Le infrastrutture tlc stanno vivendo una trasformazione epocale. L’adozione del 5G, la crescente domanda di servizi cloud, la necessità di una gestione più agile dei dati e l’introduzione di tecnologie come l’AI e l’IoT stanno rivoluzionando il modo in cui le Telco operano e interagiscono con il mercato. Mentre tradizionalmente le Telco erano viste principalmente come operatori di connettività, il cambiamento verso il modello TechCo implica che le infrastrutture diventino piattaforme abilitanti per una vasta gamma di servizi digitali, che spaziano dalla gestione dei dati alla sicurezza, fino alla realizzazione di soluzioni innovative per le imprese e la pubblica amministrazione.
Le Telco, oggi, sono chiamate a svolgere un ruolo molto più ampio: non solo quello di fornire connessioni, ma di abilitare innovazione e di supportare la digitalizzazione di vari settori. Le infrastrutture tlc, come le reti in fibra ottica, i data center, e le soluzioni cloud, sono diventate le basi su cui si costruiscono questi nuovi modelli di business. Questo nuovo paradigma offre enormi opportunità, ma porta con sé anche sfide significative: dalla necessità di garantire l’interoperabilità e la sicurezza, alla gestione della crescita esponenziale dei dati, fino all’integrazione di nuove tecnologie.
A Telco per l’Italia 2025, i leader del settore telecomunicazioni hanno esplorato come le infrastrutture stiano cambiando da semplici supporti tecnici a veri e propri abilitatori strategici, giocando un ruolo chiave nella creazione di ecosistemi digitali che possono trasformare radicalmente il panorama economico e sociale.
Alvarez (Retelit): “Investire nelle infrastrutture tlc”
Jorge Alvarez, ceo di Retelit, ha parlato della trasformazione della sua azienda, inizialmente focalizzata sull’infrastruttura, ma oggi sempre più orientata a diventare un abilitatore per le imprese e la pubblica amministrazione. Secondo Alvarez, il mercato è in fase di consolidamento, con una crescente domanda di servizi che vanno oltre la semplice connettività, e le Telco devono essere pronte a rispondere a questa evoluzione. “Siamo felici di essere focalizzati sul mercato B2B, che è in crescita, e continueremo a investire su infrastruttura, ma con un focus anche sui servizi che abilitano l’innovazione per le imprese e la pubblica amministrazione”, ha affermato Alvarez.
Retelit, con una rete di 40.000 km di fibra e numerosi data center, sta puntando a diventare una piattaforma che non solo offre connettività, ma anche soluzioni su cloud e cybersecurity, rispondendo alle esigenze di un ecosistema digitale in rapida evoluzione. “Investiremo sia in modo organico che inorganico, con un’espansione della nostra infrastruttura di fibra e data center, per rispondere alla domanda crescente di soluzioni digitali integrate.”
Di Labio (Kpmg): “Trasformazione tecnologica, organizzativa e culturale”
Davide Di Labio, Associate Partner di Kpmg, ha delineato i passaggi chiave per la trasformazione delle Telco da operatore a TechCo, concentrandosi su tre aspetti fondamentali: tecnologico, organizzativo e culturale. Secondo Di Labio, il cambiamento non è solo legato alle infrastrutture tlc, ma implica una revisione completa del portafoglio prodotti e servizi, nonché un’evoluzione nell’approccio alla customer experience. “Le Telco devono evolversi da semplici fornitori di connettività a veri e propri orchestratori di innovazione, in grado di costruire ecosistemi digitali complessi, in cui le infrastrutture non sono più solo un supporto, ma una leva per l’innovazione continua”, ha dichiarato Di Labio.
L’infrastruttura virtualizzata e l’adozione dell’intelligenza artificiale
Di Labio ha sottolineato l’importanza di virtualizzare sempre più le infrastrutture tlc per ridurre i tempi di commercializzazione e migliorare la scalabilità dei servizi. “Le Telco devono spostarsi verso un’infrastruttura sempre più virtualizzata, che consenta di ridurre i tempi di go-to-market e di esporre Api che gli sviluppatori possano utilizzare per creare servizi altamente performanti”. Secondo Di Labio, la virtualizzazione delle reti è un passo fondamentale per permettere alle Telco di sfruttare al massimo l’AI, che diventa essenziale non solo per migliorare l’efficienza operativa, ma anche per sviluppare soluzioni predittive e intelligenti. “L’intelligenza artificiale non è solo una tecnologia per il miglioramento della produttività, ma deve essere utilizzata in maniera più avanzata, ad esempio per il forecasting, ossia per prevedere come evolveranno le reti e come si comporteranno i clienti in tempo reale”, ha aggiunto Di Labio.
