VITERBO – Le piccole e medie imprese della provincia di Viterbo archiviano un 2024 evidenziando segnali di stabilità, ma esprimono un cauto ottimismo circa le aspettative per l’anno in corso, a causa della complessità del quadro geopolitico ed economico internazionale.
Conferma della dinamica positiva dell’occupazione, malgrado le ormai strutturali difficoltà di reperimento di nuova forza lavoro specializzata; una sostanziale tenuta dell’export, unitamente all’importante rilancio degli investimenti, soprattutto in digitalizzazione e formazione, per sostenere processi di innovazione. Cresce l’interesse per l’adozione dell’Intelligenza Artificiale.
Preoccupano gli aumenti dei prezzi di energia e gas, l’inflazione in crescita, l’incremento dei costi di materie prime e semilavorati e l’incertezza sulle conseguenze delle misure protezionistiche statunitensi. Questi, in sintesi, i risultati dell’indagine congiunturale realizzata da
Federlazio, su un campione di 500 aziende regionali, di cui 50 operative nella Tuscia, che periodicamente consente di avere una visione costante e aggiornata dello stato di salute della nostra realtà produttiva e di mettere i risultati ottenuti a disposizione del sistema economico, istituzionale e sociale del territorio.
Le dichiarazioni del presidente Federlazio Tiziana Governatori
“Dall’osservazione oggettiva delle risultanze dell’ultima indagine congiunturale – afferma il Presidente della Federlazio di Viterbo, Tiziana
Governatori – non si può negare che, malgrado il clima di incertezza internazionale, per i conflitti e la complessità delle tensioni commerciali in atto, i riscontri positivi delle precedenti rilevazioni appaiono sostanzialmente confermate, anche nel corso del 2024. In questi mesi, come negli anni immediatamente successivi alla crisi pandemica, le Piccole e Medie Imprese della Tuscia hanno dimostrato una straordinaria tenacia e capacità di adattamento, anche se messe a dura prova, riuscendo a sostenere la crescita occupazionale e mantenere attivi gli investimenti. Va sottolineato che quasi la metà delle aziende ha subito impatti negativi determinati dagli incrementi dei prezzi di materie prime ed energia.”
“Va inoltre evidenziato – dice ancora Tiziana Governatori – il notevole incremento della percentuale di imprese che ha realizzato interventi per
accrescere le competenze professionali del personale, anche attraverso i Fondi interprofessionali. Tale segnale assume particolare importanza alla luce delle obiettive e diffuse difficoltà di reclutamento di manodopera specializzata, che non da oggi, si sta registrando e che ha riguardato nel 2024 circa un terzo delle imprese del nostro campione. Questo fenomeno, ormai strutturale, rischia di costituire un
freno significativo sulla possibilità di sostenere l’innovazione e la diffusione delle applicazioni digitali. Oltre la metà degli intervistati, infatti, esprime un giudizio favorevole sull’adozione dell’intelligenza artificiale. Appare, allora, fondamentale sostenere i processi di crescita in atto all’interno delle piccole e medie imprese.”
“E’ pertanto urgente – conclude il Presidente della Federlazio di Viterbo – che le istituzioni centrali e locali intervengano con tempestività,
mettendo in campo strumenti di sostegno efficaci che consentano di stimolare la tenuta del mercato interno e di supportare la competitività delle imprese sui mercati internazionali. Senza un’azione coordinata e concreta, il rischio di un indebolimento strutturale del sistema economico del territorio diventa concreto, con potenziali effetti negativi, non solo sulle imprese, ma sull’intero mercato del lavoro e sul tessuto sociale”.
Vita delle imprese. L’analisi dell’andamento demografico del tessuto imprenditoriale di questa provincia, denota un saldo tra imprese nate e cessate lievemente positivo (+0,4%), rispetto all’ 1,63% a livello regionale ed al +0,62% su base nazionale.
Investimenti. Dopo il calo dei dodici mesi precedenti, è risultata in ripresa la percentuale di imprese che nel 2024 hanno realizzato investimenti: il 73,5 %, rispetto al 71,4% del 2023.
Occupazione. Il consolidamento dell’occupazione in provincia di Viterbo è stato registrato malgrado le difficoltà, ancora diffuse, di reclutamento di nuova forza lavoro, soprattutto specializzata. Attraverso il questionario proposto al campione di imprese si è voluto,
infatti, sondare se e in quale misura le piccole e medie imprese locali hanno affrontato ostacoli nel reperire manodopera, come riscontrato a livello regionale e nazionale.
Seppur in calo, rispetto al 43% del 2023, lo scorso anno è stata del 31% la percentuale di intervistati che ha incontrato difficoltà nel reclutamento di personale, sia per figure professionali specializzate, che per operai generici.
Reperimento materie prime. Ulteriori difficoltà sono state registrate sui mercati di approvvigionamento delle materie prime, che per circa la metà delle risposte hanno riguardato la scarsità dei materiali e/o l’incremento dei prezzi di fornitura.
Previsioni e prospettive. L’indagine della Federlazio ha rilevato anche le previsioni a breve termine, in ordine alle attese degli imprenditori per l’anno in corso. Le opinioni espresse sono risultate improntate ad un cauto ottimismo circa l’andamento dei prossimi mesi. La percentuale di imprese che prevede un aumento di fatturato nel corso del 2025 è pari al 27,3%, accanto ad un 50% che prevede una stabilità dei livelli ed a fronte di un 22,7% di intervistati che stima una contrazione, comunque contenuta al di sotto del 30%.
Positiva, ma condizionata dall’andamento complessivo aziendale, appare la propensione agli investimenti da parte delle PMI della provincia di Viterbo per il 2025. Per l’11,5% sono già programmati, mentre per il 38,5% saranno realizzati solo se si presenteranno opportunità interessanti o dopo aver valutato come andrà l’azienda nell’anno in corso. Risposte contrarie (“Non sono previsti investimenti”) nell’11,5% degli intervistati.
All’interno di questo quadro previsionale le stime delle imprese per quanto riguarda l’andamento dell’organico aziendale nel corso del 2025 le ipotesi di nuove assunzioni risultano moderatamente positive ed improntate ad una prevalente stabilità: il 50,1%. Solo il 3,8% degli interpellati prevede significative riduzioni di personale; per il 7,7% saranno quelle compensate da nuovi ingressi. Per l’11,5% degli operatori si registrerà un leggero aumento, mentre il 23,1% non risulta in grado di prevedere.
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