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Basilicata, economia 2024: “Un anno di stagnazione”


La Banca d’Italia ha presentato il rapporto sull’economia lucana 2024. Stagnazione per il calo dell’automotive, tengono le piccole medie imprese e il potere d’acquisto delle famiglie

Il clima di incertezza e tensione globale si riflette anche in Basilicata, dove nel 2024 l’economia ha vissuto una fase di ristagno, con un’attività economica in calo dello 0,2%, a fronte di un lieve incremento registrato nel Mezzogiorno (+0,9%) e in Italia (+0,7%). Dati emersi nella presentazione stampa presso la filiale di Banca d’Italia a Potenza. Un quadro che – è emerso – svanito l’effetto post Covid, evidenzia le difficoltà della regione nel tenere il passo con la ripresa nazionale e che la pone ad un bivio. La produzione industriale ha subito un duro colpo, con il comparto automobilistico in forte contrazione (-63,5%) e dove il 7% di esportazioni negli Stati Uniti non dovrebbe portare condizionamenti dai dazi del governo Trump – mentre l’estrazione di petrolio ha mostrato una crescita modesta (+1,3%). Positiva la situazione delle piccole e medie imprese ed il comparto alimentare con player importanti che esportano. Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, risultano assegnati a soggetti attuatori pubblici e privati circa 2,4 miliardi di euro e la lentezza nell’attuazione potrebbe compromettere l’efficacia del piano. Occupazione cresciuta dell’1,3% e l’implementazione dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro in prospettiva interesserà il 92% degli studenti universitari. Su infrastrutture e sviluppo economico: avviati i cantieri per la Zona Economica Speciale (ZES) di Tito, con 20 mln di euro destinati alla riqualificazione dell’area industriale, ma i tempi di realizzazione restano incerti. Il settore agrivoltaico, finanziato con 500 milioni di euro, rischia di perdere i fondi a causa di ritardi burocratici e difficoltà di autorizzazione. A fronte del parziale recupero del potere d’acquisto, aumenta il credito e i depositi delle famiglie ma diminuiscono i prestiti alle imprese. Non da ultimo, aumenta la desertificazione bancaria con altri 5 sportelli in meno, 161 quelli nel 2024. Il vero allarme è il credito al consumo.

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Banca d’Italia, Cavallo (Cisl): «Serve partecipazione per costruire soluzioni condivise contro la stagnazione economica e la crisi industriale»

«I dati resi noti oggi dalla Banca d’Italia ci restituiscono l’immagine di un’economia stagnante che ha nel comparto automotive e nelle esportazioni delle preoccupanti punte di crisi. Una situazione che mette a rischio migliaia di posti di lavoro e rischia di rendere irreversibile una stagnazione economica che ormai sta diventando strutturale». Questo il commento del segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo ai dati sull’andamento dell’economia lucana nel 2024 diffusi oggi dalla Banca d’Italia. «Serve un piano straordinario per affrontare questa crisi industriale e per scongiurare che la transizione verso la mobilità elettrica si trasformi in desertificazione produttiva e perdita di competenze. Non ci possiamo permettere un Mezzogiorno senza manifattura, né un’Italia che rinuncia alla propria vocazione industriale. Servono politiche e risorse straordinarie per riportare la Basilicata sul sentiero di una crescita sostenuta e sostenibile». A preoccupare la Cisl è in particolare la situazione di Stellantis: «Anche nel primo trimestre 2025 i dati produttivi di Melfi sono pesantemente in terreno negativo, con un -64,6% di volumi in meno, e quasi 2 mila posti di lavoro in meno dal 2021 ad oggi, gestiti con incentivi all’uscita. A questo si aggiungono le pesanti ripercussioni sulle aziende della componentistica e sui relativi livelli occupazionali. È il momento della responsabilità sociale d’impresa, dell’utilizzo strategico delle risorse europee e di una visione di sistema al servizio del rilancio industriale della nostra regione. Ribadiamo ad aziende e istituzioni che la partecipazione è lo strumento per costruire soluzioni condivise e generative. E la Cisl è pronta a fare la propria parte con responsabilità».