Cultura e cambiamento organizzativo
Un altro aspetto fondamentale per la transizione delle Telco è il cambiamento culturale. “Il passaggio da un modello legacyCO a una newCo implica un cambiamento radicale nella cultura aziendale. Le Telco devono passare da una struttura gerarchica e complessa a una organizzazione più agile, costruita intorno agli output e all’automazione dei processi”, ha spiegato Di Labio. Le Telco devono abbandonare il modello tradizionale, che prevede una gestione centralizzata e piramidale, per abbracciare un approccio che permetta di rispondere più velocemente ai cambiamenti del mercato e di adottare soluzioni innovative in tempo reale. La digitalizzazione e l’automazione sono infatti il cuore di questa evoluzione, in grado di rendere le Telco più competitive in un mercato sempre più dinamico.
Il ruolo delle partnership nel passaggio a TechCo
Infine, Di Labio ha parlato dell’importanza delle partnership nell’evoluzione delle Telco. “Il modello di partnership delle Telco deve essere ripensato in ottica evolutiva. Non basta più essere solo distributori di connettività, ma le Telco devono essere in grado di trarre valore da un portafoglio più ampio, che comprenda soluzioni digitali avanzate come AI, cloud, e IoT”. Secondo Di Labio, le Telco devono guardare al mondo delle partnership non come una semplice aggiunta, ma come una strategia chiave per entrare nel mercato digitale. “La trasformazione delle Telco implica un cambiamento nel modo in cui queste interagiscono con i loro partner. Devono rivedere le loro alleanze per sviluppare soluzioni più integrate, costruendo ecosistemi dove la tecnologia e i dati sono al centro”, ha concluso.
Filangieri (Italtel): “Infrastrutture tlc come leva di innovazione e automazione”
Carlo Filangieri, ceo di Italtel, ha discusso del contributo della sua azienda alla transizione delle Telco verso il modello TechCo, ponendo l’accento sull’importanza dell’evoluzione delle infrastrutture per supportare l’innovazione. “Le Telco devono dotarsi di reti intelligenti e data center automatizzati, protetti da attacchi e ottimizzati con l’AI per supportare i servizi digitali innovativi”, ha dichiarato Filangieri.
Italtel, con il suo ruolo strategico nell’automazione delle reti e nelle soluzioni di cybersecurity, sta aiutando le Telco a modernizzare le proprie infrastrutture, consentendo loro di concentrarsi maggiormente sui servizi a valore aggiunto. “Le nostre soluzioni devono permettere alle Telco di liberarsi dalle attività più pesanti legate alla gestione delle infrastrutture, in modo che possano concentrarsi sull’offerta di servizi innovativi per imprese e PA”. Inoltre, Italtel sta investendo nella formazione di nuove competenze, creando centri di competenza per formare esperti in grado di affrontare le sfide della digitalizzazione.
Galli (Inwit): “Da tower company a digital infrastructure company”
Sul nuovo piano industriale 2025-2030 di Inwit, che conferma il percorso di evoluzione da tower company a digital infrastructure company, ha trovato lo spunto d’avvio l’intervento del Direttore Generale Diego Galli.
“Inwit sta estendendo il suo modello infrastrutturale, partendo dalla gestione delle torri passive per ampliare l’offerta a soluzioni più sofisticate, come gli apparati indoor Das e la digitalizzazione degli impianti,” ha dichiarato Galli. Inwit, che ha sempre avuto come focus la gestione delle torri passive (ovvero le infrastrutture fisiche utilizzate dai diversi operatori per trasmettere il segnale), sta ora orientando la propria strategia verso una gestione più integrata e digitale delle infrastrutture tlc, offrendo soluzioni avanzate anche per il 5G, l’IoT e le città intelligenti.
Un modello di condivisione che genera efficienza
Galli ha messo in luce il modello di condivisione delle torri, che ha portato a una significativa economia di scala: ogni torre può essere utilizzata da più operatori, con conseguente riduzione dei costi per tutti e un maggiore impatto positivo sull’efficienza del settore. “Ogni torre serve più operatori, creando economia di condivisione e aumentando l’efficienza del settore”, ha affermato, sottolineando come la separazione delle torri dalle operazioni degli operatori di rete consenta di ottimizzare le risorse. Questo modello non solo genera efficienza economica, ma ha anche effetti positivi sull’ambiente, riducendo le risorse necessarie e abbattendo le emissioni di CO2. “Inwit ha contribuito al risparmio di circa 2,5 milioni di tonnellate di CO2, grazie alla condivisione delle risorse e all’ottimizzazione delle infrastrutture”.
