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Coesione, economia e lavoro, ambiente, giovani: come spende i soldi l’Ue?


Ogni anno la Commissione presenta, in primavera, una proposta di bilancio comunitario per l’anno successivo. Saranno poi Parlamento e Consiglio a stabilire le cifre entro dicembre. Per il 2026 l’Esecutivo indica un tetto di 193,26 miliardi di euro. Ma programmi e spese sono molteplici e i soldi non bastano mai. Anche perché il budget non va oltre l’1% del Prodotto interno lordo dei Ventisette

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

La sede della Commissione europea a Bruxelles (Photo European Commission)

Agricoltura e tutela ambientale, sicurezza e difesa, Erasmus, tutela dei consumatori, ricerca, innovazione, progetti per il lavoro e le piccole e medie imprese, interventi a sostegno della salute pubblica, protezione civile, cura dei mari, formazione professionale, aiuti al turismo, infrastrutture e mobilità… Senza trascurare il NextGenerationEu post-Covid e i Pnrr. Sono alcuni dei settori in cui l’Unione europea investe il suo (magro) bilancio.
Ogni anno la Commissione europea propone, nella tarda primavera, un bilancio per il successivo anno, rimanendo entro i contorni disegnati dal Quadro finanziario pluriennale, che ha una durata di 7 anni. Sulla base delle cifre immaginate e messe nero su bianco dalla Commissione, saranno poi le due autorità di bilancio, Consiglio e Parlamento Ue, a stabilire i numeri reali, entro il 31 dicembre, dopo mesi di confronti, tira-e-molla, mediazioni, votazioni.
Ciò che interessa direttamente ai cittadini è sapere che i programmi e i progetti dell’Unione europea abbiano sufficienti risorse per andare incontro alle loro necessità. E non è sempre così.Anzitutto va detto che il bilancio dell’Ue è piuttosto risicato, corrispondendo all’1% circa del Pil europeo. I finanziamenti al bilancio comunitario derivano dai trasferimenti degli Stati membri alle casse di Bruxelles, sulla base di alcuni criteri proporzionali, oltre a qualche altra cifra definita da dazi, Iva e poco altro.
Per fornire qualche numero, la Commissione europea ha recentemente proposto, per il bilancio Ue 2026, un tetto di 193,26 miliardi di euro, accanto ai quali si stimano esborsi di 105,32 miliardi per il NextGenerationEu.
Secondo la Commissione, la proposta di bilancio è intesa a “sostenere obiettivi strategici, tra cui gli aiuti all’Ucraina, la competitività, la gestione della migrazione, la sicurezza e la difesa e gli investimenti strategici, mantenendo nel contempo lo slancio sulle priorità verdi e digitali”. Una proposta prudente, anche alla luce degli imprevisti che si sono registrati negli ultimi anni (Quadro finanziario pluriennale 2021-2027), “tra cui una pandemia globale, una crisi energetica e l’impennata dell’inflazione, il ritorno della guerra nel continente europeo e crescenti tensioni geopolitiche sulla scena mondiale”.Tra le cifre più significative del bilancio per il prossimo anno figurano: 22 miliardi di euro per mercato unico, innovazione e digitale; 71 miliardi per la coesione territoriale e sociale; 56 miliardi alla voce risorse naturali e ambiente (agricoltura compresa); 5 miliardi per migrazione e gestione delle frontiere; 2,8 miliardi per sicurezza e difesa (il progetto ReArm viaggia su altri binari); 15 miliardi per i Paesi del vicinato e per l’allargamento; 13 miliardi per la pubblica amministrazione europea, ovvero il costo delle istituzioni comuni.
Rispetto alle competenze che i Trattati assegnano all’Ue, risulta evidente che l’1% di fondi in rapporto al Pil è assai modesto. Anche perché le grandi politiche comuni dovrebbero passare proprio da Strasburgo e Bruxelles. Ma gli Stati tendono a limitare i trasferimenti all’Unione europea, mentre saranno quegli stessi Governi nazionali a lamentarsi – come sempre accade – dell’inefficienza e delle scarse risposte Ue ai problemi dell’Europa. Anche qui pesano i nazionalismi e qualche miopia politica.





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