di Giovanni Doe
11/06/2025
Nel cuore dei Nebrodi, a Galati Mamertino, l’Incubatore dei Nebrodi avrebbe dovuto essere il motore per lo sviluppo di imprese innovative e startup locali. Nato come laboratorio pubblico-privato nell’ambito dell’Area Interna Nebrodi, l’incubatore ha beneficiato inizialmente di un finanziamento pubblico di oltre un milione di euro, con l’obiettivo ambizioso di entrare nella prestigiosa rete europea BIC e rilanciare l’economia locale attraverso l’innovazione.
Un passato vivace, ma un presente stagnante
Nei primi anni l’incubatore è stato attivo con numerose iniziative, tra seminari sulla biodiversità locale, workshop sulla frutticoltura tropicale e incontri dedicati all’agricoltura sostenibile, coinvolgendo istituzioni, esperti e imprenditori. Un dinamismo iniziale che aveva alimentato molte aspettative.
Tuttavia, negli ultimi due anni l’attività sembra essersi fermata drasticamente. Dal 2023 non risultano iniziative rilevanti né programmi di incubazione regolari, e la struttura ha progressivamente perso visibilità e attrattività.
Una sola impresa non basta
L’incubatore ha recentemente beneficiato di un finanziamento europeo di oltre un milione di euro nell’ambito del PO FESR 2014–2020, destinato alla creazione di spazi attrezzati, servizi di consulenza, laboratori tematici e attività di supporto alla nascita di startup. Dovevano nascere fab-lab, living lab per il turismo e l’agroalimentare, percorsi di accompagnamento e box per ospitare fino a 15 imprese.
Ma oggi, alla domanda “Cosa è rimasto o è stato fatto?”, la risposta è, purtroppo, incerta: alla luce di quello che si vede, poco o nulla. Gli spazi fisici esistono ma risultano inutilizzati, e non è chiaro nemmeno se le attrezzature previste siano mai state effettivamente acquistate o installate. I laboratori tematici, se mai avviati, non hanno lasciato tracce concrete di attività. Di tutta quella progettazione, resta soprattutto il potenziale non espresso.
Sul fronte delle nuove imprese insediate, la situazione è altrettanto critica. L’unico arrivo recente risale a marzo 2024, con l’insediamento della Waypoint, azienda veneta specializzata in economia circolare. Una presenza certamente positiva, ma isolata e insufficiente per rendere la struttura operativa in maniera sostenibile e continua.
Questo mette in luce una forte criticità: l’incubatore resta largamente sottoutilizzato e non riesce a sfruttare le numerose opportunità offerte dai bandi e dai finanziamenti pubblici, regionali e nazionali, destinati alle startup e all’innovazione.
La critica del territorio: il rischio “cattedrale nel deserto”
Sin dalla sua nascita, la principale critica rivolta all’Incubatore dei Nebrodi è quella di essere una “cattedrale nel deserto”: una struttura ben finanziata ma priva di un contesto imprenditoriale e culturale in grado di sostenerla.
«La struttura è bellissima, ma senza una politica concreta di attrazione rischia di restare vuota», denuncia un giovane imprenditore locale che preferisce mantenere l’anonimato. Un membro dell’amministrazione locale ha recentemente sottolineato l’urgenza di riattivare le attività, dichiarando: «Serve un dialogo immediato e costante con istituzioni regionali e università per non perdere ulteriori opportunità».
Un altro imprenditore sottolinea un nodo cruciale: «Manca una componente essenziale: i servizi. Sempre più le nuove generazioni utilizzano i mezzi pubblici, soprattutto i ragazzi che frequentano le università, e per attrarli dobbiamo creare le condizioni per farli arrivare a Galati, altrimenti sarà ancora tutto inutile».
La sospensione delle attività del Living Lab Nebrodi ha ulteriormente aggravato questa situazione, rendendo evidente la necessità di un intervento coordinato per rilanciare efficacemente il progetto.
Necessaria una svolta per evitare sprechi
Per risolvere l’attuale stallo è fondamentale attivare programmi regolari di incubazione, creare sportelli stabili per la consulenza alle imprese e favorire collaborazioni strette con università, centri di ricerca e investitori privati. Occorre inoltre partecipare attivamente ai numerosi bandi disponibili, puntando in particolare sui settori strategici come agro-alimentare, turismo sostenibile e green economy.
Se non verrà rapidamente intrapresa una decisa inversione di rotta, l’Incubatore dei Nebrodi rischia di trasformarsi definitivamente in una grande opportunità sprecata, incapace di incidere concretamente nello sviluppo economico e sociale del territorio.
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