Il caso Roma 5G
Galli ha poi esaminato il progetto Roma 5G, che è un esempio concreto di come Inwit stia contribuendo alla digitalizzazione delle città italiane e stia trasformando la capitale in una smart city. “Abbiamo investito circa 100 milioni di euro, con circa 30 milioni pubblici, per creare una rete 5G che supporti l’IoT, la sensoristica e i servizi pubblici, creando un modello di business che genera efficienza e beneficia tutta la città”, ha dichiarato. Inwit, attraverso il progetto Roma 5G, non solo offre connettività ma supporta anche la realizzazione di servizi intelligenti, che spaziano dalla sicurezza alla gestione del traffico, passando per l’efficienza energetica. Questo tipo di infrastruttura diventa un abilitante fondamentale per tutte le applicazioni di smart city, in un’ottica di digitalizzazione integrata.
Dalla connettività outdoor a quella indoor: il futuro delle infrastrutture tlc
Il passo successivo per Inwit, ha spiegato Galli, è l’estensione della propria offerta a nuove soluzioni di connettività indoor, come gli apparati indoor Das (Distributed Antenna Systems), che permettono una distribuzione capillare del segnale 5G all’interno di edifici e spazi pubblici. “L’approccio della connettività indoor, che stiamo implementando nelle principali città italiane, è fondamentale per supportare la crescente domanda di dati e garantire una qualità del servizio elevata anche in ambienti ad alta densità di utenti, come centri commerciali, stazioni ferroviarie, aeroporti e università”, ha chiarito. Con questo approccio, Inwit sta cercando di ampliare ulteriormente il suo raggio d’azione, rispondendo alla crescente domanda di connettività di alta qualità in ambienti chiusi, una necessità sempre più urgente per il funzionamento delle smart city e dei nuovi modelli di lavoro.
Paggi (FiberCop): “La separazione di SerCo e NetCo come base per l’evoluzione a TechCo”
Stefano Paggi, Chief Technology & Operations Officer di FiberCop, ha esaminato il ruolo centrale della separazione tra SerCo (Company for Services) e NetCo (Network Company), un passaggio fondamentale nel processo di evoluzione delle Telco verso il modello TechCo. La separazione di queste due entità, che gestiscono rispettivamente i servizi e le infrastrutture, rappresenta un cambiamento strategico che permetterà di rispondere in modo più efficace alle esigenze del mercato digitale, aumentando l’efficienza operativa e stimolando l’innovazione.
“La separazione tra SerCo e NetCo è il primo passo fondamentale per evolvere verso il modello TechCo, con FiberCop che gioca un ruolo chiave nell’ammodernamento della rete”, ha dichiarato Paggi, spiegando che questa separazione consente di creare efficienze nei costi e aprendo la strada a nuovi modelli di business. FiberCop, come azienda incaricata della gestione delle infrastrutture di rete, si sta concentrando sull’ammodernamento della fibra ottica e sull’evoluzione della rete in un’ottica di innovazione continua, in modo da supportare meglio le nuove esigenze di connettività per i clienti.
Infrastrutture tlc leva di innovazione: la transizione a TechCo
Nel corso del suo intervento, Paggi ha parlato del modello di evoluzione della rete, che non riguarda solo l’espansione delle infrastrutture fisiche ma anche la creazione di un’infrastruttura intelligente, che risponde rapidamente alle esigenze dei clienti e si adatta a nuovi modelli di consumo dei dati. “La rete non è più solo un supporto tecnico, ma diventa una leva di innovazione. La nostra infrastruttura deve essere capace di rispondere in modo dinamico e veloce alle richieste del mercato”, ha spiegato. La rete diventa quindi un elemento centrale nell’offerta di servizi e soluzioni digitali avanzate, come quelle legate all’AI e al cloud, che necessitano di un’infrastruttura altamente performante per garantire qualità e scalabilità.
Collaborazione tra Telco e piattaforme digitali
Altro aspetto fondamentale che Paggi ha messo in evidenza riguarda il modello di collaborazione tra chi costruisce le infrastrutture e chi sviluppa piattaforme digitali. Secondo Paggi, questa cooperazione diventa sempre più necessaria per poter competere in un mercato in cui gli hyperscalers (grandi aziende tech che forniscono soluzioni cloud come Amazon Aws, Google Cloud, Microsoft Azure) sono in forte crescita. In un clima di competizione sempre più ferrea con gli hyperscalers, “le Telco non possono più operare singolarmente. Devono collaborare con altri attori dell’ecosistema, per garantire la sostenibilità degli investimenti e rispondere a esigenze comuni”, ha sottolineato. In questo contesto, il futuro delle infrastrutture digitali e delle reti in Italia non può prescindere da una visione integrata e collaborativa, in cui le Telco, i fornitori di tecnologie e le piattaforme digitali lavorano insieme per affrontare le sfide della digitalizzazione.
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