltivare. Una di queste è il wwoofing, piattaforma che offre la possibilità di fare un’esperienza di volontariato in un’azienda agricola biologica in Italia o all’estero per scoprire alcuni aspetti di queste realtà. Sennò si può anche iniziare a collaborare con piccole aziende agricole locali, come Allegricola o altre realtà milanesi. Un’altra opzione è rappresentata dagli orti di comunità, degli spazi in cui coltivare in condivisione che saranno presentati da Giulia Barili, referente del parco Boscoincittà su questa tematica. In quest’area sono presenti circa duecento orti affidati a gruppi di cittadini, oltre a un frutteto e a un apiario. Un tema che verrà approfondito anche dall’associazione orti di via Isocrate-Villa Finzi.

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Un’altra occasione per impegnarsi nella creazione di un sistema agricolo sostenibile è rappresentata dall’adesione alle comunità a supporto dell’agricoltura (Csa) che si trovano in varie città italiane, composte da gruppi di persone che gestiscono in autonomia un terreno per produrvi cibo.

Nella parte finale dell’incontro ci sarà un momento per la presentazione di alcune attività che inizieranno a settembre a Milano. L’associazione MindtheGAP organizzerà tre laboratori nello spazio Bkm Barona sul tema del riuso e degli “scarti” alimentari, della stagionalità del cibo e delle iniziative sociali di acquisto di prodotti biologici.

Verrà presentato anche un nuovo progetto di filiera corta del Distretto di economia solidale della Brianza (DESBri), che comprende un accordo per utilizzare alcuni terreni in disuso nella provincia brianzola. L’idea è quella di sviluppare una produzione di cibo biologico che andrà poi a rifornire i soci del DESBri, che sono a loro volta all’interno di una ventina di gruppi d’acquisto solidali (Gas) più altri rivenditori. Inoltre sarà presente anche il Distretto di economia solidale e rurale del Parco agricolo Sud di Milano, che parlerà della futura comunità del cibo all’interno del parco.

MAG2 si impegna da tempo nel sostenere le filiere alimentari sostenibili. Ne è un esempio il Biocaseificio Tomasoni, storica azienda della bassa bresciana che produce formaggi tra cui il Grana padano Dop. “Lavorano in una zona ad alta concentrazione di allevamenti intensivi di mucche e di altri maiali, che hanno un forte impatto ambientale -evidenzia Panzieri-. Tomasoni ha deciso di convertirsi al biologico nel 2000, è stato il primo produttore di grana a farlo, però a fine 2008 a causa dell’aumento repentino dei costi e dell’incremento degli oneri finanziari causati dalla crisi finanziaria la sua attività è andata in difficoltà. Si è creata così una situazione debitoria che le banche si sono rifiutate di supportare. A salvare il Biocaseificio dal fallimento è stata una rete costituita dai soci dei Gas e da Mag2, con i primi a preacquistare il grana e la seconda a erogare un prestito ‘salva-debito’. Alleanza che ha portato a salvare non solo Tomasoni ma l’intera filiera sostenibile di produzione del grana costituita dai fornitori dell’azienda, i piccoli allevatori e i coltivatori di foraggio convertiti all’agricoltura biologica”.

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