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Per vincere la partita digitale serve una svolta reale


Sì, è vero che la privacy è un diritto fondamentale dei cittadini dell’Unione Europea, e il GDPR ha pure introdotto misure molto tutelanti per le persone. Eppure, mai come adesso essa è diventata un miraggio. Tanto per fare un esempio, negli ultimi anni, sono stati adottati fior di provvedimenti da governi e autorità per fermare lo stillicidio del telemarketing selvaggio, eppure specialmente negli ultimi tempi siamo tutti bersagliati da telefonate promozionali illecite d’ogni sorta, e se prima potevamo almeno chiedere all’operatore di non essere più disturbati, (spesso senza grandi risultati), ora non ci rimane neanche più questa magra consolazione, perché la maggior parte delle chiamate dei call center sono automatizzate, senza nessuno con cui poter parlare per cercare di far valere le nostre ragioni e i nostri diritti.

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Se tanto è stato fatto per proteggere la privacy dei cittadini, è chiaro che qualcosa però non ha funzionato, e non per colpe imputabili al Garante per la protezione dei dati personali, che è probabilmente l’Authority più sottodimensionata rispetto alle reali esigenze della società digitalizzata, in cui truffe e altri illeciti non si commettono più agli angoli delle strade di quartiere, ma online nel mare magnum di internet.

E allora, se specialmente con l’intelligenza artificiale, l’intenzione è quella di potenziare ulteriormente la dimensione digitale, è vero che le imprese hanno davanti delle appetibili opportunità di implementare il proprio business, tuttavia la nuova civiltà digitale ha necessità non solo di creare autostrade in cui scorrono terabyte di dati personali ogni secondo, ma anche di regole che siano veramente rispettate, e di sceriffi debitamente armati per svolgere il proprio dovere.

Per realizzare questo obiettivo, una delle cose a cui mettere mano nei prossimi anni è proprio il Garante della protezione dei dati personali, il quale dovrà necessariamente essere dotato di risorse umane affinché l’Autorità sia effettivamente adeguata al contesto moderno, e lo stesso concetto varrà quando nel giugno 2027 verrà il momento di eleggere un nuovo Collegio: in tale circostanza, sarà di cruciale importanza non cedere alla tentazione di compiacere la politica come a volte è accaduto in passato, ma sarà fondamentale scegliere esperti che realmente corrispondano al profilo descritto dall’art. 153 del Codice della Privacy, il quale prescrive che i quattro componenti del Garante debbano essere scelti tra “persone che assicurino indipendenza e che risultino di comprovata esperienza nel settore della protezione dei dati personali, con particolare riferimento alle discipline giuridiche o dell’informatica.”

E se il Garante attuale ha affrontato senza paura e con tenacia le immani sfide che gli si ponevano di fronte, (basti pensare che l’insediamento dell’attuale collegio è avvenuto a luglio del 2020 nel pieno di una pandemia in cui il diritto alla privacy era minacciato come mai prima), il Collegio che verrà dovrà allora superarsi.

Come? Ad esempio, tornando a svolgere serrate attività ispettive sul territorio, utilizzando maggiormente strumenti dissuasivi come il blocco dei trattamenti per i trasgressori piuttosto che multe salate che, per quanto siano spesso a nove zeri, in realtà per i giganti della tecnologia con fatturati miliardari rappresentano poco più che una mancia da lasciare per poi tornare a svolgere il loro business basato sui dati che la privacy degli utenti la rispettano davvero poco o niente. E a tal proposito, un’altra missione in cui il nuovo Garante potrà impegnarsi, è quella di sollecitare il legislatore affinché rafforzi le misure di carattere penale per chi commette intenzionalmente gravi violazioni della privacy, e per chi continua a tenere una condotta recidiva nonostante le sanzioni già ricevute.

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Per vincere la partita digitale e generare il necessario clima di fiducia che occorre per un win-win per imprese e cittadini, nei prossimi anni serviranno quindi un concreto giro di vite e un Garante dovutamente equipaggiato per affrontare le prossime sfide che lo attendono.



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