Napoli: “Rapporto Banca d’Italia: serve una svolta per la Basilicata”

“Il Rapporto 2025 sull’economia lucana diffuso dalla Banca d’Italia non è solo una fotografia nitida del nostro presente: è anche uno specchio che ci obbliga a guardare in faccia le sfide che abbiamo davanti”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Michele Napoli, che aggiunge: “Sento il dovere di rilanciare: la Basilicata ha tutte le carte per cambiare passo, ma serve visione, coraggio e concretezza. Ora.”

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“Una regione che cresce meno del resto del Mezzogiorno e dell’Italia (-0,2% contro +0,9% e +0,7%) – prosegue l’esponente di FdI – non può e né deve accontentarsi. Il motore industriale di Melfi paga la crisi dell’automotive, il settore agricolo è messo in ginocchio dalla siccità, il PNRR fa registrare ritardi sul binario dell’attuazione. Eppure – ed è questo il punto – le potenzialità ci sono tutte”. “Sono tre le priorità – evidenzia Napoli – per far ripartire la Basilicata:

1. Industria e innovazione: trasformare la crisi in rinascita. Il calo del 63% nella produzione dello stabilimento Stellantis non è solo un problema occupazionale, è un campanello d’allarme strutturale. Il futuro non è nel rimpianto del passato, ma nella riconversione intelligente e sostenibile. Va accelerata la transizione verso l’automotive elettrico, affiancando incentivi regionali a quelli nazionali e aprendo un tavolo permanente con imprese, sindacati e università.

La diffusione dell’intelligenza artificiale e della robotica è ancora marginale: qui serve un piano regionale per l’industria 5.0, con fondi mirati, accompagnamento tecnico e un ecosistema di innovazione vero.

2. Agricoltura e acqua: smettere di inseguire l’emergenza. La siccità del 2024, con punte di cali produttivi del 70% nel materano, ci impone di agire: serve un piano straordinario per la resilienza agro-idrica, con investimenti negli invasi, nelle reti, nella digitalizzazione dell’irrigazione.

Basta piani settoriali scollegati: proponiamo un’ ‘Agenda Basilicata Verde’ che unisca sviluppo rurale, sostenibilità ambientale e valorizzazione del patrimonio agroalimentare.

3. Giovani, lavoro, capitale umano: il tempo del riscatto. Il tasso di partecipazione al lavoro resta basso per giovani e donne. E l’export crolla. Non possiamo permettere che i nostri talenti fuggano altrove.

Vanno create zone economiche di innovazione, dove fiscalità, formazione e infrastrutture siano pensate su misura per attrarre e trattenere chi vuole costruire qui il proprio futuro.

L’Università della Basilicata va potenziata e connessa al tessuto produttivo: trasferimento tecnologico, spin-off, alleanze strategiche con i distretti produttivi”.

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“Serve altresì – sottolinea il Consigliere regionale – un cambio di mentalità, prima ancora che di politiche. Il Rapporto della Banca d’Italia ci dice anche altro: la qualità istituzionale lucana è migliorata più che altrove, ma è ancora distante dagli standard nazionali. Sanità, trasparenza, capacità amministrativa dei Comuni sono i tre talloni d’Achille da trasformare in punti di forza. Come? Con scelte chiare: formazione del personale, digitalizzazione dei servizi, task force per accompagnare i Comuni nell’attuazione dei fondi PNRR e FESR. Non è accettabile che solo la metà delle opere pubbliche finanziate dal PNRR sia avviata o conclusa”.

“Da oggi – continua Napoli – parte un’agenda nuova per la Basilicata. A breve termine, servono misure shock per sbloccare l’attuazione del PNRR, sostenere l’export extra-automotive e fronteggiare la crisi idrica. Nel medio periodo, vanno creati poli territoriali di specializzazione (automotive verde a Melfi, agroindustria nel metapontino e nelle aree a vocazione  produttiva della regione, turismo culturale a Matera e nel Vulture) con logiche di filiera. Nel lungo termine, la Basilicata deve diventare un modello di regione intelligente e attrattiva, che scommette su tecnologia, capitale umano e valore delle radici”. “Non ci accontenteremo mai della rassegnazione. Questo è il tempo – conclude Napoli – di chi sa governare con visione. E con responsabilità”.



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